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Bisogna Proprio Essere Imbecilli Per...


Jolly28

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il dibattito non è equilibrato. qui Jolly è l'unica rappresentante del gentil sesso. o sbaglio?

Non importa.Sono sempre stata una pioniera.I vs commenti mi fanno pensare e riflettere.Sentimenti a parte, ho una laurea in sociologia a indirizzo psicologico ed è interessante esaminare certi fenomeni.

E' vero che le donne "offese", difficilmente lo verranno a sapere ed è pure vero che le donne "trasgressive", non andranno di certo a dirlo ai loro uomini.Però, nel secondo caso, almeno , ne parlano con le amiche e finora io non l'ho mai sentito.Mentre gli "uomini" ne parlano con altri.E questo l'ho sentito spesso. Ho tenuto dei gruppi di self -help per anni e, dopo le sedute, si andava in birreria.Mi ritrovavo sempre con maschi (le donne scappavano a casa per problemi compagno/figli ect, mentre io avevo la fortuna di un marito "speciale" che gestiva benissimo le bimbe e non faceva domande).E ne ho veramente raccolte di ogni colore.Ho notato un grande sollievo/voglia di sapere e capire da parte dei maschietti.

Non penso sia il caso di entrare nei dettagli qui, ma questi poveri ragazzi, mi chiedevano in pratica "cosa volete voi donne?".Ho scoperto un mondo in cui i due generi NON si conoscono abbastanza.Lui pensa una cosa e lei un'altra.

E' così.Siamo diversi.Molto diversi.E il confronto mi ha parecchio arricchita, come il mio contributo femminile ha "illuminato" il pensiero maschile.

Vorrei tanto raccontarvi degli episodi/pregiudizi/chiarimenti, ma sarebbero, ripeto, VM .Peccato.Occasione sprecata.Siamo in un forum di gamblers e ok per gli oT, ma c'è un limite a tutto.Peccato davvero-Non si può fare qualcosa per scoprire meglio Marte e Venere?

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Veramente io stavo parlando di addiì al celibato in primis.Non conosco sposine che si fanno sbaxxre la vigilia del matrimonio.Perchè la donna è innamorata.L'uomo lo è in modo meno totalizzante e la patata è la patata.

Poi sì, c'è pure il resto, squinzie, tardone, ecc ecc.Parliamone pure, perchè no?

Ma il punto primo era quello.Che ne penserebbe, come si sentirebbe Gas,Martin, Guy, Giuseppe, JJ ect, se sapessero che le loro compagne per festeggiare un addio al nubilato o il loro compleanno l'hanno allegramente "elargita"? Dubito che tutto resterebbe come prima.

A parte il fatto che sto dando un'opinione, perchè paragonarmi a un giudice o a una persona che si sente superiore? Se dicessi che Brunetta è un imbecille, sarebbe la stessa cosa.Anzi no.Perchè io mi sento superiore a Brunetta e non parlo di statura.Ma questa è un'altra faccenda.

Ti rispondo chiedendoti:1)ma come fanno gas,giuseppec,guy,jj,etc etc ad essere sicuri che le propre fidanzate (con tutti gli scongiuri del caso ovviamente)non l'abbiano(per dire come dici tu)ELARGITA la sera dell'addio al nubilato?sei forse in grado di mettere la mano sul fuoco per tutte le tue amiche?giurare che nessuna di loro non l'abbia mai fatto?attenzione,peerchè con certe sicurezze la mano,si richia di bruciarsela.2)forse conviene sempre parlare di come OGNUNO è e si comporta piuttosto che generalizzare e dare posizioni di stereotipi inesistenti.

3)P.S. lo scandalo delle baby prostitute e(vedi che schifio)madri consenzienti,non ti dice nulla?purtroppo il modno va avanti e,progresso non sempre è sinonimo di miglioramento.

Cordialita sincere.

1)Loro non lo sapranno( ipotesi sempre sulle "vittime"),ma ti assicuro che le amiche saranno ben informate.

2) Come ognuno si comporta:classico colpo di fulmine.Lui impegnato con una ragazza che lo venerava, io stavo con un uomo MOLTO abbiente e affascinante.Il giorno del suo compleanno (lo coscevo di vista), mi accompagna a casa sul vespone.Durante il tragitto mi tengo a lui e mi accarezza le mani.Brividi mai provati.Mi hanno messo in guardia: lui era un pochino "casanova".Cinque mesi dopo eravamo sposati.Siamo stati al telefono fino alle 4 di notte, il giorno prima del matrimonio- Manco mi era mai passato per la testa di sposarmi e tantomeno di festeggiare addìì.Lui viveva con i suoi-Ergo , nessuna festa d'addio-Non vedevamo l'ora di vivere insieme.Sentivamo forte l'assenza dell'altro.Una magia.

3) Ho due figlie niente male (non programmate, arrivate veramente dall'Amore).La prima vive da sola e io la chiamo talebana.Mai scesa a compromesssi.Eppure è stata notata e gratificata per il suo modo di lavorare/disciplina/ rigore (eredità del padre).La seconda sta a Bologna per Uni e si fa il mazzo ogni istante per non pesare sulla famiglia.Mai scesa a compromessi.

