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Io Sono Una Bestia


Satori

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4 ore fa, tonino dice:

Sono parole vecchie di oltre tre anni fa:

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2014/documents/papa-francesco_20140625_udienza-generale.html

Blondet sta perdendo colpi, non vorrei che facesse copia e incolla da altri siti di controinformazione.

Per tornare alle figlie di Eva, ho trovato interessante questo link:

http://www.senato.it/documenti/repository/commissioni/comm02/documenti_acquisiti/957 FENBI - A.pdf

 

Grazie, Tonino, non riuscivo a trovare il testo originale del discorso del Papa, letto il quale, a parte il copia incolla (che si può fare, ma citando la fonte), appare evidente che Blondet, decontestualizzando, ha dato un'interpretazione distorta e riduttiva delle parole di Bergoglio, a proposito delle quali, comunque, devo precisare quanto segue. La posizione di Bergoglio rappresenta la massima interpretazione "reazionaria" e filistea del celebre detto "Extra Ecclesia nulla salus"; ossia, non c'è salvezza fuori dalla Chiesa. Il che è vero e falso allo stesso tempo. Mi spiego, semplificando: nell'interpretazione bergogliana, non puoi salvarti (ossia brucerai in eterno), se non segui alla lettera le parole e la via indicata dalla gerarchia ecclesiastica (unica custode e garante dell’ortodossia), e se non partecipi alla ritualità della comunità dei fedeli. Per Bergoglio e tutti quelli che sono e sono stati sulla stessa linea, la Chiesa è questo; una specie di gigantesca bocciofila buonista e moralista, in odore di incenso, predicozzi, rimbotti paternalistici, e (neanche tanto) sottintese minacce che se non righi dritto, diventi una bestia (come lo scrivente) su questa Terra, e un frequentatore di laghi di zolfo, nell’altro mondo.

 

Per la teologia non bergogliana, invece, la Chiesa, e in primo luogo il Corpo Mistico Cristo, e solo dopo e come conseguenza, si manifesta nella comunità dei fedeli e nella gerarchia. Ma fondamentalmente, né comunità né gerarchia posseggono alcun attributo spirituale, ove entrambe, in primo luogo, non riconoscano il primato assoluto e sostanziale della Chiesa intesa come “traccia” mistica della Persona di Cristo. Se si ammette questo, le parole di Bergoglio si falsificano da sole, dato che chiunque, purché qualificato, può tranquillamente ignorare le sacrestie, le assemblee e le processioni, e vivere serenamente in Cristo. Spero sia chiaro, sennò approfondisco.  

 

Per i pochi cui potrebbe interessare (sarei contento se almeno una persona comprendesse davvero la portata di quanto segue), disvelo uno dei punti più oscuri della teologia post medioevale, che rappresenta il tradimento più perfetto dell’intero messaggio cristico. Ebbene, se è vero che il nocciolo più profondo del cristianesimo e l’Incarnazione (cosa che, credo, sia incontestabile), come molti prima di me hanno evidenziato, il versetto che rappresenta nella più estrema delle sintesi la Dottrina non può che essere Giovanni, 14, ossia, quanto leggerete nel link appreso.

 

http://www.atma-o-jibon.org/italiano/Gv1_1.htm  

 

Del Vangelo di Giovanni non esiste (o è andato perduto) il testo aramaico; disponiamo del testo greco e di quello latino (come si vede nel link). Ora io mi chiedo, come è possibile che negli ultimi secoli nessuno – e sottolineo nessuno – abbia rilevato un macroscopico errore di traduzione. E gli è che non si tratta di un errore neutro, un banale errore grammaticale, che poco incide sul significato del testo. Trattasi, al contrario, di un errore che altera completamente il significato del testo. La traduzione in volgare del testo latino/(greco)  Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis; (quella che leggete nel link, e in qualsiasi Vangelo) è: “il Verbo si è fatto uomo, ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”. Bene, contiene due errori, uno minore, ma sempre grave, ed uno maggiore e gravissimo.  “Caro carnis” non significa “uomo”, bensì carne; non per nulla si è sempre parlato di Incarnazione e non di umanizzazione (differenza teologicamente basilare, ma che qui sorvolo). Ma  l’errore gravissimo, teologicamente imperdonabile, e grammaticalmente plateale, riguarda la traduzione di “… habitavit in nobis. Ai miei tempi, già in seconda media, si conosceva la differenza, in latino, tra i diversi complementi di luogo. Ebbene, “in mezzo a noi” è una determinazione particolare di luogo che in latino si esprime con “inter” più il caso accusativo; per cui, se Giovanni avesse voluto intendere “in mezzo a noi”, non avrebbe scritto “in nobis”, bensì, “inter nos”, cioè, inter più il pronome nos al caso accusativo. Ma il testo dice chiaramente in nobis, che vuol dire “dentro di noi” (caso particolate di complemento di stato in luogo, e precisamente stato dentro un luogo), quindi, "in" più il caso ablativo. Questo rende alla perfezione l’idea dell’Incarnazione, ossia quel processo attraverso il quale il Padre si veste della materia (la carne) e della forma umana (l’uomo) attraverso il Figlio. E nel testo greco è la stessa cosa, con la sola differenza (grammaticale) che il complemento di stato in luogo, in greco antico, viene retto dal caso dativo preceduto da έν, esattamente come nel testo. E allora perché questo errore marchiano, che altera completamente il senso delle fondamentali parole di Giovanni? La risposta è semplice; nel primo caso, in mezzo a noi, la figura di Cristo si riduce a quella di un compagnone spiritualmente superdotato, che, dal momento che ci trova simpatici, viene a trovarci e illuminarci con la sua bontà; così che ci si possa sentire tutti quanti tanto buoni. Nel secondo caso, siamo nel cuore stesso di ogni autentica dottrina spirituale, ossa la presenza vera e vivente di Dio dentro la profondità della natura umana.

