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Muore Un Grande Della Musica Italiana Lucio Dalla


lele900

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A proposito di Dalla e Battiato:

sui gusti, se è di gusti che si parla, non si discute. A uno può piacere ( sono solo esempi) Lady Gaga e dispiacere Bach; altro può stravedere per Jovannotti e persino ignorare chi sia John Lewis. Il gusto è, nella sua stessa definizione, soggettivo; dunque, su tale piano, sarebbe del tutto improprio censurare i fans di Gaga e Jovannotti. Molte dispute non potrebbero neppure sorgere se si comprendesse che Il gusto e la comprensione estetica non possono configgere, trovandosi su piani del tutto diversi. Il primo ha molto a che fare con la percezione, il secondo ha tutto a che fare con la cognizione (intuitiva del bello); quindi, con l’estetica.

Per venire a Lucio Dalla e Franco Battiato, il solo piano sul quale si è legittimati a discutere di superiorità o inferiorità musicale è quello dell’estetica; e tale piano ha criteri oggettivi per determinare delle graduatorie.

Una discussione del genere, tuttavia, necessita di alcuni pre-condizioni; la prima di queste consiste nel comprendere che un musicista non manipola e non comunica simboli, come fa l’intellettuale. La magia della musica consiste proprio nella sua capacità di farci uscire dall’universo simbolico e formale. La funzione della cultura, per converso, consiste nel renderci capaci di trarre vantaggio dall’universo simbolico e formale. Se questo è chiaro, come credo che sia, appare del tutto senza senso una locuzione come “musica colta”; locuzione della quale si compiace Franco Battiato; il quale, giusto per alzarsi ancora più in alto nella sfera dell’intellettualità e della cultura, fa sodalizio nientemeno che col filosofo Manlio Sgalambro, da Lentini. Naturalmente, non c’è nulla di male nella cultura, né nella frequentazione dei filosofi; figuriamoci! La questione è che le fonti di ispirazione del filosofo (o dell’intellettuale) e quella del musicista sono del tutto diverse. La musica non deve essere intelligente, più di quanto non debba essere stupida; la filosofia può tranquillamente sacrificare la musicalità alla perfezione formale. Lo ripeto per una volta di più, le due discipline non hanno punti di contatto, se non in modo del tutto estrinseco, ed ex post. La prima deve essere bella, la seconda vera. Per Platone le due cose coincidono; ma questo è altro discorso, che qui ci porterebbe fuori tema.

Dopo questa premessa, appare evidente, almeno agli occhi di chi conosce bene la produzione di Dalla e quella di Battiato, che il primo è un musicista a tutto tondo, il secondo è un intellettuale ( qualifica che nella mia ottica quasi mai promette del buono) con qualche talento musicale.

Tra i pezzi poetici di Dalla non ho sentito citare “ Il coyote”. Chi lo conosce non può non convenire che si tratta di un capolavoro quasi inavvicinabile; non si è capaci di determinare se sia più bella la musica o il testo (La gara è fra il coyote ed una stella a chi sa e vuol raccontare il gruppo più fantastico di storie che si possa ricordare..). Francamente non esiste modo per spiegare la poesia. Ricordo gli inutili sforzi del mio grande insegnante del liceo; sforzi inutili, appunto. Per spiegare occorrono parole; mentre la poesia, quella vera, usa le parole per andare oltre le parole; e come questo accada non si può spiegare. Dalla ebbe questo dono; e non gli occorreva spiegarsi, cosa cui è obbligato l’intellettuale.

Battiato pretende di far entrare la dottrina di Gurdjieff nelle sue canzoni. Mi spiace, o non ha capito la dottrina del buon Georges Ivanovic, oppure non è mai stato sfiorato da una Musa. Per non parlare del risibile tentativo di conciliare il nichilismo di Sgalambro con l’esoterismo Sufi. Oh tempora!!!

Dalla parlava al cuore e dal cuore; a tutti: dal magazziniere al navigatore all’eremita. Battiato parla alla gente “colta”, o a quella ignorante che vorrebbe tanto essere colta. Nulla di male: questione di gusti. Appunto.

Sentivo di dovere queste righe a Lucio Dalla, grande artista, e buona persona. Adesso, ne sono certo, si trova faccia a faccia con la Bellezza; attraverso di lui, alcuni frammenti di Essa sono giunti fino a noi.

Riposa in Pace, amico, grazie.

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