La prima non fuma nulla, la seconda ogni tanto si fa qualche canna,Entrambe hanno piercing.Sempre lasciate libere nelle loro scelte. Io sarei più trasgressiva(web cam ect), ma evidentemente il padre solo con la dedizione e il suo esempio le ha plasmate bene.Sono stata in vacanza con la piccola e ho scoperto le sue trasgressioni: rollarsi il tabacco......io alla sua età facevo di molto peggio-

Ora con mio marito game over, da 5 anni.

Se mi capita trasgredisco.Ho bisogno d'amore e di attenzioni.

Ma non vado in cerca, sono fatalista.

Ecco.Ho fatto caming out

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..........................................................ed è pure vero che le donne "trasgressive", non andranno di certo a dirlo ai loro uomini. Però, nel secondo caso, almeno , ne parlano con le amiche e finora io non l'ho mai sentito. Mentre gli " uomini " ne parlano con altri.

Hai fatto bene a mettere le virgolette. E' proprio così. Quelli che veri Uomini non sono, è naturale che raccontino a amici o meno le loro bravate sessuali, ivi comprese quelle nei privè, durante gli addii al celibato, durante gli incontri scambisi, ecc.

Tutto il contrario del vero Uomo che fa sesso sano e "normale" o canonico, se suona meglio, il quale non parla MAI, e di sicuro non scende nei particolari, delle proprie esperienze sessuali se si tratta di partner occasionali e tantomeno della propria vita sessuale se si tratta della propria compagna.

Tutto il contrario del 99,99% delle donne, le quali "trasgressive" o morigerate, tutte indistintamente devono parlare con le amiche, quasi avessero un istintivo imperativo categorico che le spinge e condividere e a raccontare "alle amiche" anche i minimi dettagli, anche riguardanti il proprio uomo !! (che si trattasse di uno di passaggio, ci sta pure).

E' proprio vero, due mondi incontrovertibilmente lontani e diversi.

Per gli Uomini, la parte migliore del sesso è: il sesso. Per le Donne, la parte migliore del sesso è: raccontarlo alle amiche.

:033:

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Considerato l'argomento Marte e Venere, vi invito a leggere l'interessantissimo libro di John Gray "Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere". Un libro sui rapporti di coppia, ma anche adatto al single che vuol capire il modo di vedere e come la pensa l'altro sesso.

Benedizioni

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:crybaby:

A me è piaciuto... Come lettura prima di addormentarsi non era malaccio...

Se è per questo ho pure letto e messo in pratica il libro di Stephen e Alex Kendrick "La sfida dell'Amore"...

Non dico che sono oro colato o chissà quale sapienza infondano, ma se presi con la giusta dose e spirito pratico, almeno nel mio caso, possono aiutare.

E il contesto con cui l'ho voluto proporre era (almeno nelle intenzioni) costruttivo in quanto si continua a dire che uomini e donne sono

"E' proprio vero, due mondi incontrovertibilmente lontani e diversi."

Benedizioni

Modificato: da Guymond
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Guy, non t'offendere, leggi qualche autore italiano.

Grazie Jolly, mi fa davvero piacere questo quote. Comunque la bella frase Per gli Uomini, la parte migliore del sesso è: il sesso. Per le Donne, la parte migliore del sesso è: raccontarlo alle amiche. non è mia.

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La questione dell’imbecillità umana è effettivamente complessa e sconcertante. Questo mi dà motivo per uscire, momentaneamente, dalla condizione stealth, e postare un breve commento.

Quando rifletto su questo mistero, almeno da alcuni anni a questa parte, pervengo ad una conclusione paradossale. Da giovane, lo dico senza girarci attorno, mi stupivo di quanto imbecille fosse il mio prossimo; o almeno una buona parte di esso, e mi industriavo a formulare criteri valutativi per determinare i vari gradi e le varie modalità di imbecillità.

In seguito, non saprei dire precisamente come e quando, ho cominciato ad applicare quei criteri a me medesimo. La conclusione, come accennato, è stata paradossale: l’imbecillità altrui ha pressoché smesso di interessarmi, ed al suo posto è subentrato un curioso interesse per la mia.

Riesaminando la mia vita, non ho difficoltà a confessarlo, sono arrivato alla conclusione che gli atti di pura, assoluta, grottesca, imbecillità di cui sono stato autore, sono numerosissimi. Ma non finisce qui. L’elemento nuovo, quello che ha sparigliato le regole, è il seguente: mentre compivo quegli atti di imbecillità, ero certo, (quasi) come lo sono adesso, di non essere un imbecille. Mi seguite? Il punto sta nel fatto che adesso, almeno da un po’ di tempo, non mi pare di fare cose imbecilli; ma la stessa cosa pensavo allora!! Capite??

Cosa ne consegue? Ne consegue che con ogni probabilità continuo a fare cose imbecilli anche adesso, anche se non me ne avvedo; e che magari tra X anni mi darò conto di quanto imbecille sono stato ora.

La conclusione, pressoché obbligata, è che non c’è scampo: sono un imbecille congenito.