 

Ecco, in passato, ho parlato di questa cosa anche con prelati di rango; mai nessuno che avesse anche alla lontana voglia di cercare di capire e approfondire. Poi ho smesso. Ora ci riprovo in questo Off topic, vediamo che succede.

 

 

 

 

 

Quanto a Blondet, ho scritto più volte che è da prendere con le pinze; assieme a delle vere perle, qualche volta, scrive cose quanto meno discutibili, se non, specie nei commenti di alcuni lettori, delle vere panzane.

 

Resta il fatto che Bergoglio sta portando alle ultime conseguenze l’errore mortale da me segnalato,  documentato e provato righe sopra; è il portabandiera zelante e violento dell’” in mezzo a noi”.  Senza l’Incarnazione, il Cristianesimo si riduce a una sociologia della carità pelosa, un socialismo col ciglio umido e la cattiva coscienza.

 

 

 

P.s.

 

Riguardo all’altra questione, ecco un bel link

 

http://www.documentazione.info/i-nuovi-poveri-i-padri-separatiRiguardo all’altra storia, ecco un bel link:

 

 

 

 

 

 

 

 

Modificato: da Satori
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3 ore fa, theguru dice:

Ma qual è la parte del filmato che vi colpisce?

The Guru

Anche se mi era parso di essere andato ben oltre quanto presente nel video, e anche la risposta alla tua domanda era compresa, e molto argomentata, nel mio ultimo post, ti rispondo lo stesso. Nella posizione di Bergoglio (e a dire il vero di molti prima di lui), la Sostanza del "Corpo Mistico di Cristo" - cioè la Vera Chiesa - è ridotta all'armamentario burocratico/rituale della Chiesa terrena (da un lato), e all'assemblearismo fedeistico della "comunità" dei credenti (dall'altro). Non sto sostendendo che entrambe le realtà non siano importanti, affatto; ma che sono subordinate, e traggono la loro ragion d'essere dalla Chiesa come "Corpo Mistico di Cristo". Non mi pare una cosa difficile da capire; ma se non lo si capisse, sarebbe prova ulteriore che la Chiesa Romana è ridotta a un guscio spiritualmente vuoto, e che i suoi "fedeli" vagolano dietro una forma priva di essenza. Qualcuno mi spieghi, sennò, perché per arrivare a Dio, o Dio per arrivare a me, abbia bisogno di intermediari in tonaca (questo una volta, oggi il prete si è modernizzato e armanizzato, oppure, sempre modernizzato, veste come un camionista). Me lo si spieghi, per favore.

Il nocciolo di una religione è l'incontro con Dio, non quello con un prete; il prete, se davvero sacerdote, può magari favorirlo, ma il mistero dell'interiorità del rapporto con Dio starà sempre oltre la sua portata. Diversamente, stiamo parlando di una specie di Rotary spiritualeggiante. Il bergoglismo, appunto.

Sulla gravissima confusione tra "in noi" e "in mezzo a noi", tutto tace. Mi sa che aspetterò il giorno del Giudizio, perché l'Altissimo sanzioni i colpevoli, i tiepidi e gli indifferenti.

L'errore sta lì, abbagliante; anche se ci si limitasse solo alla grammatica, la Chiesa e tutte le sue gerarchie dovrebbero dare le dimissioni, e campare di acqua, erbe e radici per il resto della vita.

Bah!

Modificato: da Satori
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Magari potrei sbagliarmi riguardo le parole del papa del video che ho postato, ma per come le interpreto io suonano come una minaccia, ovvero se non si seguono i dogmi della chiesa cattolica non si puo arrivare a Dio , è pericoloso. Cioè la chiesa, anzicche appunto favorire perfezionare arricchire e migliorare quella che gia è una relazione personale con Cristo dal momento in cui un cristiano si riconosce peccatore,diventa l'unico percorso possibile. Non so ma puzza tanto di superbia.
 Bergoglio dice che occorre camminare tutti insieme anche se è difficile ma Gesù dice : 
 dove due o tre sono riuniti nel nome mio io sono in mezzo a loro mt 18.20, quindi non c'è bisogno di camminare tutti insieme  per arrivare a Dio.
Non bisogna avere un diretto rapporto con Cristo, è pericoloso, cosa significa? Che non posso leggere e interpretare la Bibbia per i fatti miei e non posso pregare solo in camera ma devo andare per forza in chiesa e sentire cosa mi dicono loro? Certo che è pericoloso e dannoso, ma per tutto il cattolicesimo.

