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Gioco d’azzardo: consapevolezza e responsabilità


jackjoliet

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Ok provo ad aprire questa nuova discussione in cui potremo far convergere le tematiche fino ad ora emerse in altri topic.

Purtroppo non sapevo proprio che titolo dare, magari dopo eventuale suggerimento qualche moderatore provvederà a modificarlo.

Riprendo da qui:

hahaha! bellissimo il gioco di parole B)

comunque penso sia il caso a questo punto, di aprire un topic diverso e con un titolo specifico, dove continuare ad affrontare i temi di "logica" e "dialettica" ed eventualmente discutere dei nostri esperimenti di deprivazione sensoriale.

Lasciamo che in questo spazio resti la sigaretta come unica protagonista.

Buon J-J,

l’esperimento da me suggeritoti, e la deprivazione sensoriale sono cose del tutto diverse. Nelle vasche di deprivazione - diversamente definite anche “camere di Lilly”, da John Lilly, che per primo mise a punto tali dispositivi ed effettuò esperimenti ( Lilly fu anche uno dei maggiori conoscitori di delfini, dei quali studiò il linguaggio) – accade l’esatto contrario di quanto nell’osservazione del respiro. Nel primo caso, cosa che si deduce anche dalla definizione stessa, il mezzo è fisico ( una vasca, o qualcosa di analogo), ed i canali sono, anche se in negativo, i sensi fisici. Nel secondo, il mezzo è quanto di più immateriale si possa concepire: l’attenzione; e l’ambiente, qualcosa di ancora più inafferrabile: la mente. Per tacere che la fenomenologia dei due casi ha pochi punti in comune. Salvo nel caso la deprivazione non sia usata da chi è già esperto di pratiche meditative. Ma questo ci porterebbe molto lontano.

Riferendomi ora ad un eventuale nuovo topic, mi pare sia ciò che ha suggerito Gastardo. Ieri ho proposto, per questo eventuale topic, la presenza di un moderatore che avesse sia interesse verso questi temi, sia, al contempo, una capacità di distacco tale da dirimere inevitabili ( perché inevitabili saranno) controversie; e, soprattutto, da stemperarne i toni prima che si sconfini nel tamarrume. Ci si sorprenderebbe nell’apprendere di eminenti e titolatissimi professoroni con gote infiammate, sguardo assassino, vene craniali gonfie come labbra di fatalissime, sciammannare come posseduti in dispute su temi non meno evanescenti di quelli sul sesso degli angeli. Fidati, J-J, un moderatore come quello da me descritto è indispensabile. Uno, insomma, capace di sussistere in stato-Valium, pur senza averne assunto. Poi c’è da sentire quanto in merito ha da dire l’ottima Jolly28; visto che ieri mi è sfuggita una cosa da lei detta, cosa che, sciaguratamente, persiste nello sfuggimento ( o sfuggitezza?)

Caro Satori, conoscevo (non bene) John Lilly poichè l'anno scorso me ne parlò tanto una persona a me cara, la quale decise di andare personalmente a provare la vasca di deprivazione (la più vicina si trovava a Milano) e poi mi racconto nel dettaglio la sua esperienza.

Per coincidenza anche questa persona studia i cetacei: tra le altre cose ha assistito per diversi mesi (gestazione e parto B) ) la delfina del delfinario di Gardaland e a lui si deve l'unica testimonianza filmata di una megattera nel mediterraneo, fino a quel momento ritenute assenti in questo mare (quando si è immerso aveva ricevuto una segnalazione per un capodoglio).

Ma torniamo a noi.

Ho provato l'esperimento sull'attenzione, prima di descriverti le mie impressioni vediamo se il topic è corretto, mal che vada ti invierò un messaggio privato

B)

Modificato: da jackjoliet
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scusa JJ

Tranquillizziamo il buon Satori

Non serve l'imprimatur di Gas

Non serve l'arbiter

Non servono tutte queste "precauzioni"

Vai JJ, bello lo spunto! Ci ho pensato ancora, non nel modo da voi proposto, però c'è una correlazione tra Zen e gioco.Vi seguo,io intanto curo la sezione "tisiatrica"

Modificato: da Jolly28
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Per J-J,