Ora, se Jolly28 vorrà concedere a se stessa di perdere tempo a considerare il parere di un imbecille confesso, mi permetterei di dirle ciò che segue:

quanto a disgrazie, minorazioni, furfanteria, imbecillità, zozzeria, cecità e meschinità, madre natura è provvida, egalitaria, democratica, e imparziale con entrambi i generi che le piaciuto creare.

Pertanto, occorre rassegnarsi al fatto che ad un imbecille corrisponderà sempre una simmetrica imbecillessa;

ad un furfante, una furfantessa;

ad un cieco, una cieca;

ad un poveraccio, una poveraccia;

ad un porco, una troia.

Questo è quello che mi risulta. Potrebbe darsi che Jolly28 dissenta, considerando il genere femminile Intrinsecamente appartenente ad un livello diverso e superiore di umanità, rispetto al genere maschile. E potrebbe persino darsi che abbia ragione, essendo il mio, appunto, il parere di un imbecille.

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Goes to the unstealth Satori the imbecillity Oscar.

Potrebbe darsi che Jolly28 dissenta, considerando il genere femminile Intrinsecamente appartenente ad un livello diverso e superiore di umanità, rispetto al genere maschile.

Concordo sul genere femminile Intrinsecamente appartenente ad un livello diverso e superiore di umanità , ma potrebbe darsi che dissenta in ogni caso per spirito di contraddizione che notoriamente contraddistingue, non tutte, le femmine.

Fatto sta, che....

ad ogni asino, un' asina

ad ogni ciuccio, una ciuccia

ad ogni topo, una zoccola

:ris:

vabbè scherzavo

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Uhm! interessante davvero.No non do contro per partito preso e mi scuso con Guy, solo che quel librio IMO è veramente inutile, titolo a parte che mi trova d'accordissimo.

Vediamo di spezzettare la questione

@Martin(ti quotavo al 110% per la prima parte), anche se non è tua. Per gli Uomini, la parte migliore del sesso è: il sesso. Per le Donne, la parte migliore del sesso è: raccontarlo alle amiche. Non ne sono sicura.

Sia per un Uomo che per una Donna, se il sesso è legato a un sentimento, la questione cambia:non andranno a raccontarlo in giro.

Se invece è un'avventura, bè gli uomini sono dei gran pettegoli e passano ore a sghignazzare su questa o quella performance.

Se la donna è insoddisfatta dell'avventura e ha un folto stuolo di amiche alla Sex and City, è possibile che si comporti similmente.Ma sinceramente quante sono le donne italiane che frequentano contesti in cui ciò è possibile? Te le vedi a spettegolare mentre aspettano i bimbi fuori dall'asilo? o magari mentre comprano il prosciutto?

@Satori:non giudico il genere femminile superiore, ma ti assicuro che, in campo sex, non ho mai sentito di una nubenda che alla vigilia del gran giorno, si dia a baccanali "spinti".

Femmine e maschi sono diversi, ma i secondi, quando imbecilli, lo dimostrano ampiamente in quel campo. In fin dei conti alla base c'è un bisogno atavico: ecco quelli non l'hanno mai superato. E' un po' come il dente del giudizio: sempre più bimbi nascono senza, perchè non ce n'è più bisogno,abbiamo superato la fase caccia-pesca.Non so se mi sono spiegata.

Modificato: da Jolly28
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2)La questione dell’imbecillità umana è effettivamente complessa e sconcertante. Questo mi dà motivo per uscire, momentaneamente, dalla condizione stealth, e postare un breve commento.

Quando rifletto su questo mistero, almeno da alcuni anni a questa parte, pervengo ad una conclusione paradossale. Da giovane, lo dico senza girarci attorno, mi stupivo di quanto imbecille fosse il mio prossimo; o almeno una buona parte di esso, e mi industriavo a formulare criteri valutativi per determinare i vari gradi e le varie modalità di imbecillità.

In seguito, non saprei dire precisamente come e quando, ho cominciato ad applicare quei criteri a me medesimo. La conclusione, come accennato, è stata paradossale: l’imbecillità altrui ha pressoché smesso di interessarmi, ed al suo posto è subentrato un curioso interesse per la mia.

Riesaminando la mia vita, non ho difficoltà a confessarlo, sono arrivato alla conclusione che gli atti di pura, assoluta, grottesca, imbecillità di cui sono stato autore, sono numerosissimi. Ma non finisce qui. L’elemento nuovo, quello che ha sparigliato le regole, è il seguente: mentre compivo quegli atti di imbecillità, ero certo, (quasi) come lo sono adesso, di non essere un imbecille. Mi seguite? Il punto sta nel fatto che adesso, almeno da un po’ di tempo, non mi pare di fare cose imbecilli; ma la stessa cosa pensavo allora!! Capite??

Cosa ne consegue? Ne consegue che con ogni probabilità continuo a fare cose imbecilli anche adesso, anche se non me ne avvedo; e che magari tra X anni mi darò conto di quanto imbecille sono stato ora.

La conclusione, pressoché obbligata, è che non c’è scampo: sono un imbecille congenito.

1)Ora, se Jolly28 vorrà concedere a se stessa di perdere tempo a considerare il parere di un imbecille confesso, mi permetterei di dirle ciò che segue:

quanto a disgrazie, minorazioni, furfanteria, imbecillità, zozzeria, cecità e meschinità, madre natura è provvida, egalitaria, democratica, e imparziale con entrambi i generi che le piaciuto creare.