Inoltre, non so se Bergoglio ci è o ci fa, ma ho trovato un'altra chicca  dove in un omelia parla di Gesù come di un umano qualsiasi, quindi peccatore. Se fosse stato il pretello di paese a fare un omelia del genere la potrei anche capire ma dal papa no.

 

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3 ore fa, Dstrange dice:

Magari potrei sbagliarmi riguardo le parole del papa del video che ho postato, ma per come le interpreto io suonano come una minaccia, ovvero se non si seguono i dogmi della chiesa cattolica non si puo arrivare a Dio , è pericoloso. Cioè la chiesa, anzicche appunto favorire perfezionare arricchire e migliorare quella che gia è una relazione personale con Cristo dal momento in cui un cristiano si riconosce peccatore,diventa l'unico percorso possibile. Non so ma puzza tanto di superbia.
 Bergoglio dice che occorre camminare tutti insieme anche se è difficile ma Gesù dice : 
 dove due o tre sono riuniti nel nome mio io sono in mezzo a loro mt 18.20, quindi non c'è bisogno di camminare tutti insieme  per arrivare a Dio.
Non bisogna avere un diretto rapporto con Cristo, è pericoloso, cosa significa? Che non posso leggere e interpretare la Bibbia per i fatti miei e non posso pregare solo in camera ma devo andare per forza in chiesa e sentire cosa mi dicono loro? Certo che è pericoloso e dannoso, ma per tutto il cattolicesimo.

Inoltre, non so se Bergoglio ci è o ci fa, ma ho trovato un'altra chicca  dove in un omelia parla di Gesù come di un umano qualsiasi, quindi peccatore. Se fosse stato il pretello di paese a fare un omelia del genere la potrei anche capire ma dal papa no.

 

Grazie dell'apporto, Dstrange, per questo video surreale e innaturale ad un tempo. Poche sere fa, passeggiando con un amico credente, praticante, dottrinalmente preparato, ma soprattutto virtuoso (nel senso più vero e profondo; non so, un esempio per tutti, quanti, oggi, pratichino 52 giorni di digiuno, totale, l'anno; insomma tutti i venerdì. E pratichi una carità così silenziosa e pudica. come questo prezioso amico), si discuteva se Bergoglio fosse uno psicopatico o un indemoniato. L'amico sosteneva le seconda possibilità, io alla fine lo convinsi che entrambe si sostenevano a vicenda. Quanto, ad esempio, questo sinistro personaggio dichiara nel video, tuttavia, è forse meno scandaloso dello stato di totale ignoranza e torpore cognitivo del "popolo dei fedeli", che, udita una simile strabiliante bestemmia, avrebbe dovuto prendere costui a calci nelle natiche e rispedirlo nella pampa. E invece nulla!

Dissento totalmente, però, sulla libera interpretazione dei testi sacri. Neppure il protestantesimo (che sotto tale aspetto è eretico) si spinge fino al soggettivismo estremo, diversamente, scomparirebbe - e non avrebbe alcuno motivo di esistere - persino la figura del pastore. La questione, in fondo è semplice, e la sua soluzione, come sempre, passa attravertso una chiarificazione dei suoi termini. Domanda:

1, da cosa dovrebbe essere libera l'interpretazione?

2, per cosa (nel senso di per raggiungere quale fine) dovrebbe esserlo?

1, dovrebbe essere libera dalla possibilità di errore; 2, la seconda libertà concerne il fine, che dovrebbe essere quello di raggiungere e di ottenere un'ermeneutica (interpretazione) ripondente al Vero. Entrambe le cose, caro Dstrange, se ci rifletti, stanno al di fuori,  non solo dalla portata della persona comune, ma anche da quella intellettualmente qualificata, la cui autorità si limita alla cose terrene, non quelle ultraterrene. Insomma, non può non porsi la questione di chi sia il garante di ultima istanza dell'ortodossia (che, ricordo, vuol dire corretta opinione). Un umano può garantire, nel migliore dei casi, sulle faccende umane; su quelle divine è il Divino Stesso che garantisce, attraverso il solo e legittimo significato di Chiesa, come Corpo Mistico di Cristo. I Padri, infatti, scrissero sotto ispirazione dello Spitito Santo, ed è questo che ne garantisce, almeno nella sostanza, la retta interpretazione. Tuttavia, cosa dottrinalmente nota, questo non vuol dire che i loro scritti siano del tutto esenti da errori, e quindi, in una certa misura, criticabili. Il margine di errore è l'inevitabile conseguenza dei limiti del ricettacolo umano; ma anche dell'impossilità di tradurre in un linguaggio - ineluttabilmente finito - l'Infinito stesso.

Ad esempio, Tommaso, che considero una delle menti più eccelse di ogni tempo, (nella mia opinione, argomentabile punto per punto) non fu esente da errore, su certi temi.