Da quando il compianto Daisetz Taitaro Suzuki scrisse gli insuperabili “ Saggi sul Buddismo Zen “, dello stesso, in occidente, è stata fatta carne di porco. Si passati da “ Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta “, via via fino allo zen e l’arte di dimenare le chiappe in discoteca. Ad un rapporto tra lo zen ed il gioco d’azzardo, però, non ci si era ancora arrivati. Lo zen è una Tradizione sacra, J-J. Da quando Bodhidharma, nel 5° secolo, portò il Mahayana in Cina, e dopo che, bagnatosi questo nel Taoismo, sbocciò quella straordinaria gemma che è il Chan ( Zen ), le più grandi menti d’oriente – e, per il vero, alcune anche d’occidente – hanno sacrificato per intero e senza residuo le loro vite a questa disciplina. Lo zen dei nostrani fricchettoni con la pancia piena; o degli hippyoidi fuori stagione; o degli acidi avanzi di ideologie morte che – avendo visto svanire il sogno di un impossibile paradiso in Terra – sono andati a profanare dottrine di cui non sono degni neppure di pronunciare il nome; o lo zen cashmerato dei salotti chic; tutto ciò non ha alcun punto in comune con lo Zen di Huang-Po Lin-Chi, di Dogen, ecc.. Le cose dell’altro mondo sono a nostra portata anche in questo mondo, se davvero le cerchiamo. Ecco, avere il privilegio di visitare come “uditore” un tempio zen – che secondo me è il solo modo per sentire il “sapore” dello zen – è un’esperienza dell’altro mondo. Se non si può, allora non resta altro che abbeverarsi agli scritti di zenisti qualificati. Quanto alla quotidianità della vita zen, ad esempio, un saggio insuperabile è “ La formazione del monaco zen “, sempre del grande D.T.Suzuki ( Ed, Libreria Editrice Fiorentina ).

Questo premesso, e sottolineando che nelle presenti righe non è da ravvisare alcun intento battagliero nei tuoi confronti, ti prego di chiederti se la titolazione del topic ti pare adeguata. Ti dico la mia: tra, ad esempio, “ Domenicanesimo e gioco d’azzardo”, e “ Zen e gioco d’azzardo “, io non percepisco tanta differenza. Se sono stato capace di spiegarmi, non è che non si possa parlare di zen ( o di yoga, o sciamanesimo, ecc..), se ne è il caso; ed anche diffusamente, sempre se ne è il caso ; ma, porre quasi come un “ a priori” un rapporto tra una qualsiasi di queste Tradizioni ed una cosa dl tutto profana come il gioco d’azzardo, tanto da titolargli un topic, mi pare non quadri.

Questo nostro discorso era nato da una tua domanda su ciò che avevo definito, con riferimento alla filosofia, “ addestramento mentale”. Ovviamente, lo sviluppo di questo tema, può portare ad attingere a campi e discipline disparate; tuttavia, confido tu sarai d’accordo, bisognerebbe cercare di mantenere il filo conduttore.

Pubblicare i risultati del tuo esperimento, oppure parteciparmene in forma privata è una scelta che lascio a te. Da quello che vedo, questa sezione interessa a poco più di tre gatti, a parte delle sporadiche visite. Per me va bene così. Vorrei però sapere cosa pensi delle mie considerazioni d’apertura.

Ringrazio qui l’ottima Jolly28 (..Tranquillizziamo il buon Satori..) per la sollecitudine mostrata. E’ però questo il caso, pur accettando ed apprezzando ( sic!) l’intenzione, d’un obbligatorio declino. Se dovessi tranquillizzarmi ancora oltre la tranquillità che già rasserena le mie giornate, passerei il tempo o a ronfare, oppure perduto in qualche nirvanico Paradiso.

Quanto all’opportunità d’un moderatore, mi mantengo realista. Ancora stamane ho assistito in farmacia ad una quasi scazzottata tra un farmacista ( che sembrava uno di quei cadaveri che in tv reclamizzano i dentifrici) ed un tizio, non si sa di quale parte del mondo, che pretendeva che il primo parlasse la sua lingua.

:ciao:

p.s.

( Mi auguro che il tuo amico sapesse ciò che stava facendo. La deprivazione sensoriale può scatenare l’emersione di materiale dell’inconscio profondo; e questa può destabilizzare in modo drammatico l’assetto psichico)

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Si, in effetti, se prima avevo qualche dubbio sul titolo

magari dopo eventuale suggerimento qualche moderatore provvederà a modificarlo.

(ma senza un titolo non avrei potuto aprire una nuova discussione), adesso sono sicuro che non sia adeguato, però io non posso cambiarlo.

Il tema conduttore che gradirei si tracciasse per questa discussione, e mi dirai se ti sembra appropriato, è si quello dell'addestramento mentale, ma finalizzato in qualche modo al controllo di quel benedetto demone che è il gioco d'azzardo (diversamente potremmo anche darci appuntamento in qualche altro forum..).

Poco importa che adesso siano solo tre gatti a partecipare, quanto scriviamo resterà a beneficio di chi ne vorrà fruire anche a posteriori.

Modificato: da jackjoliet
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E’ un piacere parlare con te, J-J; così come lo è con chiunque – in qualsiasi modo la pensi di qualunque cosa – sia consapevole che la capacità di relativizzare il proprio punto di vista è la conditio sine qua ( ma si può anche usare “condicio” ) per la correzione dell’errore e l’avanzamento nella conoscenza.

