orfanelloMAIsolo

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messaggi di orfanelloMAIsolo

  1. Buongiorno a tutti,

    ma la famigerata Legge Brambilla che potrebbe far decidere alle regioni una località turistica per impiantare nuove case da gioco è ferma per qualche motivo politico o perchè nessuno si prende la briga di attuarla? Nei ragionamenti che abbiamo fatto, più o meno approfonditi, il concetto è uno solo (condivisibile): in ottica economico-finanziaria se gli italiani spendono (esempio) un miliardo nei giochi al tavolo verde direi che è mooolto meglio se questo viene assorbito da aziende con 100 dipendenti che a loro volta sfameranno 100 famiglie, che un operatore estero online con capitale conficcato in un trust che nessuno può toccare arrichendo solo loschi figuri della finanza mondiale???? E' condivisibile SI o NO???? Qui non c'entra la pubblicità, ma cosa stiamo dicendo???? E' un ragionamento economico unito alla passione che abbiamo. Se poi l'abbiamo ma siamo arrabbiati con il mondo fuori... amen. Ma uno Stato, un governo deve prendere atto della sostanza e creare benefici per la comunità, non per i singoli.

    Ho analizzato un po' altre realtà e non è un caso che (ad esempio) tantissimi stati federali USA dove il gioco impazza NON HANNO LICENZE ONLINE. Le nozioni economiche si devono imparare da chi è più evoluto. Sempre. Anche se non ci piace. Noi invece, paese della cuccagna, diamo 1.000 licenze online a qualsiasi operatore arrivi con le fidejussioni milionarie di conti esteri domiciliate in Svizzera, Isola di Man, Israele e Libano.

    Però magari sto facendo pubblicità...... e non lo so.

    Concludo rispondendo a chi chiedeva della vita di coppia condita dal gioco... Certo la passione va coltivata ma contenuta. Negli anni abbiamo sforato "il budget" ma poi siamo rientrati, consci piu o meno che era troppo. Poi sta anche a crearsi alternative: la roulette ci piace sempre ma dalle 70 trasferte campionesi in un anno al max c'è un weekend ogni tre mesi a Venezia o a San Remo. Poi sì c'è l'online.. ma ripeto, aggiungo, ribadisco: non è la stessa cosa.

    Buon 2014

  2. no, io intendevo dire, che online o terrestre poco cambia, era questo il senso della croce rossa, e cioè che non sono enti che fanno beneficenza.

    il terrestre potrebbe anche essere un punto di aggregazione, ma il problema sostanzialmenteè che al 90% si parla solo di gioco, per il restante lo spazio viene occupato dal resto dei soliti discorsi da maschietti e da femminucce, ma in effetti punti di aggregazione più sani di un casino ce ne sono quanti ne vogliamo.

    joe il punto è che un casino terrestre è una realtà molto diversa da un online, giocando online sei sostanzialmente solo con te stesso, non scambi una parola, un'opinione, nulla, non ti muovi, non lo so, mi sembra davvero alienante, almeno questo è quello che ho provato io quando ci ho giocato, non che in un terrestre non lo possa essere, ma in un terrestre, ti fermi, vai al bar. al ristorante, chiacchieri con l'amico, insomma non giochi soltanto, oltre al fatto, che se esci fuori da li -ma non parlo di tutti i casino- comunque puoi andare a conoscere nuove realtà, nuovi posti, è diverso in questo senso, ma sempre a mio parere.