Modificato: da Satori
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2 ore fa, tonino dice:

€ 6.415.797.808 all'anno

http://www.icostidellachiesa.it

 

In questo caso, gli atei militanti (contro chi militano non si capisce), hanno ragione da vendere. Le confessioni spirituali dovrebbero essere sostenute dagli aderenti, salvo che nei regimi teocratici, in cui il caso non si pone. Nelle democrazie laiche (a prescindere dal giudizio che su queste si possa avere; il mio, si sarà capito, è pessimo), è del tutto incoerente far pagare i costi di un apparato a chi non ne fa parte. E' una questione di logica di base.

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2 ore fa, tonino dice:

Quando si parla di testi antichi, come essere sicuri che siano pervenuti fedeli all'originale e non alterati da qualche monaco copista in preda a deliri mistici o in vena di burle?

Addirittura il russo Fomenko va molto oltre, leggete qua:

http://it.wikipedia.org/wiki/Nuova_cronologia

Su questo specifico punto, mi scontro quasi sempre con i rappresentanti, o comunque con i seguaci dell'ortodossia letterale; quella nuda e cruda e tutta d'un pezzo. Non so quanti, tra chi segue questo topic, ha mai letto il Vecchio Testamento. Ecco,  non potrò credere che questo testo, riga per riga, sia letteralmente la "Parola di Dio"; troppe le contraddizioni, troppe le incongurenze, e troppe le assurdità. Un esempio per tutti, un episodio della vita di re Davide, quando, infoiato per la bella Betsabea, moglie di Uria, altissimo ufficiale del suo esercito di Davide e suo amico, non trova di meglio che mandarlo a morire di morte certa (insomma, una specie di auto imboscata), per accaparrarsi la vedova e poi con questa convolare a nozze. Io, con uno così non condividerei una cena; ciò nonostante, è considerato Profeta dai tre monoteismi, e santo dalla Chiesa cattolica. E tanti, tanti altri passi.

La questione non si risolve certo con l'idolatria di un libro, linea che purtroppo ha prevalso; vedi i fondamentalisti americani.

L'ipotesi di Fomenko, francamente, la trovo delirante. 

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18 ore fa, Satori dice:

 Quanto, ad esempio, questo sinistro personaggio dichiara nel video, tuttavia, è forse meno scandaloso dello stato di totale ignoranza e torpore cognitivo del "popolo dei fedeli", che, udita una simile strabiliante bestemmia, avrebbe dovuto prendere costui a calci nelle natiche e rispedirlo nella pampa. E invece nulla!

Dissento totalmente, però, sulla libera interpretazione dei testi sacri. Neppure il protestantesimo (che sotto tale aspetto è eretico) si spinge fino al soggettivismo estremo, diversamente, scomparirebbe - e non avrebbe alcuno motivo di esistere - persino la figura del pastore. La questione, in fondo è semplice, e la sua soluzione, come sempre, passa attravertso una chiarificazione dei suoi termini. Domanda:

1, da cosa dovrebbe essere libera l'interpretazione?

2, per cosa (nel senso di per raggiungere quale fine) dovrebbe esserlo?

1, dovrebbe essere libera dalla possibilità di errore; 2, la seconda libertà concerne il fine, che dovrebbe essere quello di raggiungere e di ottenere un'ermeneutica (interpretazione) ripondente al Vero. Entrambe le cose, caro Dstrange, se ci rifletti, stanno al di fuori,  non solo dalla portata della persona comune, ma anche da quella intellettualmente qualificata, la cui autorità si limita alla cose terrene, non quelle ultraterrene. Insomma, non può non porsi la questione di chi sia il garante di ultima istanza dell'ortodossia (che, ricordo, vuol dire corretta opinione). Un umano può garantire, nel migliore dei casi, sulle faccende umane; su quelle divine è il Divino Stesso che garantisce, attraverso il solo e legittimo significato di Chiesa, come Corpo Mistico di Cristo. I Padri, infatti, scrissero sotto ispirazione dello Spitito Santo, ed è questo che ne garantisce, almeno nella sostanza, la retta interpretazione. Tuttavia, cosa dottrinalmente nota, questo non vuol dire che i loro scritti siano del tutto esenti da errori, e quindi, in una certa misura, criticabili. Il margine di errore è l'inevitabile conseguenza dei limiti del ricettacolo umano; ma anche dell'impossilità di tradurre in un linguaggio - ineluttabilmente finito - l'Infinito stesso.

Ad esempio, Tommaso, che considero una delle menti più eccelse di ogni tempo, (nella mia opinione, argomentabile punto per punto) non fu esente da errore, su certi temi.

Di questo ne sono consapevole caro Satori, e difatti non intendevo dire che fosse giusta la libera e personale interpretazione dei testi sacri, come uomo comune sarebbe impossibile in partenza, anche perché  per fare questo occorrerebbe conoscere bene le lingue originali con cui sono stati scritti, ovvero ebraico o greco, e partire dai testi originali di cui non dispone nessuno. Dal momento in cui mi avvalgo di una traduzione  dall'ebraico al latino e dal latino all'italiano già la mia (quella di un uomo comune) interpretazione diviene soggetta alle interpretazioni dei traduttori che non sono esenti da errori anche importanti, e l'ipotesi che hai fatto sopra sul come è stato tradotto "in nobis"  ne è la prova ( ammesso che sia un errore ).  Tornando al papa intendevo dire (secondo la mia interpretazione) che il suo  obiettivo  fosse proprio quello di mantenere, come dici, i fedeli nell'ignoranza e torpore cognitivo, perché se così non fosse sarebbe pericoloso e dannoso,certo 6,4 miliardi di spese annue mica so caramelle.