Ebbene, si, direi proprio che il tema conduttore da te indicato potrebbe essere appropriato. In effetti, non so se lo hai fatto consapevolmente ( ma in ogni caso il risultato è il medesimo ), il termine da te scelto, per definire il gioco d’azzardo, demone, ha una pregnanza tale da portate oltre la semplice metafora. Le pulsioni, infatti, che poi determinano sul piano della condotta e delle abitudini la passione per l’azzardo – spesso spogliandolo persino dall’aspetto ludico – hanno qualcosa di ciò che – nel corso della storia, fino ad oggi, sia pure con approcci diversi – è stato definito demoniaco. Visto che hai scelto questo specifico taglio, vorrei chiederti se hai mai letto un libro che – anche se considerato a torto minore, rispetto ad altra produzione dello stesso autore – getta una luce chiara quanto spietata dentro la mente del giocatore d’azzardo ( quello vero e radicale; quello che perde il lume della ragione; non certo di chi gioca per diletto). Mi riferisco a “ Il giocatore”, di quell’insuperabile genio che fu Fedor Dostoevskij. E’ un romanzo breve, serrato, e straordinariamente interessante, anche per chi è estraneo al tema.

Come metodo, proporrei quello classicamente dialettico; si pone un tema, e se ne discute. Tuttavia, a differenza della dialettica platonica, per diverse ragioni mi pare qui più opportuno che il ruolo del maieuta non sia a carico di uno solo dei partecipanti; anzi, sarebbe più stimolante e produttivo che, nella misura del possibile, le parti fossero scambiate.

Quanto al numero dei partecipanti, hai ragione: la quantità è irrilevante: Ma anch'io avevo ragione nel dire che la discussione sarebbe stata affollata come una riunione condominiale in un pianerottolo. Se certe cose interessasero, è evidente che queste troverebbero posto - anche se magari entro certi limiti - nella comunicazione di massa. Meglio far calare un pietoso velo... Ma, in fondo, trovo giusto che sia così. Ognuno decide come gli pare; sia che decida davvero con consapevolezza, e ponderatezza; sia che non.

Per finire, concordo che la titolazione della discussione va cambiata; mi rivolgo, pertanto, a Gastardo, il quale, forte dei suoi potenti mezzi, potrebbe sostituire la titolazione attuale con ( dimmi se ti va bene) “ Gioco d’azzardo: consapevolezza e responsabilità”.

Ciao.

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Mi astengo sulla scelta del titolo.

Al contrario, come scrissi altrove trovai molto deludente la lettura de "Il giocatore" di quel genio (forse non insuperabile) di Dostoevskij, di cui apprezzai in maniera viscerale "Delitto e castigo".

Temo che la mia delusione sia dovuta in buona parte a una pessima traduzione (Oscar Mondadori), ma è cosa nota che quel libro fu scritto da Dostoevskij in uno dei suoi soliti periodi in cui aveva una grande esigenza immediata di denaro e pochissimo tempo. Credo che se avesse avuto un altro approccio, vista la sua conoscenza di molti aspetti dell'azzardo, avrebbe potuto fare di meglio.

Personalmente continuo a ritenere di gran lunga superiore "Gioco all'alba" di Schnitzler.

The Guru

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Un grazie a Gastardo per la sollecitudine; la sua idea di sottoporre la scelta della titolazione a chi ne interessato, mi pare del tutto condivisibile.

Altro grazie a Tonino per la sua proposta; anche se, nel caso del titolo da lui suggerito, l'oggetto dell'azzardo è del tutto diverso. Nell'aver a che fare con le Ubalde, non azzardano mai le medesime; ma quegli incatuti che ne ignorano il " rischio di rovina".

Ulteriore grazie a Theguru per la sua condiderazione, dalla quale colgo spunto per una correzione. Affermare, come ho fatto, che Dostoevskij sia insuperabile, è una forzatura. Per asserire che lo sia, infatti, avrei dovuto disporre della macchiuna del tempo, ed avere conoscenza di ogni libro scritto da ogni scrittore a venire, fino al giorno del Giudizio. Verissimo è che " Il giocatore" fu uno ( dei tanti) romanzi del buon Fedor scritti sono il morso della fame; e posso anche esser d'accordo sul fatto che, nello specifico, cercando un paragone con " Gioco all'alba", il giudizio sarebbe alla fine, forse, solo una questione di gusto. Alla stessa stregua, posso però affermare, consapevole che difficilmente possa essere smentito in modo argomentato, che fin adesso nessuno è stato capace di scrivere qualcosa di paragonabile a " I fratelli Karamazov " ( romanzo che fu condiserato da Dostoevskij stesso il suo capolavoro. " Delitto e castigo ", certamente immenso, è centrato - prevalentemente - sui temi della colpa e della giustizia; anche se la trama si allarga nella teologia e nella politica. Ma Rodion Raskol'nikov non raggiunge le vette - o se si preferisce, non spalanca gli abissi - di Ivan Karamazov. Il solo personaggio che potrebbe stargli alla pari in tutta la produzione culturale occidentale - è, forse, Amleto, il dolce principe.

A queste altezze rarefatte, Schnitzler non si avvicina.

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Certo, Satori, avevo fatto un confronto tra i due testi (rimanendo nell'ambito delle sensazioni di un giocatore d'azzardo) e non tra i due autori, sottolineando come, secondo me, una brutta traduzione riducesse il piacere della lettura.