    Perfettamente d'accordo. Il gioco è comunque intrinsecamente sociale. E l'offline è il mondo vero, umano. Poi sposo appieno la tecnologia su tutti i fronti e w smartphone tablet wifi ecc ma una tematica con ripercussioni anche social-finanziarie importanti non può essere lasciata a ragazzi a casa. Da soli

  3. Sai che le considerazioni su SV mi trovano molto d'accordo? Sono stato due volte e non sono piu tornato perchè (oltre ad essere lontano fisicamente da dove abito) non mi è piaciuta per nulla la cornice di Saint Vincent! Ho trovato veramente decadenza e "tristezza".. Mi aspettavo più vita, eleganza, magnificenza.. Una cornice degna della Valle d'Aosta! Invece, aldilà dello stabile stesso ove si trova il casinò, il paese mi ha deluso. Poi, ad esempio, ho alloggiato in un albergo che mi è piaciuto molto (la posta o della posta non ricordo). Ricordo solo la zona relax curata e tranquilla. Però condivido la fotografia espressa in precedenza sul "contorno" che al posto di godere della presenza della casa da gioco sembra depresso. Forse avevo grande aspettativa.. troppa! Al contrario, da romantico convinto, mi piace molto la sede lagunare di Venezia. Arrivare in taxi acquatico, giocare e tornare in uno dei bellissimi alberghi sul Canale ha il suo fascino. E' vero. Io lo adoro. Poi in realtà non l'ho frequentato spesso per la distanza.. e per il fatto che una trasferta veneziana costa cinque volte una qualsiasi altra! Già frequentare un casinò è sinonimo di "perdere" dei quattrini.. Se poi andarci e tornare costa in modo significativo.. beh mi sono posto dei limiti!

    Ecco perchè parlavo in lungo e in largo di Campione. Perchè è a due ore di strada e vado e torno in serata. Senza problemi. Ma non per altro. Poi trovo la struttura anche accogliente, ma sono d'accordo che sentiti i termini di paragone con l'estero l'ospitalità non sia così regale come percepito. Faccio retromarcia davanti ai vs racconti. La Slovenia ad esempio sarà prima o poi una meta. ;-)

    Fra l'altro ho letto in altri commenti che ci si riferiva al mio racconto e alle vincite elencate.. Ecco non vorrei passare per chi vuole dare un'immagine sbagliata. Mi spiego. Ovvio che le emozioni positive restano e sono ancora oggi trasmissibili. Ma tante sere abbiamo pagato dazio. Super dazio. Mettendo sulla bilancia entrate e uscite... Direi che il secondo sacco pesa di più. Certo recuperare in una sera le perdite di mesi.. E' divertente! Ma tornare a casa con la carta di credito svuotata e niente più.. Un po' meno! Poi a conti fatti penso che in una vita x migliaia di euro finiscono in intrattenimenti vari. Chi sceglie le vacanze estreme, chi degusta bottiglie da enoteca tutte le settimane, chi sceglie l'ambito del divertimento piu spinto, chi ha passione per una cosa che siano le moto le auto o non so che ma di certo in una vita le passioni costano. Non sarà bellissimo dire o raccontare che una persona ha la passione della roulette.. Ma a conti fatti se fossi stato un appassionato di qualcosa a questi livelli il mio bilancio familiare ne avrebbe risentito. Ora ripeto, ho messo in soffitta la smania e per scelta responsabile ho deciso di fermarmi mandando l'autoesclusione, ma sono io il primo a dire che non è la scelta per la vita. Non posso dirlo. Direi una bugia. Quando i tempi saranno maturi troveremo la voglia di banchettare in una casa da gioco. Quale si vedrà, ma tornerà i tempo. L'online, a cui potrei collegarmi, non mi appassiona. E' inutile. E' come il tennis sul campo e alla wii. Giochi per far passare il tempo. Ma le soddisfazioni vere te le dà solo il campo.

    Buon giovedì.

  4. Prossima tappa allora per un pomeriggio di primavera: fortuna ! :-)) ricordo che a Las Vegas nei casinò sullo Strip bastava essere seduti al tavolo per poter ordinare da bere. Poi immagino che per i giocatori ci siano programmi di ospitalità. Io ero in vacanza e allora (2006) ero ancora un "innocente" che non si occupava di serie-vicini-orfanelli! Solo qualche colpo di bj e qualche chance alla roulette.

    Qualcuno c'è stato recentemente?