 

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1 ora fa, Dstrange dice:

Dal momento in cui mi avvalgo di una traduzione  dall'ebraico al latino e dal latino all'italiano già la mia (quella di un uomo comune) interpretazione diviene soggetta alle interpretazioni dei traduttori che non sono esenti da errori anche importanti, e l'ipotesi che hai fatto sopra sul come è stato tradotto "in nobis"  ne è la prova ( ammesso che sia un errore ).

E' un errore! Ai miei tempi, per una cosa del genere si veniva bocciati. Come ho scritto, "in nobis" è complemento di stato in luogo; "in",  in latino regge il caso ablativo, nobis, appunto. In mezzo a noi è reso con "inter nos", ossia, inter  più l'accusativo*. Non esiste la minima possibilità di dubbio, e infatti, nessuno mi ha mai smentito, nè mi potrà smentire ora e mai. Ma la cosa più grave è che le due forme hanno un significato teologico completamente diverso.

°

http://www.nihilscio.it/Manuali/Lingua latina/Verbi/Coniugazione_latino.asp?verbo=nos

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10 ore fa, Satori dice:

Non so quanti, tra chi segue questo topic, ha mai letto il Vecchio Testamento. Ecco,  non potrò credere che questo testo, riga per riga, sia letteralmente la "Parola di Dio"; troppe le contraddizioni, troppe le incongurenze, e troppe le assurdità.

1 ora fa, Dstrange dice:

occorrerebbe conoscere bene le lingue originali con cui sono stati scritti, ovvero ebraico o greco, e partire dai testi originali di cui non dispone nessuno. Dal momento in cui mi avvalgo di una traduzione  dall'ebraico al latino e dal latino all'italiano già la mia (quella di un uomo comune) interpretazione diviene soggetta alle interpretazioni dei traduttori che non sono esenti da errori anche importanti

A proposito delle "traduzioni" dei testi sacri, vi segnalo le conferenze di Mauro Biglino (traduttore) su youtube.

Iniziando l'esposizione con le stesse vostre osservazioni, dimostra (non smentito e anzi confermato da studiosi ebraici) che molte parole, concetti, personaggi a cui siamo stati abituati, nel testo non esistono (!)

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5 ore fa, Kalel dice:

A proposito delle "traduzioni" dei testi sacri, vi segnalo le conferenze di Mauro Biglino (traduttore) su youtube.

Iniziando l'esposizione con le stesse vostre osservazioni, dimostra (non smentito e anzi confermato da studiosi ebraici) che molte parole, concetti, personaggi a cui siamo stati abituati, nel testo non esistono (!)

La linea congetturale di Biglino, oltre ad essere l'ennesima rivisitazione di una fantasticheria vecchia di decenni (il cui più noto precursone fu Von Daniken) è troppo al di sotto delle semplice eresia, perché possa avere il minimo interesse a richiedere il mio tempo. Tuttavia, prima di lasciare la parola ad altri, ritengo invece opportuno ed utile spendere due parole generali sull'ermeneutica, e, nel nostro caso, quella applicata ai testi sacri. La prima cosa che chi ha interesse per l'argomento deve capire, è che la sola (anche perfetta) conoscenza di una lingua non fa un traduttore, e a molta maggiore ragione un interprete.

Faccio un esempio comprensibile veramente a tutti, la Divina Commedia. Per semplificare, Dante scrive la “Commedia” cercando una lingua comprensibile a tutti, un misto tra il “volgare” illustre (del De vulgari eloquentia) e il dialetto popolare di Firenze e altri luoghi del centro e nord Italia; talvolta conia nuovi termini. Bene, salvo pochi passi, chiunque abbia l’italiano moderno come lingua madre, e non sia proprio una capra, può leggere la “Commedia”; eppure, sono pochissimi (ma proprio pochissimi) coloro capaci di capire – anche con l’ausilio delle note esplicative in calce al testo – di cosa, effettivamente Dante intendeva parlare. Come mai? Semplice: la Commedia non è un testo di cronaca in poesia; cosa sia ciò che scrive Dante, ce lo dice egli stesso ne “ Il Convivio” (http://www.pubblicascuola.it/view.php?id=113). Si parla quindi di quattro livelli interepretati e di quattro significati nascosti uno dentro l’altro, di cui l’ultimo, il quarto, è il vero motore di tutta la scrittura dantesca; il significato anagocico/esoterico/spirituale. Ovviamente, a tutto ciò non si accenna minimamente a scuola (eppure ho fatto il liceo con un insegnante di prim’ordine); come per tutte le cose che ti fanno uscire del recinto delle capre, te le devi cercare da solo. Cosa che inizi a fare una volta compreso che tutto il sistema di “formazione” scolastica è scientificamente studiato per deformarti e indottrinarti. Chi vuole capire Dante, che è lo spirito stesso del Medio Evo, è facilitato, in primo luogo, dalla lettura di un testo fondamentale di Luigi Valli “Il linguaggio segreto di Dante e dei fedeli d’amore”. Su questo argomento sostenni l’esame di “Italiano 2” col compianto prof. Giorgio Petrocchi (ossia uno dei maggiori dantisti di ogni tempo), il quale – che ovviamente conosceva Valli e la sua opera – rimase a bocca aperta, nel vedere uno studentello conoscere argomenti banditi dalla censura della cultura ufficiale di massa. Giacché, se la “Commedia” non è quella storiella fantasy che hanno insegnato a tutti, allora tutto il Medio Evo è altra cosa. Ma questa è davvero altra storia.