Pertanto, occorre rassegnarsi al fatto che ad un imbecille corrisponderà sempre una simmetrica imbecillessa;

ad un furfante, una furfantessa;

ad un cieco, una cieca;

ad un poveraccio, una poveraccia;

ad un porco, una troia.

Questo è quello che mi risulta. Potrebbe darsi che Jolly28 dissenta, considerando il genere femminile Intrinsecamente appartenente ad un livello diverso e superiore di umanità, rispetto al genere maschile. E potrebbe persino darsi che abbia ragione, essendo il mio, appunto, il parere di un imbecille.

1) in quel campo non c'è gara: vincono i maschi.

2) ti comprendo benissimo.In sunto stai dicendo che retroattivamente hai una visione di te imbecille inconsapevole. Quindi l'etichetta d'imbecillita al giovane Satori , l'hai potuta dare in seguito. Ma se l'imbecillità era legata all'inconsapevolezza, potresti essere tuttora imbecille o meglio agire in alcuni frangenti da imbecille, poichè credi di non saperlo.Tra 10 anni poniamo, ne saresti consapevole.E' possibile, ma il tempo regala anche esperienze, prospettiva, discernimento, non solo rughe o alopecia.

Ma dimmi, dopo la maturità - non quella scolastica- , hai mai avvertito dentro di te che in fondo in fondo stavi agendo da imbecille, eppure l'hai fatto lo stesso?

Personalmente a me sì. Ho agito a volte consapevolmente da imbecille, con conseguenze prevedibilissime, eppure l'ho fatto.

Si potrebbe dire che non esiste di peggio che un imbecille consapevole ed è vero.

Penso di averlo fatto, anzi ne son certa, per fare uno sberleffo a Freud.

Goes to the unstealth Satori the imbecillity Oscar.

Potrebbe darsi che Jolly28 dissenta, considerando il genere femminile Intrinsecamente appartenente ad un livello diverso e superiore di umanità, rispetto al genere maschile.

Concordo sul genere femminile Intrinsecamente appartenente ad un livello diverso e superiore di umanità , ma potrebbe darsi che dissenta in ogni caso per spirito di contraddizione che notoriamente contraddistingue, non tutte, le femmine.

Fatto sta, che....

ad ogni asino, un' asina

ad ogni ciuccio, una ciuccia

ad ogni topo, una zoccola

:ris:

vabbè scherzavo

obiezione

ad ogni politico uomo / ?

ad ogni casalinga/ ?

ad ogni pedofilo/ ?

ad ogni femminicida/?

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In fin dei conti alla base c'è un bisogno atavico: ecco quelli non l'hanno mai superato. E' un po' come il dente del giudizio: sempre più bimbi nascono senza, perchè non ce n'è più bisogno,abbiamo superato la fase caccia-pesca.Non so se mi sono spiegata.

Se parliamo di vestigia (cioè di qualcosa che ha perso la sua funzione e dunque è oggi inutile), io direi che oggi un buon esempio è il matrimonio (o comunque la monogamia).

Un tempo (durante la fase caccia-pesca come la chiami tu), era utile che un maschio difendesse la femmina gravida per una migliore "fitness" (l'obiettivo era quello di ottenere prole fertile).

Difendere i pochi figli avuti con una sola compagna era più conveniente (per la specie) che avere molti figli e privarli delle cure parentali. In quest'ultimo caso morivano quasi tutti, quindi strategia perdente.

Oggi un buon modo per avere fitness è quello di avere un buon conto in banca e pagare gli alimenti, non importa essere forti, veloci e monogami..

E infatti questo carattere, la monogamia, si sta a poco a poco estinguendo, esattamente come il dente del giudizio

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Ho un carissimo amico pornomane, un vero intenditore; 50 tera di pornografia di ogni genere. Un record, credo. Non ci vediamo spesso, giacché vive in America, e viene in Italia una volta l’anno. Guarda la casualità, proprio la scorsa estate il discorso è caduto su certi aspetti della pornografia che non conoscevo; e che mi avrebbero sconcertato, se fossi ancora capace di sconcertami per qualcosa. Francamente, ero rimasto fermo ai vecchi e noti criteri di perversione; ma, come si sa, gli orizzonti mutano sempre. Probabilmente , Jolly28, ignori, come ignoravo io stesso fino a pochi mesi fa, che le nuove protagoniste della pornografia e della cosiddetta “trasgressione” sono esclusivamente le donne. Alt, non protagoniste passive, ma attive, sia come fruitrici, che come soggetto agente e dirigente. Hai mai sentito parlare, Jolly28 del fenomeno “cuckold”? E dei “bachelor party” al femminile?. Il mio amico mi ha detto che circa 4 dei suoi 50 tera di pornografia, riguardano l’uno e l’altro genere. Mi ha detto pure di essere un frequentatore piuttosto assiduo dei cosiddetti “swingers club”, dove ha assistito a cose che mai avrebbe creduto se non certificate dalla vista dei coi propri occhi.