    Oramai la discussione è avviata. Sta nascendo un piccolo vademecum serietà/ospitalità interessante!

  5. Ora la discussione mi piace molto e colgo anche da EternoPerdente un sottile strato di romanticismo ludico realizzatosi con uno champagne per brindare! Mi interessa molto capire come funziona appena di là dal confine perché in effetti non ho esperienza in tal senso se non fugace e velica come mezzo turista.. Rapide serate magari di contorno rispetto ad altro!

    Mi piace anche il parallelismo tra anni fa e oggi dove è vero che il sabato principalmente si spalleggiano i cinesi ma durante la settimana ho incontrato personaggi più interessanti.. Anche se sicuramente non "vip".

    Però vedete come viaggiamo su livelli tematici di confronto importanti.. Mischiamo storie e pensieri. Ma quando penso alla mia auto-diffida e vedo sotto casa orde di ragazzi entrare nelle sale slot mi sento male. Chi li può tutelare questi ragazzi?

  6. Signori,

    non ho riportato una storiella. Ma un vissuto impregnato di emozioni e paura. Ho riflettuto molto se lasciar trasparire dettagli concreti (leggasi indicare Campione) oppure se rifilarvi una favola senza ne' capo ne' coda. Ho scelto la strada più tortuosa e pesante di scrivere apertamente la nostra storia, forse anche come sfogo e antidoto all'esperienza maturata.

    Ma restano dei punti saldi della mia disanima:

    - amo, ho amato e credo amerò l'ambiente descritto delle sale da gioco tradizionali perché, forse da ultimo dei romantici, colgo l'essenza dell'eleganza e del misticismo che ancora aleggia sui tavoli verdi. Certo ci sono priorità nella vita, assolutamente! Ma il casinò svolge la sua funzione se diventa ricettore del divertimento "estremo" legato all'azzardo... Unico ricettore!

    - ho giocato a lungo sui casinò online (immo su 888 live) ma sottolineo che NON è la stessa cosa. I valori virtuali, digitali che tanto propone il nostro tempo sono molto più deleteri di quelli reali! Perdiamo sempre più il senno inseguendo realtà virtuali che non esistono.. Se sommiamo la passione o smania del gioco con la duttilità di un software online installato sul portatile o sullo smartphone..... Rischiamo veramente una pesante ricaduta sociale! Oltretutto incontrollata!! Chi può ed è autorizzato a controllare cosa quanto perché gioco??? Non che questo capito esplicitamente ai casinò reali, ma ci troviamo tra e con persone. Umane.

    E poi sono un troll... Potrei parlare per ore e raccontare mille esperienze nonostante l'età.

    Vi auguro una felice domenica.

  7. ho avuto lo stesso sentore, leggendo il post, mi sembrava una sorta di pubblicità occulta ai casino, o meglio al casino di campione, ma poco importa, la realtà di oggi, credo di averla esposta adeguatamente, e non si scappa, lo sappiamo esattamente che in un casino, il migliore ha la rogna ahahah.

    Mi spiace molto

    Ho svuotato un sacco importante dando riferimenti concreti e reali. Invece mi date del troll.

  8. i casinò terrestri italiani sono destinati a chiudere e con loro gli asini deliranti che vengono qui a fare marchette

    mi chiedo perchè un moderatore del forum non sia ancora intervenuto a mettere la parola fine allo sproloquio sopra scritto

    è vergognoso che certi elementi siano liberi di scarrozzare sui forum sotto mentite spoglie

    Potrei comprendere meglio questo attacco così veemente? Si era approcciato un bel discorso al tema che mai mi sarei aspettato una coltellata violenta.

    Io sono nuovo, ma non piace un atteggiamento così sopra le righe!

    Amen

  9. Buongiorno a tutti. Sono nuovo da queste parti e pertanto ringrazio in anticipo chi vorrà unirsi a questa discussione. Premesso, non intendo postare contenuti tecnici, polemici o domande retoriche "a risposta chiusa", ma semplicemente delle considerazioni a voce alta, da condividere.