E quindi, se per il lettore ordinario è impossibile avere la minima idea del reale significato di un’opera scritta in epoca storica e nella propria lingua, cosa può pensare o pretendere di sapere di testi scritti in epoche non storiche, e delle quali si può essere certi solo della complessità dei livelli interpretativi?

Un’opera ermeneutica, insomma, non richiede soltanto una perfetta conoscenza della lingua, ma direi soprattutto del contesto, che dà senso alle parole, e queste danno senso alle figure retoriche di cui quei testi sono tessuti. E oltretutto, Biglino, checche ne dicano i suoi apologeti, ha scarsa conoscenza persino della lingua.

Lascio la parola ad altri:

http://danielesalamone.altervista.org/antico-testamento-libri-senza-dio-mauro-biglino-recensione-libro/

http://it.aleteia.org/2017/05/09/elohim-mauro-biglino-dio-alieno-critiche/

http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=63890174

 

 

 

 

 

 

Modificato: da Satori
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Satori, a tutto ciò che hai scritto su Biglino, comprese le osservazioni contenute nei link che hai riportato, puoi trovare risposta nei suoi video, se hai pazienza di vederne diversi: lui risponde a tutte queste critiche e le smonta puntualmente.

Riguardo all'ermeneutica, nota che nel mio precedente  messaggio ho scritto "confermato da studiosi ebraici".

Inoltre, c'è un altro video in cui si confronta pubblicamente con esponenti di rilievo del mondo cattolico, ortodosso, protestante ed ebraico: senti come rispondono loro (non Biglino) alle precise domande postegli.

Modificato: da Kalel
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4 ore fa, Kalel dice:

Satori, a tutto ciò che hai scritto su Biglino, comprese le osservazioni contenute nei link che hai riportato, puoi trovare risposta nei suoi video, se hai pazienza di vederne diversi: lui risponde a tutte queste critiche e le smonta puntualmente.

Riguardo all'ermeneutica, nota che nel mio precedente  messaggio ho scritto "confermato da studiosi ebraici".

Inoltre, c'è un altro video in cui si confronta pubblicamente con esponenti di rilievo del mondo cattolico, ortodosso, protestante ed ebraico: senti come rispondono loro (non Biglino) alle precise domande postegli.

Non mi risulta che Biglino abbia confutato alcunché. Ho visto e letto di e su Biglino quanto basta a comprendere la sua posizione, che ha come precursori Von Daniken, Kolosimo, Sitchin (su cui ho a lungo discusso con J-J, mostrandogli l'assurdità delle sue ipotesi) e altri. Prima, ho allegato anche un link, "consulenza ebraica" gestito da ebrei esperti nell'ebraico biblico; se non sono "studiosi ebraici" questi, indicami quelli autentici. Vorrei inoltre sapere chi sono questi "esponenti di rilievo" del mondo cattolico, ortodosso, protestante ed ebraico, cui ti riferisci. Nel nostro caso, persino il parere di un  santo, di uno che moltiplica le zucche e cammina sulle acque, potrebbe essere di nessun rilievo, se non è esperto in una disciplina chiamata ermeneutica. La cosa certissima, è che Biglino dell'ermeneutica non conosce neppure le basi; e a questo punto ho l'impressione che quanto ho scritto sull'ermeneutica dantesca nel precedente post non abbia portato alcun contributo alla discussione. Beatrice, caro Kal El, non è mai stata una donna in carne e ossa, ed anche se lo fosse stata, non avrebbe avuto nulla a che vedere con quanto intendeva Dante, che ne fa un simbolo della Sophia Perennis. Se l'ermeneuta non conosce cosa questa sia, e il contesto in cui questa (la Sophia) assume significato, non capirà nulla di Beatrice, di Dante, e della Divina Commedia. Alla medesima stregua, neppure il campione mondiale di tutti i tempi nella conoscenza dell'ebraico biblico (e non è il caso di Biglino), potrebbe azzardare una lavoro ermeneutico se, a priori, non conosce le chiavi di lettura simbolica, che sono extralinguistiche. Spero che sia chiaro, perché se non lo è, da qui in poi è tempo perso, giacchè parleremmo di cose completamente diverse.

Biglino è il facile anello di congiunzione fra tre correnti di pensiero che tirano moltissimo: l'ateismo, il complottismo, e lo scientismo. Un richiamo irresistibile; ma l'ermeneutica, e non solo biblica, si rammenti cosa ho scritto di Dante, è altra cosa.