"I fratelli Karamazov" sono una delle mie incredibili mancanze, sebbene continui a promettere a un mio amico, che colmerò questo vuoto. Ora lo prometto anche a te.

The Guru

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Certo, Satori, avevo fatto un confronto tra i due testi (rimanendo nell'ambito delle sensazioni di un giocatore d'azzardo) e non tra i due autori, sottolineando come, secondo me, una brutta traduzione riducesse il piacere della lettura.

"I fratelli Karamazov" sono una delle mie incredibili mancanze, sebbene continui a promettere a un mio amico, che colmerò questo vuoto. Ora lo prometto anche a te.

The Guru

Si, infatti, hai ragione, il tuo era un raffronto nello specifico. Non conosco la traduzione cui fai riferimento; io lessi " Il giocatore" - che forse avevo 20 anni - su un testo dei primi del secolo scorso, quasi da collezione, preso dalla biblioteca di famiglia. Ovviamente, la traduzione è basilare.

Venendo a " I fratelli Karamazov", ricordo perfettamente di averlo letto a Firenze, dove mi trovavo ospite di un amico, a due passi da Ponte Vecchio, al tempo dell'università. Malgrado la mole, lo mandai giù quasi senza pause; mi fermai solo per la fisiologia. Sebbene abbia sempre avuto una lettura velocissima, ricordo, ci impiegai circa 30 ore. A distanza di tanto tempo, ed anzi forse proprio per il tempo passato, mi si è andata sempre più rafforzando l'idea che Dostoevskij abbia scritto quel libro in una specie di ebbrezza sacra. Ivan Karamazov, il "pazzo" Ivan, poi, è diventato un mio amico personale e del tutto reale; la nobiltà di questo personaggio può trovare paragone solo in Amleto. Quando leggerai il libro, sono certo capirai perché parlo così. Come già ho scritto, nulla, nella letteratura di ogni tempo, salvo il miglior Shakespeare, si avvicina alla grandezza di questo romanzo. Che peccato che questi tesori rimangano, di fatto, sepolti.

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Se sono tutti d'accordo cambio il titolo con quello suggerito da Satori.

Son d'accordo anch'io.

Per adesso non potrò partecipare attivamente a questa discussione, me ne rammarico (conto comunque di tornare a beve).

Una considerazione personale: sono discussioni come questa che rendono ammazzacasino diverso da qualsiasi altro forum sul gioco d'azzardo che io abbia sin ora visitato (e questo succedeva anche prima del 17 ottobre 2010..), ciò non possiamo che considerarlo come un valore aggiunto, quel "qualcosa" che rende la mia firma non soltanto una frase buttata lì tanto per..

:wnk:

Modificato: da jackjoliet
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Tranquilli, il mio non è un intervento filosofico.

La mia maturità tecnica mi porta solo a pensare che "tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino" sia stata pronunciata dal filosofo Micione.

No, volevo solo esporre una considerazione personale, come quella di JJ, per spiegare perché ho capito che la frase - motto di The Guru non sia buttata lì.

Indubbiamente non mi ha convinto questa discussione.

Non mi hanno convinto i topics infiniti e strappalacrime lascio / non lascio il gioco online oppure quelli casino onesti / non onesti.

E nemmeno i topics sui sistemi per vincere alla roulette che partono tutti speranzosi per poi perdersi in termini tecnici e tabelle che nemmeno un croupie interpreterebbe; a questo punto i partecipanti cominciano a non capirsi, sfiorando il litigio e la discussione entra nel limbo.

No, quello che mi ha illuminato è stato il fatto che mentre il Capo da una parte discuteva con un membro se fosse lecito o meno che qualcuno contatti privatamente utenti di un Forum per portarseli al proprio, un suo Moderatore dispensava PM contenenti il link al sito diabolico (a pochi eletti e da utilizzarsi solo per studio, naturalmente).

A questo punto, illuminato, ho aperto la finestra e nella nebbia milanese ho urlato a squarciagola "ma noi siamo diversi, noi siamo quelli di Ammazzacasino The Guru".

Ora vado che devo preparare la lista delle slot rtg per il topic di Uriah.

Qualcosa di costruttivo ogni tanto, bisogna farlo.

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Ieri abbiamo scambiato con J-J un messaggio privato. Ripensandoci, credo sia meglio rendere pubblico il mio, sia pure con un piccolissimo taglio, ed un paio di aggiustamenti. Rivolgendomi a J-J, scrivo:

Francamente, non sono riuscito a capire la ragione del putiferio scatenatosi. Ho visto, per certo, che qualsiasi sia lo spunto, la vera causa è sempre e comunque la rabbia che si porta dentro. La mancanza di consapevolezza che rabbia, conflitto ed ogni forma di ostilità nascono dentro ciascuno di noi e non sono "oggetti" che stanno lì fuori, è la principale causa del loro perpetuarsi. Sono anche rimasto allibito dalla drammatizzazione data ad un semplice addio. La vita ne è fatta; le cose hanno un principio ed una fine; dove sta il problema? Avrai notato anche, leggendo vari post, una certa acredine stizzosa nei confronti della nostra discussione. Puntualmente il termine "filosofia", è stato usato con toni irridenti. Analizzare questo punto ci porterebbe davvero lontano..