    Sono un giovane giocatore amante di uno dei giochi più antichi del mondo del gambling: la roulette. Rettifico, siamo due giocatori. Io e la mia signora. Una passione che nasce contemporaneamente -in coppia- nell'estate 2010. Quindi, una storia recente. Ma se consideriamo che abbiamo 27 anni, direi che appartiene pesantemente alla nostra vita vissuta.

    Cosa voglio raccontarvi? La nostra esperienza con un sottile strato di romanticismo misto stile giornalistico per raccontare cosa abbiamo vissuto in questi due anni di "amore folle". Tutto nasce da una visita frettolosa in un casinò straniero (durante una vacanza) per curiosità. Nessuno di noi vi era mai entrato prima. Ci avviciniamo alla roulette e senza sapere nulla, imitando le giocate di altri seduti al tavolo, collezioniamo due pieni in tre lanci. "Amore abbiamo stra vinto!" E' l'urlo di chi giocando 20 euro se ne ritrova 300. Caspita, e quando ricapiterà mai?

    Parte da li, a seguito del ritorno in Italia, il nostro lungo viaggio ludico. Da quel momento, mai stati in Svizzera prima, impariamo a memoria il tratto stradale sino a Como-Chiasso-Lugano. Sempre senza sapere nulla, o poco più, giochiamo a Lugano un paio di volte ma passando dal valico di Brogeda troviamo sempre la pubblicità di Campione. E che è 'sto Campione??

    In meno di un anno attraversiamo il confine 55 volte (circa due volte a settimana) e ci lanciamo nell'atmosfera quasi da salotto di Campione. I croupier alzano la testa per salutarci. Il capo anche. Il cameriere ci saluta per nome. Nelle pause scatta la sigaretta nella zona fumatori e poi una cena veloce al Jackpot. Oppure se la serata è andata bene e abbiamo tempo ci fermiamo al Seven. Il nostro rapporto con la struttura è tale che quando arriviamo al parcheggio sotterraneo cerchiamo sempre al livello -1 in un angolo specifico. Sempre che non ci sia un torneo di poker. Sennò o non si va o si parcheggia dove capita. Saliamo e grazie alle tessere di ospitalità rilasciate dalla Casa da Gioco entriamo nel "nostro" mondo. Ci pervade costantemente la sensazione di essere a casa, nel salotto. Un giretto alle roulette elettroniche per vedere se ci sono sequenze anomale, poi scala mobile e arriviamo al nostro "divano", i tavoli di fair roulette. Ovviamente dopo la doppia tappa in cassa, a piano terra per i franchi e al primo piano per i gettoni. Piccole scaramanzie che non sono mai cambiate.

    Il sabato sera bisogna spalleggiare i temibili cinesi ma durante la settimana è un'altra storia. Relax, gente tranquilla. Chi di voi frequenta Campione da un po' (alla fair roulette quella al piano del ristorante Jakpot) può averci incontrato sia di sabato che di venerdì o alla domenica nel 2011 e all'inizio del 2012, visto che siamo due ragazzi giovani (una coppia) che giocano seriamente (si intende che se si sceglie di "sconfiggere" la roulette si deve mettere in campo un capitale adeguato.. poi la sorte fa il resto ma senza adeguate risorse la possibilità di perdere aumenta).