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Satori, quando ho citato Biglino l'ho fatto unicamente (probabilmente non si è capito) per il discorso "traduzioni" e "incongruenze" che avete sollevato tu e Dstrange. Le teorie aliene qui non c'entrano.

A tal proposito, di Biglino sono interessanti le osservazioni che fa riguardo ad es. (e ce ne sono molte altre sparpagliate nei vari suoi video) al fatto che parole come "onnipotente" o "eterno" non sono presenti nella Bibbia originale così come il concetto di "creazione dal nulla" per cui gli ebrei non avevano nemmeno una parola per esprimerlo.

Riguardo alle critiche, se guardi i video lui le cita (proprio quelle che hai riportato) e risponde con precisione.

Comunque non voglio interrompervi ulteriormente: chi vuole approfondire ha materiale per farlo.

Riguardo il confronto con i teologi, cerca su youtube "biglino confronto"

Modificato: da Kalel
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18 ore fa, Kalel dice:

Satori, quando ho citato Biglino l'ho fatto unicamente (probabilmente non si è capito) per il discorso "traduzioni" e "incongruenze" che avete sollevato tu e Dstrange. Le teorie aliene qui non c'entrano.

A tal proposito, di Biglino sono interessanti le osservazioni che fa riguardo ad es. (e ce ne sono molte altre sparpagliate nei vari suoi video) al fatto che parole come "onnipotente" o "eterno" non sono presenti nella Bibbia originale così come il concetto di "creazione dal nulla" per cui gli ebrei non avevano nemmeno una parola per esprimerlo.

Riguardo alle critiche, se guardi i video lui le cita (proprio quelle che hai riportato) e risponde con precisione.

Comunque non voglio interrompervi ulteriormente: chi vuole approfondire ha materiale per farlo.

Riguardo il confronto con i teologi, cerca su youtube "biglino confronto"

Grazie della precisazione, Kal El, parlare con te, per me, è sempre stimolante. Effettivamente, l'aspetto traduzioni e incongruenze era già stato affrontato prima del tuo intervento, e , mi pare, sono stato proprio io a portare all'attenzione la mostruosità della corrente traduzione di Giovanni 1,14 (questa inconfutabile, giacché siamo al livello del secondo anno di latino) e  ad avere citato un episodio tutt'altro che edificante (per un Profeta, ma anche per un geometra) di Davide. Ho anche scritto che il V.T. è pieno di passi che, per chiunque non sia un fanatico, non possono essere di provenienza divina. Questo, lo so bene, fa automaticamente di me un eretico, cosa che non mi procura nè caldo nè freddo. Mi pare che questo dia prova di grande apertura critica e oggettività; ma Biglino rimane indifendibile, credimi, giacché gli manca la comprensione dell'aspetto fondamentale dell'ermeneutica: la multi dimensionalità del simbolismo. Il carro di fuoco che porta Enoch ed Elia in Cielo non ha nulla a che vedere con un missile o un'astronave (esattamente come la Beatrice dantesca non è una donna reale; anche se Dante può tranquillamente aver conosciuto una tale Beatrice). Biglino ci vede le astronavi; segno che siamo nel 2017, e che il ciclo sta per chiudersi.

Modificato: da Satori
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Mettendo da parte la spiritualità missilistica di Biglino, propongo un articolo davvero molto interessante. Una bocconiana pentita, deprogrammata e redenta, spiega in modo eccellente la natura del sistema di manipolazione di massa, i suoi presupposti scientifici, le sue modalità di applicazione, e le sue finalità. Ecco il link (solo per bestie).

http://www.enzopennetta.it/2017/10/cs-intervista-ilaria-bifarini/

Modificato: da Satori
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Ringrazio Kalel per il suggerimento  a prescindere dalla credibilità del suggerito, intanto perché  sta a noi avere la capacita di discernere e poi perché  ha dato la possibilità a Satori di linkare ( passatemi il termine) quella interessantissima pagina sul convivio di Dante  e i 4 sensi con cui è possibile interpretare una narrazione, quindi ringrazio anche Satori ( ma  vorrei farlo per ogni rigo che scrive).  Dunque nel caso delle esegesi bibliche  la parola chiave è anagogia, cioè occorre cogliere questo tipo di interpretazione oltre che quella letterale che puo' essere vera come nel caso del diluvio universale (almeno stando a quello che ho letto)  ma anche falsa in senso letterale ma che ha un significato anagogico.

La cosa curiosa sempre leggendo quella pagina è che è stata necessaria una traduzione dall'italiano del medioevo all'italiano moderno, infatti non avrei capito granchè se non ci fosse stata quella traduzione. E se anche le lingue antiche dei testi sacri fossero cambiate nel tempo?  La vedo davvero dura. 