Comunque sia, comunica a Gastardo la tua idea sul titolo del "nostro" topic.

Qui c'è un muro di nebbia; dalle tue parti, profumo di zagara.

Hasta pronto “.

Questo, quanto scritto a J-J.

Qui aggiungo una considerazione semplice, ma non credo banale: è davvero possibile che chi deborda dal confronto ( magari serrato ed incalzante, e, ri-magari, supportato da toni ironici ) su argomenti specifici, fino all’insulto personale accompagnato da toni acrimoniosi e pesanti come randellate, non si renda conto che di star esportando nell’ambiente “ là fuori” la guerra civile che porta dentro di sé? E’ davvero così difficile comprendere che le persone, la loro dignità ed integrità, non debbano essere mai prese in ostaggio dalla nostra mancanza di argomenti? Se non si hanno argomenti, o se si riconosce che i nostri argomenti sono deboli, o che magari sono fortissimi, ma che non abbiamo i mezzi per difenderli, allora si taccia. Ma la persona dell’interlocutore in una polemica non deve essere neppure sfiorata!! Mai! E’ così difficile da capire? Io mi permetto di suggerire al ( o ai ) responsabile/i di questo forum di stroncare sul nascere qualsiasi focolaio di discordia-per-il gusto-della-discordia. Mi spiego ancora meglio, per non dare appiglio ad equivoco alcuno. Non solo il confronto, ma persino lo scontro fra idee ( quale che ne sia il terreno) è un bene di per sé; ma solo a patto e condizione che – nel caso dello scontro – questo sia improntato alle regole della cavalleria. Ed ancora una volta: è così difficile comprendere che non devono essere le persone a “vincere” in un confronto di idee; ma solo le idee, e solo per quanto esse contengono di bellezza e verità? La mia risposta è, purtroppo, sì: è così difficile.

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Io mi permetto di suggerire al ( o ai ) responsabile/i di questo forum di stroncare sul nascere qualsiasi focolaio di discordia-per-il gusto-della-discordia

Caro Satori, tu conosci qualcuno che ne è capace? Io no.

Non mi ricordo se tu hai avuto modo di frequentare altri forum, ma io ho avuto pessime esperienze, per cui questo in cui continuo a scrivere mi sembra (nonostante tutto e tutti) un'oasi felice. Sapessi cosa c'è in giro...

The Guru

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Io mi permetto di suggerire al ( o ai ) responsabile/i di questo forum di stroncare sul nascere qualsiasi focolaio di discordia-per-il gusto-della-discordia

?Caro Satori, tu conosci qualcuno che ne è capace Io no.

Non mi ricordo se tu hai avuto modo di frequentare altri forum, ma io ho avuto pessime esperienze, per cui questo in cui continuo a scrivere mi sembra (nonostante tutto e tutti) un'oasi felice. Sapessi cosa c'è in giro...

The Guru

E' possibile, caro amico, e forse probabile, che tu abbia ragione. Può essere che la stessa struttura di un forum impedisca un controllo delle comunicazioni, quando appare chiaro che alcune vadano troppo oltre il buon senso, il buon gusto ed un livello minimo di galateo. Ma, se questo dovesse risultare impossibile, non vedo come si possa evitare un inarrestabile livellamento verso il basso. E ci tengo sia chiaro che non mi sto riferendo specificatamente a questo forum, ma al caso generale di una collettività, quale che sia, priva di regole; collettività che può rimanere tale solo se tutti rispettano regole poste; per favore o per forza.

Non so cosa accade altrove; e per la verità non so neppure, direttamente, quello che accade nella vita sociale di oggi, se non per quanto vedo e sento dalla tv ( almeno per quello che i miei figli mi impongono ). Ma la mia propensione alla solitudine non ha rapporto con la cogente necessità di regole. Quanto alla tua domanda, "..Caro Satori, tu conosci qualcuno che ne è capace ?", posso risponderti così: il rispetto dell'altro, anche e soprattutto quando le idee da questi espresse non siano condivise - e persino nel caso le si trovi ripugnanti - nasce dalla consapevolezza che anche le nostre idee possano apparire al prossimo non condivisibili e persino ripugnanti. Questo non ha nulla a che fare con la farisaica “tolleranza “ portata a bandiera dal buonismo oggi imperversante. Si tratta semplicemente di capire che c’è una linea che non può essere superata. E’ la linea dell’attacco personale, e/o della irrisione e/o della demonizzazione della persona altrui. E’ certamente possibile stigmatizzare e qualificare negativamente comportamenti che si ritengono stigmatizzabili o squalificanti; ma lasciando intatta, sempre , la persona altrui.

Una società, micro o macro che sia, incapace di disporre di strumenti tali da rendere impossibile ai propri membri il superamento di quella linea, sta covando i germi della propria distruzione.