    Abbiamo vissuto due weekend indimenticabili, tra le tante esperienze. Il primo era il giorno precedente ad una partenza per una vacanza. Avevamo detto che il 33 sarebbe stata la nostra "vittima". Quel bischero faceva uscire tutti i suoi laterali ma non entrava in questo maledetto 33. Un capo ci incoraggiava e noi testoni andavamo avanti.. Si vinceva, si perdeva, si rigiocava e intanto si scherzava. Ma se fai un investimento cospicuo e il numero ti tradisce non uscendo mai, c'è il rischio di venir via con un pugno di mosche. Quel pomeriggio si stava concretizzando. Guardo le fiches in mano e noto che abbiamo ancora una decina di chance con quelle giocate e poi triplice fischio, tutti a casa. Ne mancano 5 sì e no. Scelgo di non guardare, come nel calcio si fa con i rigori. Il croupier mi urla nelle orecchie "33"! Urlo nella sala come un matto facendo girare tutti (beh possono urlare solo ai dadi??) e mi intasco la vincita. Mia moglie al settimo cielo riposiziona i gettoni per un secondo giro di giostra ma la pallina va nello zero e per noi va bene così. Abbiamo vinto circa 5.000 euro. In quel momento era per noi una vincita epocale, a cui sarebbe seguita una bottiglia di bollicine da enoteca.

    Ma il guaio è che più ti abitui e più alzi l'asticella. Bisogna essere bravi a gestire le emozioni e salvaguardare le finanze familiari. Se te lo puoi permettere puoi agire con giudizio e giocare, altrimenti sconfiniamo nel campo della ludopatia e senza aiuti o supporti si finisce per giocare tutto. Ad ogni modo, procedendo nei ricordi, il secondo weekend memorabile arriva diversi mesi dopo quando un sabato sera (a dire il vero erano le 5.00 di mattina) chiudiamo con un bel rotondo +10 (diecimila euro). Ci fermiamo al motel sull'autostrada e all'indomani quando un sole splendido bacia il Ceresio torniamo a Campione. Pranzetto ad un bar sul lago e verso le 16 si torna in pista. La vincita ci ha caricato. Abbiamo capitale per tornare e vedere cosa succede. La nostra croce diventa il 14. In generale piazziamo un gioco orientato agli orfanelli ma il 14 è la punta di diamante. Il 14 ovviamente latita. Arriva il 20. Arriva il 31. Macchè il 14 non esce. Le riserve cominciano a diminuire. Tanto che penso se fermare tutto e tornare a casa o se proseguire. Mia moglie se lo sente. "Arriva". Lei raramente sbaglia le sensazioni (il problema è che non le ha spesso.. quasi mai). Piazziamo la giocata e il croupier (un ragazzo giovane), non lo dimenticherò mai, prende in mano il campanello che segna il numero vincente e lo piazza a lato del tavolo all'altezza del 14 e dice "lo preparo già qui". La pallina gira e... 14! Incredibile! Gioia pazzesca, riposizioniamo il tutto. 14! Doppio! Ha ripetuto! A questo punto mia moglie va in uno stato di semi-trans dove ogni numero che pensa lo carica (con i suoi laterali) e per almeno 10 tiri non sbaglia. O quantomeno sbaglia poco. Prendiamo il 17, il 33 il 18 il 4... Me li ricordo come se fosse successo ieri. Il capo chiama la cassa perchè ha finito le placche da 5.000 e 10.000 franchi. Mai visto una cosa del genere. Io comincio un lungo lavoro in cassa per eludere il limite allora dei 5.000 franchi di cambio per volta e intasco le banconote. Terminato il giro vado in bagno per fare un conto... Mi fermo a 45.000 franchi + 10.000 euro.. Ho il portafoglio che scoppia e sono teso come un archetto. Mia moglie intanto va avanti, gioca gioca e vince ancora qualcosina. Poca roba. Sono le 22.30. Ceniamo al Seven, stanchi stravolti perchè tenere la soglia dell'attenzione al tavolo non è banale, prendiamo l'auto e torniamo a casa. Anzi, passiamo da un cambia valute. Pensando ai blocchi per l'uso del contante sono un po' preoccupato ma devo per forza: chi mi cambia sennò tutta sta roba? Il cambiavalute non fa una piega, prende una mazzetta di 500 euro e me ne rende la giusta misura. Mi mette in allerta sul fatto che vanno dichiarati in dogana e mi congeda con una stecca di cioccolato. Bene. Ho ancora dei brividi quando ripenso ai singoli frangenti, alle chiamate dei croupier che si congratulano e ringraziano per le super mance (sempre l'equivalente della giocata in pieno, mica farfalle). Da film, insomma.