Chi ha letto i miei scritti pregressi, sa che sono piuttosto diretto, e, se il caso, alquanto crudo nel parlare; ma al momento, vorrei evitare di entrare nel merito, e spero che tu Jolly28, mi metterai in condizione di rimanere sfumato. Documentati, verifica in cosa consiste il fenomeno “cuckold”, e di che cosa siano capaci le rispettive “sweet”. Scaricati qualche video sui “bachelor party” femminili, così che potrai vedere coi tuoi medesimi occhi con che ardore le femmine gareggino in trivialità con i maschi, e magari, dopo, ci penserai un po’ di più prima di fare graduatorie. Informati, nello specifico, su cosa siano gli “swingers club”. Sai, io pensavo che il mio amico esagerasse, e proprio l’agosto scorso, ho dato un’occhiata ad alcuni spezzoni di quei 4 tera. Tutto materiale amatoriale, genuino, ruspante; nulla di costruito a scopi commerciali; ma del tutto funzionale a quel mondo. Che tutto sommato preferisco a quello dei farisei, e dei neo-bacchettoni.

Femminicidio.

L’ennesima e recentissima evoluzione della lotta di potere che le femmine, a partire dagli anni ’60, hanno ingaggiato contro i maschi è stata, con molta strategica ponderazione, definita “femminicidio”: ossia, lo si noti ( o lo notino tutti quegli uomini che non hanno ancora indossato la sottana) omicidio aggravato dalla specificità di genere. Prima di commentare questa astutissima arma di distruzione semantica, si noti che:

se un uomo uccide un altro uomo, non diventa maschicidio;

se una donna uccide un uomo non si configura il maschicidio;

se una donna uccide un’altra donna non vi è femnmicidio;

se un omosessuale uccide un uomo o una donna, non vi è né maschicidio né femminicidio;

se una lesbica uccide un uomo o una donna, idem come sopra.

Lo avevate mai notato? Francamente, consentitemi di dubitarne; giacché il trucco, come tutti i trucchi, funziona solo se non viene reso manifesto. E allora, come mai l’aggravante legata alla specificità di genere si configura solo nel caso di un maschio che uccide una femmina? Coro: “ma come perché? Ma da dove salta fuori questo maschilista sciovinista? In quale caverna vive, per non sapere della continua strage di donne ad opera di uomini?” Prima di entrare nel merito, rimando alle (eventuali) mittenti sia il maschilista che lo sciovinista; entrambi gli epiteti e le rispettive mentalità pertengono al mondo di marginalità umana di cui fanno parte tutti coloro (femmine e maschi che siano) che nel definire la propria identità subordinano il genere alla specie: ossia, femministe e maschilisti.

Dunque, la messa in scena mediatica ha certificato per vero ed indiscutibile il “fatto” che i maschi che uccidono donne e che, comunque, usano violenza verso donne, siano più numerosi delle femmine che uccidono maschi e che, comunque usano violenza. Ebbene, come tante altre cose gabellate per vere, questa è del tutto falsa. Partiamo dalla violenza, sia fisica che mentale.

Lo sapevate che il 40% della violenza domestica negli Usa è a opera di femmine? Consentitemi di dubitare che la cosa fosse a conoscenza dei più. Ok, però resta che il primato, il 60%, è dei maschi. Vero, ma non è cos’ che si legge una statistica. 40 e 60 non sono termini assoluti, ma relativi; perché? Sarebbero termini assoluti se le due parti avessero la medesima possibilità di praticare la violenza; ma così non è!! A parità di costituzione, età, e salute, occorrono circa tre femmine per mettere a tappeto un maschio; il che vuol dire, evidentemente, che la capacità di violenza fisica del maschio è tre volte quella di una femmina. Il che vuol dire che, in termini assoluti, il maschio è 3 volte meno violento di quello che le sue possibilità fisiche gli consentirebbero. Il che vuol dire che il 60% si riduce a 20% contro 40%. Capito? Sempre negli USA, le cause di divorzio per crudeltà mentale vedono un addebito per colpa del 35% contro il 65%; indovinate per chi?

Ma veniamo a noi, e alle nostre cronache locali. Mi si spiega perché quando una femmina si butta dal balcone, o sotto un treno, portando con sé una piccola creatura innocente, non si parla mai di assassinio, bensì la circostanza viene “avvolta” nel velo dell’ineluttabilità. La tragedia assume contorni impersonali, quasi si trattasse di eruzioni vulcaniche o caduta di meteoriti. In questi casi, per giunta, spesso, l’assassino diventa vittima. La poveretta ha compiuto l’insano gesto perché pressata da ragioni che gli rozzissimi maschi mai e poi mai potranno solo lontanamente concepire. Tuttavia rimane schiacciante l’evidenza che gli infanticidi sono commessi per la quasi totalità dei casi dalle madri, le quali sono di genere femminile, e non maschile. E sempre tuttavia, questa cosa viene rimossa, o ricondotta alla neutralità dei meri eventi naturali. Insomma, la femmina casca sempre in piedi; è la vittima per eccellenza. Lo è quando uccide, e lo è quando è uccisa. Cito un vero caso di scuola: qualcuno ricorda la strabiliante sentenza di quel giudice inglese che ha assolto un’assassina perché (poverina) vittima (l’assassina!) della sindrome pre-mestruale? Questa cosa qualcuno di voi la sa? L’assassina, tale Sandie Craddock, ha sventrato a coltellate un collega di lavoro, e ciò non ostante, l’omicidio è stato derubricato da volontario, efferato e per futili motivi, a colposo!! Ebbene, una volta ho discusso di questa cosa con una signora; questa mi guarda schifata e mi dice:” Ha avuto un regolare processo, al termine del quale, una giuria ed un giudice hanno così stabilito. Cose che non le va?” No comment.