Questo è sicuro.

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Caro Satori,

francamente apprezzo e condivido la tua risposta e mi associo all'auspicio di una maggior correttezza nei rapporti interpersonali in qualsiasi contesto.

I forum, come da te già evidenziato altrove, impongono il limite(?) dell'assenza di "fisicità". Personalmente ho sempre ritenuto un valore aggiunto immaginarmi le persone che scrivono i post e aver voglia di conoscerle personalmente. Sai, che è successo anche con te, vero?

Ti assicuro che su altri forum il riproporre volutamente un atteggiamento simil-televisivo viene quasi ritenuto "alla moda" o, quanto meno, viene passato come "la norma".

Con altrettanta franchezza, mi piacerebbe sapere chi di noi ti ha infastidito con il suo atteggiamento, poichè, pur leggendo con grande attenzione i topic in cui scrivi, non ho ravvisato nulla che fosse offensivo o irridente. In questo caso, scrivi tranquillamente, qua, cosa e chi, ti ha infastidito. E' giusto risolvere alcune diatribe sin dall'inizio affinchè non metastatizzino.

Conosco personalmente (o attraverso i social networks) molti membri del forum e ti assicuro che possiedono pressochè tutti un garbo invidiabile e un'ottima capacità di confronto.

Un abbraccio.

The Guru

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Caro Theguru,

hai fatto bene a pormi una domanda diretta; giacché, evidentemente, nelle mie parole - mio malgrado - doveva star annidato qualcosa di equivoco. Per cui, qui ribbadisco ufficialmente - per quanto riguarda la mia persona - di non aver fatto alcun rifernimento agli utenti di questo forum. Unica parziale, quanto insignificante, eccezione, un paio di recenti frecciatine sulla "filosofia" ( comunque roba perfettamente lecita, ed in ogni caso per nulla tale da richiedere interventi di alcuno ). Il mio discorso, invece, era riferito alle "effervescenze" - chiamiamole così - cui è stato oggetto Gastardo; mi pare che anche altri utenti abbiano evidenziato questo. So che sembra strano che qualcuno prenda a cuore questioni che non lo riguardano direttamente; ma io non faccio differenza tra ingiustizie patite da me e patite da altri. Gastardo è stato aggredito; è evidente. Ma avrebbe potuto esserlo anche Giangaleazzo-bis, oppure Pippopippo41, per me non fa differenza. Insomma, quando vedo qualcosa di veramente storto, mettiamo per strada o in un supermercato,ecc.., non mi giro dall'altra parte, sussurrandomi " non sono affari miei". Un conoscente, apprendendo con una certa sorpresa che frequentavo un forum mi ha detto queste parole ( più o meno, cito a memoria ): " Non c'è forum che non abbia tra gli iscritti dei veri professionisti della lite; aspetta e vedrai ".

Adesso spero di essere riuscito a spiegarmi. Forse la mia ingenuità potrà fare sorridere, ma non riesco a rassegnarmi al fatto che non si possano scambiare due parole senza confliggere. Ovviamente, né Gastardo, né altri hanno bisogno di me in veste di avvocato difensore; infatti non è neppure questo il punto. Il mio intendimento era semplicemente quello di porre all'attenzione i contenuti dei due post precedenti. Se tali contenuti saranno condivisi dalla maggioranza degli utenti, un clima disteso ed amichevole ne sarà certamente favorito.

Tutto qui.

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Ottimo chiarimento, Satori.

Credo che in ogni sede e con una veemenza forse neanche da lui immaginata, Gas abbia ricevuto in questa occasione una grandissima solidarietà, talmente grande che tutto il forum gioverà di piccoli/grandi miglioramenti.

Se mi permetti una precisazione, ricorda al tuo conoscente che in ogni luogo reale (casa, luogo di lavoro, bar...) esistono dei "veri professionisti della lite", quindi anche nei forum dove qualcuno potrebbe approfittare anche del privilegio dell'anonimato pressochè perenne.

The Guru

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Caro The Guru e Caro Satori

ottima la vostra valutazione dei "veri professionisti della lite".

Però dovreste valutare anche l'esasperazione a cui certe persone vengono portate da atteggiamenti tenuti da chi è preposto alla gestione di un forum o comunque appartenente ad una cerchia che dovrebbe contribuire a rendere migliore un forum.

Silenzi su casi importanti, risposte irridenti, risposte con domande a domande, ecc. Tralasciamo le risposte misteriose o fornite a pochi intimi che sembrano essere state inserite nella netiquette di questo forum.

Io questa valutazione non intendo farla dato che a seguito degli ultimi noti avvenimenti questo Forum lo considero ormai come uno dei tanti che seguo per interesse personale.

Continuerò a leggere, a postare e nel mio piccolo aiutare, ma non sarà più quello di riferimento della mia giornata.

Spengo subito le illazioni dichiarando che nemmeno l'altro lo è.

Mi spiace per Gas che pur non conoscendolo lo reputo una grande persona, sono convinto che sia giusta la "valutazione" postata da Cinzia pochi giorni fa, che lo conosce.