A proposito di suggerimenti e di curiosità, un certo Danilo Valla  grande conoscitore dell'ebraico  non ha dubbi sulla ispirazione divina della Bibbia, quella originale , e lo dimostra con una serie di congetture le quali dimostrano la perfezione strutturale del libro e che quindi non può essere opera dell'uomo, oltre alla perfezione della struttura vi sarebbero anche piu o meno recenti scoperte scentifiche  che a suo dire sono gia manifeste nel libro, se interpretate come le interpreta lui. Ci sono diversi video su youtube secondo me da vedere. Poi ognuno tragga le sue conclusioni ( sono sicuro che Satori le ha gia tratte :D)

 

Ora allego un link che non c'entra niente con questo ma c'entra con le nuove tendenze di moda  all'ultimo fashion week di londra, visto che se ne è parlato qualche pagina addietro.:wacko:

http://www.conoscenzealconfine.it/london-fashion-week-semplicemente-uno-show-satanico/?utm_source=notifiche

 

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30 minuti fa, tonino dice:

Satori, quanti livelli di lettura ci sono in questa antica iscrizione etrusca? 

29zvh9w.jpg

Beh, qui la risposta è facile e fulminea: un solo livello. Zoologico.

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20 minuti fa, Dstrange dice:

Ringrazio Kalel per il suggerimento  a prescindere dalla credibilità del suggerito, intanto perché  sta a noi avere la capacita di discernere e poi perché  ha dato la possibilità a Satori di linkare ( passatemi il termine) quella interessantissima pagina sul convivio di Dante  e i 4 sensi con cui è possibile interpretare una narrazione, quindi ringrazio anche Satori ( ma  vorrei farlo per ogni rigo che scrive).  Dunque nel caso delle esegesi bibliche  la parola chiave è anagogia, cioè occorre cogliere questo tipo di interpretazione oltre che quella letterale che puo' essere vera come nel caso del diluvio universale (almeno stando a quello che ho letto)  ma anche falsa in senso letterale ma che ha un significato anagogico.

La cosa curiosa sempre leggendo quella pagina è che è stata necessaria una traduzione dall'italiano del medioevo all'italiano moderno, infatti non avrei capito granchè se non ci fosse stata quella traduzione. E se anche le lingue antiche dei testi sacri fossero cambiate nel tempo?  La vedo davvero dura. 

A proposito di suggerimenti e di curiosità, un certo Danilo Valla  grande conoscitore dell'ebraico  non ha dubbi sulla ispirazione divina della Bibbia, quella originale , e lo dimostra con una serie di congetture le quali dimostrano la perfezione strutturale del libro e che quindi non può essere opera dell'uomo, oltre alla perfezione della struttura vi sarebbero anche piu o meno recenti scoperte scentifiche  che a suo dire sono gia manifeste nel libro, se interpretate come le interpreta lui. Ci sono diversi video su youtube secondo me da vedere. Poi ognuno tragga le sue conclusioni ( sono sicuro che Satori le ha gia tratte :D)

 

Ora allego un link che non c'entra niente con questo ma c'entra con le nuove tendenze di moda  all'ultimo fashion week di londra, visto che se ne è parlato qualche pagina addietro.:wacko:

http://www.conoscenzealconfine.it/london-fashion-week-semplicemente-uno-show-satanico/?utm_source=notifiche

 

Ho un appuntamento con l'ottico, ti rispondo dopo.

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@Dstrange,

la questione dei livelli interpretativi sarebbe semplice da esporre, se, non solo non vivessimo in un mondo normale, ma purtroppo in uno capovolto. Nella letteratura post medioevale, ad esempio, il livello anagogico è, salvo alcune eccezioni, del tutto assente. Per cercare di spiegarmi, mi vengono in mente Tolkien, Ende, Lewis, quello de "Il leone, la strega, l'armadio", che viene considerata una storia fantasy, mentre - almeno per chi è sfuggito al lavaggio neuronale - contiene evidentemente una dimensione simbolica e anagogica. Un'altro scrittore esplicitamente simbolico/anagogico è Gustav Meyrink; granssima penna e grande conoscitore della Tradizione ermetico-alchemica. E pochi altri. Ha un certo rilievo aggiungere questo: per quanto possa sembrare strano e incomprensibile, non è affatto detto che uno scrittore sia consapevole - in tutto o in parte - delle dimensione di profondità (o se si vuole altezza) della sua produzione. Uno di questi casi potrebbe riguardare Edgar Allan Poe; presso la cui opera è impossibile non accorgersi - anche se con discontinuità - dell'emersione del quarto livello. Alcuni suoi racconti, penso all'istante a "L'uomo della folla" e "William Wilson" sono vertiginosi.

La questione è che, per vedere, bisognerebbe liberarsi dalle lenti deformanti, e rieducare la vista; ma ciò non è possibile per chi si compiace della propria cecità, e ne fa una misura universale da imporre per legge. 

Modificato: da Satori
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A proposito di bestie, allego la foto di una bestiolina veramente strana (a dire il meno), che è apparsa in casa di una persona di mia conoscenza. Qualcosa ha idea di che spiecie di aracnide (questo sembra essere) sia? Potrebbe essere velenosa?

Grazie.

Beh, non riesco a caricare il file, è un jpg, come mai?

p.s.

J-J, Gastardo, moderatori e affini, come mai non mi carica un file jpg, che devo fare?

Modificato: da Satori
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