Siccome questa notizia sembrerà incredibile, allego un link:

http://www.nytimes.com/1982/03/07/magazine/dispelling-menstrual-myths.html?sec=technology&spon=&pagewanted=5

Ora io mi chiedo; qualcuno di voi conosce rudimenti di filosofia del diritto? Volete che vi spieghi a quali conseguenze aberranti e socialmente esplosive porta la mentalità che ha che ha ispirato una sentenza del genere? E’ la stessa mentalità che, lo steso brodo di coltura culturale che ha coniato il termine femminicidio, per capirci.

L’omicidio è omicidio; la sua gravità dipende da tutta una serie di circostanze arcinote nel diritto penale; sia romano che anglosassone. Tra queste, assolutamente non esiste la mestrualità, ossia il fatto più naturale che esiste. Quella sentenza, per la quale molte femministe hanno esultato, è l’insulto peggiore che si può rivolgere a tutto un genere; perché fa di chi vi appartiene un pupazzo di carne in balia dei capricci degli ormoni; oppure una mina vagante pronta ad esplodere.

Gli uomini che uccidono le donne da cui sono state lasciate, infine, meritano la pena prevista per l’omicidio volontario, e, ove vi fossero, le aggravanti del caso. Ma il “femminicidio … ok, per rispetto a Gastardo devo tacere la destinazione atomica presso cui vorrei allocarlo…

Quanto alla tua domanda sulla mia imbecillità, Jolly28, non mi viene facile risponderti. Sono pervenuto alla conclusione che il vero mistero non è l’intelligenza, ma la sua negazione; e ho fondate ragioni per poter affermare che tale mistero è insolubile per principio. Provo a spiegarmi in termini comprensibili, evitando il filosofese. Se, per analogia, si assimila l’intelligenza alla luce, e il suo contrario (ossia l’imbecillità) alle tenebre, si capisce subito perché sia (appunto per principio) impossibile capire l’imbecillità. Nello stesso istante in cui cerchi di capirla, l’imbecillità, la illumini con la luce dell’intelligenza, che fuga, ipso facto, le tenebre. Insomma, o c’è l’una o c’è l’altra; il che porta a una conclusione identica alla premessa: l’imbecillità è inconoscibile; esiste solo per privazione, è pura assenza, non presenza. Se entri in una stanza buia, e cerchi di “vedere” le tenebre, nello stesso istante in cui accendi la luce che è la condizione per vedere) scompaiono le tenebre. Spero di essermi spiegato.

Ne deriva che la nostra umana condizione è segnata dal paradosso. Uno degli esseri umani per cui nutro più ammirazione è Kurt Godel; considerato il più grande logico di tutti i tempi. Ebbene, quest’uomo fu capace di comportamenti che definire imbecilli è già frutto di condiscendenza.

Pertanto, stavolta non sono capace di rispondere alla tua domanda; posso solo dire che sono stato imbecille, e che con ogni probabilità lo sono ancora.

Modificato: da Satori
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Chiedo umilmente scusa @ Satori per avergli assegnato un oscar che non gli rende merito. Propongo a gran voce la candidatura per il Nobel !!

a proposito di Oscar...., Wilde: Vivere è la cosa più rara del mondo, molta gente esiste. Ecco tutto.

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@Satori.Non ho molto tempo ora, ma ti faccio notare che una donna che ha partorito subisce una tempesta ormonale per cui in giurisprudenza, la si equipara parzialmente ad essere incapace di intendere e la pena per infanticidio o figlicidio, è difatti ridotta.

Prova a fare un figlio e capirai come ci si sente.Molte la superano, altre sviluppano lunghe depressioni.Non dico sia giusto, ma è.

Per il resto: nessuna voglia di andar a vedere il degrado femminile che poi deriva da molto lontano o vicino, che ha radici sociologiche.Mentre quello maschile ha matrici perfino più nobili, anche se distorte ed estremizzate.

In ultimo: in nome delle donne uccise in Italia ogni paio di giorni da mariti , ex-amanti gelosi, stalker, per favore ....Kaddish.

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@Jolly28,

c’è sempre una ragione per cui le cose accadono; sempre una causa a monte di un effetto. Scusa, ma questo è del tutto ovvio; lo è a tal punto da non aver il valore esplicativo che tu, arbitrariamente, gli impresti.

Ora tu sostieni, credo, sennò correggimi, che esistono differenze di motivazioni, anzi, esistono gradi diversi di causalità tra la devianza mentale della femmina e quella del maschio. Tu sostieni (se sbaglio correggimi), che l’ormone che fa andare fuori di testa la femmina infanticida sia “nobile”, e che la sua “tempesta” sia alta e sublime; magari criticabile, dato l’esito, però per carità, fuori dalla portata critica di noi maschi appena umani. Mentre sostieni, parimenti, che la tempesta neuronale che porta un maschio a compiere un assassinio sia di livello infimo.