Purtroppo Caro Gas penso che ti sei fidato di gente sbagliata. A volte una bella potatura risolve molto.

Non intendo più tornare su questi argomenti dato che il mio unico fine ora è vincere ai casino online e basta.

_ciao.gif

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Ottimo chiarimento, Satori.

Credo che in ogni sede e con una veemenza forse neanche da lui immaginata, Gas abbia ricevuto in questa occasione una grandissima solidarietà, talmente grande che tutto il forum gioverà di piccoli/grandi miglioramenti.

Se mi permetti una precisazione, ricorda al tuo conoscente che in ogni luogo reale (casa, luogo di lavoro, bar...) esistono dei "veri professionisti della lite", quindi anche nei forum dove qualcuno potrebbe approfittare anche del privilegio dell'anonimato pressochè perenne.

The Guru

Caro Theguru ( "..Se mi permetti una precisazione..") ti permetto di precisare, naturalmente, tutte le volte che lo credi opportuno. Con riferimento ai professionisti della lite, credo che tra la piazza di paese e la piazza virtuale passi proprio la differenza da te indicata. Quando ti trovi a tu per tu, e guardi una persona negli occhi - salvo che non sei agli ultimi stadi della demenza, oppure non sei un invasato - sai valutare se hai davanti una mozzarella o uno con cui ti conviene non sbagliare registro. Purtroppo, qui, nel virtuale, questa deterrenza è azzerata; e qualsiasi caporale/caporalessa può credere che basti il sarcasmo e la stizza per vestire panni da uomo/donna.

Forse la recente tempesta ( in un bicchierino ) avrà avuto il merito di imporre a tutti la pressante necessità di rapporti umani cortesi; o, se proprio cortesi non si riesce ad essere, almeno formalmente educati. Come diciamo noi milan-uzbeki, sperem.

Per Theg.one:

"..Non intendo più tornare su questi argomenti dato che il mio unico fine ora è vincere ai casino online e basta"..

. Quando avrai raggiunto il tuo scopo, cosa che ti auguro avvenga prima delle idi di marzo, non dimenticare di offrire una cena da far impallidire Lucullo...

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  • 4 weeks later...

Sono quasi certo che qualsiasi titolo decidessimo, una discussione che veda partecipare Jackjoliet e Satori, porterebbe ad un (o più probabilmente più di un) fuoritema.. :inkaz:

D'altro canto, visti i numerosi spunti di riflessione (per chiunque abbia voglia di partecipare) che puntualmente emergono da questi scambi, sarebbe un peccato continuarli in privato.

Così penso sia la cosa più giusta continuare qua.

Con l'auspicio di rimettere insieme prima o poi tutti i pezzi (ma se non succede, non fa niente, stiamo solo piacevolmente conversando) io riprenderei il discorso sulle arti marziali:

L'Aiki-do, più che un'arte marziale lo descriverei come uno stile di vita.. ovviamente non mi riferisco all'aikido praticato qui in Italia nelle palestre a tre lezioni a settimana, dove si tirano un paio di tecniche sui tatami e tutto finisce là.

L'Aikido nella sua terra d'origine so che è una filosofia. Tu cosa mi volevi dire a riguardo?

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Ospite Belfahgor

non sto a disloquire sugli eventi ecumenici che prescindono l'umana esegesi, ma vorrei focalizzare la percentuale di demagogia frastornante che impera nell'humus latifondista. la "conditio sine qua non" nella quale si trapela la contestualità dei logaritmi parrebbe una dilatazione iperbolica radiante dell'intersecarsi della dottrina junghiana. partendo dal nobile Turghenev e vagabondando attraverso i meandri della cultura tolemaica si approda all'entità ectoplasmatica che è fonte di ogni sorta di diniego. meditando contestualmente l'osservazione di Zenone "se non è rotto, non lo puoi aggiustare" possiamo convogliare tutti verso un'iride demoniaca che si mesce con l'ego postrivoluzionario così ben espletato dalle major americane che videro nel new deal una nuova opportunità per scindersi dall'incalzante filosofia dello hata-yoga. e seppur l'illuminato Krishna si contrappose al platonico tentativo di insurrezione di Tutankamon una scia di defezioni invereconde si sovrappose all'iniquo modernismo contestualmente citato dal filosofo Novalis nella sua opera prima "leggo ma non reggo", che attraverso lo "jus prime noctis" imposto dal pavido monarca si estinse conseguentemente all'orrida ingiunzione del cinico raptor. una disquisizione questa, alla quale non sarebbe possibile porvi fine per noi miseri umani, se non attraverso una fioca introspezione del sè, sublimata dalla fusione intermolecolare dell'incalzante martirio. chiunque si sia pur minimamente avvicinato all'opera shakespeariana avrà colto tra le pieghe dell'opera eccelsa "tanto rumore per nulla" quel sottile e tangibile decorso parossistico che trascende da ogni umana comprensione. lo "chape de plomb" che austero s'involve come lastra tombale sulle nostre paradisiache metafore ottimizza la new age rendendola lustra e nivea come preziosa opale. concludo, per non essere troppo prolisso, raccomandando tutti di essere meno intransigenti verso il quid preposto dalla mercificazione autoctona.

Allah Akbar.

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Eccomi a te, J-J.

Le contingenze mi portano un paio di giorni piuttosto pieni. Pertanto, preferisco non affrettare alcuna risposta specifica alla tua ultima. Approfitto, però, per manifestarti ancora una volta la mia perplessità circa l’opportunità di svolgere, pubblicamente, discorsi come quelli che si accendono quando ci incontriamo. Ero già stato facile profeta la volta precedente a questa; e quanto allora profetizzai ha qui – per quanto visto finora – trovato conferma. Queste cose non interessano. Possono al massimo suscitare una svogliata ed estemporanea curiosità; ma nulla oltre questo. A scanso equivoci, mi corre obbligo sottolineare esplicitamente, che ciascuno ha il pieno diritto di interessarsi a ciò che gli pare; e che ciò per noi è importante e rilevante, ad altri possa apparire noioso e melenso.

Tu mi scrivi ” .. visti i numerosi spunti di riflessione (per chiunque abbia voglia di partecipare) che puntualmente emergono da questi scambi, sarebbe un peccato continuarli in privato.

Così penso sia la cosa più giusta continuare qua..”

Ed io ti chiedo: ti risulta che oltre a te e me ci sia stato allora, o ci sia ora, qualcuno che sia intervenuto nelle nostre cose per apportarvi un contributo, o magari solo per manifestare un qualche costruttivo interesse? A parte l’amico Theguru, che ha vergato tempo fa un paio di righe, manifestando il suo assenso per il taglio degli argomenti trattati, io non ho visto nulla. E quindi, se quello che ci diciamo non solleva in nessuno un livello minimo di attenzione, perché approfittare della disponibilità dell’ottimo Gastardo?

Potrebbe essere che, non essendo io pratico di questa forma di comunicazione, ed è per questo che chiedo il tuo aiuto, ci sia qualcosa che mi sia sfuggita; nel caso, la mia disponibilità all’apprendimento di cosa sia questo qualcosa sfuggitomi è completa.

Comunque, mentre ci sono, prendendo spunto dai discorsi di ieri, voglio farti almeno un esempio. Dopo aver letto quello che segue in grassetto, fermati, non procedere nella lettura. Prova ad immaginare due o tre figure di rilevanza mondiale, o anche cento se credi, alle quali, nel tuo convincimento, sarebbe assolutamente impossibile attribuire le seguenti parole:

“ .. Il Duce del Fascismo è uno statista di primissimo ordine, completamente disinteressato. Un superuomo..”

Ecco, fermati un minuto a riflettere. Se è passato un minuto, scommetto – nella certezza di vincere – che mai, neppure nella più ardita delle congetture avresti mai potuto pensare che queste furono parole di… Mohandas Karamchand Gandhi. Così come, presumo, neppure sotto l’effetto della mescalina potresti mai vedere l’inventore della non-violenza politica come un marito che picchia la moglie ( ciò che fece per un certo periodo della sua vita). Se pensi che stia dicendo queste cose, nello specifico, per gettare fango sulla figura di quest’uomo, commetti un errore colossale. Per me Gandhi, al di là di certe “sfasature” umane, rimane un personalità di grande rilievo; ma, a differenza di quanti ne hanno fatto un idolo ( giacché l’idolatria non ha mai cessato di esistere, ed è anzi oggi più diffusa che in qualsiasi altra epoca storica), per me rimane solo un uomo…

Se poi dovessi pensare, anche per un baleno, che mi stia inventando queste cose, .. beh… Una volta si era in pochi a non arrendersi alle “versioni ufficiali”; oggi, certe cose, volenti o nolenti ( per molti, nolenti), con un po’ di buona volontà le si può reperire su internet. Oltre che, naturalmente, su quegli strani oggetti che si chiamano libri.

Il fatto è, buon J-J, che la realtà non la puoi segare a metà, e dividerla tra bene e male; ove, il soggetto che pratica la divisone ( che è anche il vero padrone del pulpito), fa invariabilmente parte della metà buona. Ma questo è ciò che fanno, appunto, i professionisti del pulpito: insuperabili nel vedere la pagliuzza nell’occhio altrui, ma resi ciechi dalle trave che hanno nel proprio.

Infine, l’aikido; che sta dieci livelli sopra la politica ( e la grandezza, ma anche le grandi contraddizioni del suo fondatore ). Dopo quanto ti ho appena significato, credi che - per parlare di Morihei Ueshiba, dei fondamenti dell'aikido, e di tutta una quantità di questoni che, anche in questo caso, non sono in bianco e nero - sia il caso di occupare lo spazio che Gastardo signorilmente ci offre?

Se mi fornirai ragioni per indurmi a pensare che lo sia, non avrò difficoltà a ricredermi. Essere adattabili come l’acqua offre solo vantaggi. :ris:

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