Il tuo discorso è di una illogicità patente, e francamente, inescusabile; è puro partito preso. E poi, davvero non ti avvedi a quale esito logico porta? Non ti accorgi del ginepraio in cui lo hai portato? Se è vero questo “… ti faccio notare che una donna che ha partorito subisce una tempesta ormonale per cui in giurisprudenza, la si equipara parzialmente ad essere incapace di intendere …”, ossia se è vero che l’atto più naturale dell’universo trasforma le donne in squilibrate assassine, nelle quali la facoltà di intendere e di volere è annullata, che ne è della loro dignità?? Proprio non lo vedi che questi discorsi, erti a difendere l’indifendibile, trascinano la dignità dell’essere umano femmina ad un livello meno che animale? Se elimini la responsabilità, togli via la dignità e lo specifico dell’umanità. Evidentemente, le femministe queste cose elementari non sono capaci di comprenderle.

Scrivi ancora: “… e la pena per infanticidio o figlicidio, è difatti ridotta…”. Te lo sogni, dimmi dove sta scritto!. Nessun codice penale prevede cose del genere. Questa giurisprudenza (extra codici, e della quale si discute la legalità) è recentissima, ed è frutto delle aberranti forzature delle sentenze di alcuni giudici, come quello inglese da me citato.

L’omicidio, resta ancora omicidio. Chiunque uccida è un assassino, e chi sostiene il contrario è un pericolo pubblico.

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@Satori

mettiamo in chiaro che non sono "femminista" (termine obsoleto), non ho vicende personali amorose che mi spingono a svalutare il genere maschile: tranne un paio di imbecilli, ho avuto gran fortuna, non voglio sostenere la superiorità di genere:non esiste.Esiste l'individuo maschio e l'individuo femmina, distinti però in certe caratteristiche, insite, connaturate.Molte di queste caratteristiche sono distorte/accentuate per fattori extra.

PARE OVVIO CHE LE MIE OPINIONI SIANO "LE MIE OPINIONI" (maiusc non voluto) e non ho mai detto di essere un tipo logico.

Il discorso qui attiene a fatti naturali , ad osservazione della realtà e medicina e filosofia e bla bla bla.

Motivazione: quella cosa che ti spinge a ....(dal latino, vero Satori?).Ebbene ne esistono di "psichiche", ne esistono di "razionali", ne esistono di "naturali".

Sono neutrale quando ti dico che l'infanticida femmina (entro un certo lasso di tempo) non ha motivazione perchè in uno stato particolare.La stessa giurisprudenza ne prende atto e mi pare impossibile che tu non lo sappia :art. 578 CP. in cui vengono chiamate condizioni "emotive", secondo me impropriamente.

Il femminicida è una razza d'uomo che non si è mai evoluta e che vede l'altra come cosa di sua proprietà .Motivazione: ignoranza, insicurezza, bassa autostima, cattiva educazione ect ect.

Nessuno dei due atti è nobile, ma si tratta di categorie ben differenti.

L'atto del procreare si concretizza con l'accoppiamento.Giusto? Essendo strettamente correlato con la prosecuzione della specie, nel maschio è insito l'istinto del cacciatore/inseminatore che poi prende svariate forme e deviazioni.Ma l'obiettivo primario è ingravidare più femmine possibile.Chiaro che i tempi son cambiati, ma se quell'istinto non fosse così forte la razza umana si sarebbe estinta da mo'.Un maschio è in grado di " contribuire", fino alla fine dei suoi giorni. Una donna no.A un certo punto la Natura la manda in (meno)-pausa. Perchè la Natura o Dio è più intelligente di noi e sa che razza di esperienza sia la gravidanza esaltante certo, ma pure stressante che ti spara in circolo una miriade di ormoni e induce un sacco di cambiamenti. Perchè ti porti dentro un alieno per nove mesi.E uno ok, due pure, tre che bello, ma poi la cosa si fa ardua e faticosa da sostenere e quindi Stop.

Responsabilità.Qui mi vengono in mente varie e interessanti osservazioni.E condivido che l'individuo deva res-pondere.

Esistono però delle condizioni oggettive in cui questa bellissima e terribile facoltà umana, viene a scemare, appunto per cause che vengono da fuori o anche da dentro , chissà.

Il dibattito è interessante Satori, ma per cortesia non vedermi come un avversario e non mettermi etichette .Dammi il rispetto che io do a te.Perchè mai mi son permessa di esprimere un giudizio sul Satori uomo, ma solo sul Satori pensiero.

ps.Voglio anch'io la tifoseriaaaaaaa :hahaha: :hahaha: :hahaha:

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“…ma per cortesia non vedermi come un avversario e non mettermi etichette .Dammi il rispetto che io do a te.,,,”

Occorre una premessa: mai e per nessuna ragione potrei mancare di rispetto a chi mi concede la propria attenzione in un dibattito di idee; per quanto il confronto possa farsi acceso, il limite, per me sacro, dell’altrui individualità e dignità non deve mai essere valicato. Sono sanguigno, Jolly28, letteralmente focoso in ogni aspetto della mia esistenza. Pensa solo che non posseggo un cappotto, che giro tuttora con le maniche corte, e faccio la doccia fredda anche in inverno. La testa ed il cuore vanno di pari passo. Dunque, con totale sincerità, il mio rispetto precede e segue la foga delle mia parole.

Veniamo al tema.

Articolo 578.

Infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale. La madre che cagiona la morte del proprio neonato immediatamente dopo il parto, o del feto durante il parto, quando il fatto è determinato da condizioni di abbandono materiale e morale connesse al parto, è punita con la reclusione da quattro a dodici anni.

A coloro che concorrono nel fatto di cui al primo comma si applica la reclusione non inferiore ad anni ventuno. Tuttavia, se essi hanno agito al solo scopo di favorire la madre, la pena può essere diminuita da un terzo a due terzi.

Non si applicano le aggravanti stabilite dall’articolo 61 del codice penale (1).

(1)Articolo così sostituito dalla L. 5 agosto 1981, n. 442”.

E allora? Questo testo conferma, direi alla lettera quanto ho affermato circa le condizioni che fungono da attenuante. E’ ovvio che nelle condizioni illustrate dal testo queste condizioni esistono, e da ciò, infatti, discende l’attenuante. Detto questo, cara Jolly28, io non leggo alcun riferimento agli ormoni, che è lo specifico del nostro discorso. L’attenuante si configura, il testo è chiarissimo, nelle “condizioni di abbandono morale e materiale”; questo recita l’articolo. Il giorno in cui un testo di legge dovesse introdurre come dato attenuante tali a e tali condizioni neurochimiche naturali, quel giorno sarà la fine del diritto, e quello antecedente alla scomparsa della civiltà umana. I soli casi in cui determinate condizioni neurochimiche sono previste come attenuanti sono quelli già previsti dalla legge come patologici secondo la tassonomia psichiatrica standard. Ossia, i malati di mente, come tali riconosciuti, essendo per ciò stesso minorati nell’essenza di persona, che è la libertà e quindi la responsabilità, sono soggetti a differente giurisdizione.

Vedi, il discorso che tu hai fatto porta dritto dritto ad un vicolo cieco. Se la femmina è condizionata a tal punto dalla propria biologia, da essere soggetta per lunghi periodi di tempo a gravissime menomazioni nella propria facoltà di intendere e di volere, (se questo, ed è a questo che porta il tuo discorso), non rimane altro che la segregazione, o forme do controllo sociale estremo, come quelle in atto in varie culture. Vedi quella musulmana. Non c’è scampo; delle due una:

1°, o la biologia della femmina umana normale, in condizioni normali, le consente di essere sempre titolare dello stato di “persona”, che implica la piena e continuata disponibilità del possesso delle facoltà mentali di scelta valutazione e volizione, oppure;

2°, la sua biologia la porta, deterministicamente, ad una perdita di tale disponibilità. Ora, se priva di tale disponibilità, la femmina umana retrocede all’istante ad una forma di umanità minore, ed assume lo status conferitole, ad esempio, dal mondo arabo, e da un a certa parte delle culture asiatiche. Notasi, per completezza, che quelle che tu chiami “tempeste ormonali”, per quanto concerne la femmina umana, non si limitano al pre, e post parto. Nossignori. Le tempeste si scatenano nel pre, durante, e post mestruo. Si scatenano, violentissime, nella fase della menopausa, che, come tu sai, può avere strascichi lunghissimi. Pertanto, chi sposa la tesi delle tempeste ormonali, non si avvede di tratteggiare una disgraziata creatura che per praticamente tutta la propria vita manca del possesso delle facoltà mentali di scelta valutazione e volizione; ossia, una pazza congenita.

Quale delle due, Jolly28? Se è vera la prima, l’omicidio, o qualsiasi altra forma di condotta illecita, non può prevedere attenuanti di genere. Se è giusta la seconda, siete da rinchiudere.

Se è vera la prima, ossia se l’omicidio o qualsiasi altra forma di condotta illecita non può prevedere attenuanti o aggravanti di genere, si capisce quale perfida e sopraffina arma di distruzione semantica sia la nozione di “femminicidio”. E’ uno strumento creato in laboratorio dai soliti seminatori di zizzania, volto ad aizzare e rinfocolare odio e risentimento.

Guarda, so che quello che dirò adesso servirà a poco. Davvero non trovo le parole per significarti la rabbia che provo quando un qualsiasi soggetto più forte esercita violenza su uno debole. E non mi limito a mandarla giù questa rabbia. Tanto per dire, la scorsa estate ho avuto una scazzottata con una padre che aveva schiaffeggiato il figlio che si era sporcato con un gelato. Non mi giro dall’altra parte… Ma questo vale sempre, per tutto e per tutti. Che un essere umano abbia un pene o una vagina, non lo fa titolare di volatili diritti stabiliti da coloro tuonano dai pulpiti del momento. La vera giustizia non patisce i capricci delle mode; essa è indenne dal potere corrosivo del tempo; giacché sorge da profondo del cuore umano. Che riposa nella profonda eternità.

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