    Ora abbiamo un figlio, io mi sono auto-diffidato dalle case da gioco nazionali e ticinesi perchè non voglio essere causa di qualcosa di non gestibile. Mi è costato fare questo gesto perchè la roulette si ama, non ci sono alternative. Non è una slot che è programmata per pagare e non è un gioco con una forte penalizzazione del banco. Dalla prima volta che appoggiai un gettone sul numero oggi conosco molto moltissimo del gioco: dalle combinazioni di gioco alle percentuali e quindi alle statistiche che si celano dietro lo svolgimento di un lancio. Quel fatidico 2,7% di svantaggio che ha il giocatore alla lunga si fa sentire perchè contano frequenze, ritardi ecc E conta come imposti il tuo gioco! Noi abbiamo sempre scelto un numero centrale oggetto del desiderio, a seguire si collocano i laterali e i cavalli del tappeto. Una trappola mortale per la pallina che se centra la zona ci paga (anche lautamente) mentre se esce dai binari si spera (e qui sta una delle chiavi di volta) che entri in un cavallo delle mie giocate (esempio: cerco il 17 e esce il 18, completamente fuori zona).

    Le nostre esperienze non si fermano a Campione: abbiamo fatto serate esplosive a Venezia, a Saint Vincent e ogni tanto ci si fermava a Mendrisio. Anche al Perla siamo stati una sera soltanto. Non è che si vinca sempre.. Al contrario. Ma il gioco è questo.

    Ora passo a voi questa mia riflessione.

    Si parla tanto di crisi e il settore dei giochi continua a crescere. Ma come cresce? Online, vlt, ecc Lo Stato ha concesso un'enormità di licenze Aams trasformando l'Italia ludica. Ora mi chiedo: ma visti i ritorni occupazionali e turistici che portano i Casinò italiani e oltre confine, non era enormemente meglio investire in nuove realtà "fisiche" nel resto d'Italia? L'esperienze del casinò è tutelante anche per le conseguenze sociali. Ci sono intrattenimenti di vario genere, ci sono ottimi ristoranti. Spesso le sale di rappresentanza sono ambienti eccellenti dove poter svolgere congressi e manifestazioni. Spesso in famiglia e sul lavoro sento demonizzare genericamente il gioco d'azzardo per le conseguenze sociali ma non si realizza che i casinò nascono proprio dalla necessità di bloccare i giocatori italiani diretti all'estero (la loro posizione infatti è precisa su quattro "vie di fuga" dall'Italia). Rassicuro chi non vi sia mai stato che è molto meno pericoloso intraprendere un'esperienza di gioco in un casinò che online anche se con il croupier live. Cosa intendo per pericoloso? Il rapporto quantità-qualità. Se ho una carta di credito a disposizione con un plafond di 1.000 euro peserò meglio il valore nominale avendo in mano dei gettoni che uno spento cicalino con scritto Saldo 1.000. Oppure do una diversa valorizzazione del mio tempo. Se decido di andare ad un casinò, parlo ad esempio per un lombardo, prendo l'auto, eventualmente una sistemazione, ceno fuori e arrivato scelgo un tavolo, scambio due chiacchiere, vivo. Il gioco online, che comunque conosco bene per la frequentazione su 888, non è così. Anche se parlo con il simpatico pugliese Fabrizio lo sto facendo dal divano in un momento "rubato" alla quotidianità. Oppure lo faccio distratto. Perchè suona il telefono, perchè arriva qualcuno. Se giochi seriamente, non esistono distrazioni mentre si collocano gettoni e numeri. Ogni lancio a vuoto è un colpo perso. E spesso decisivo. Quindi, ho giocato online, ma non è la stessa cosa. Oggi farei assumere al Governo la clamorosa decisione di bloccare tutte le iniziative online e concederei subito alcune licenze per casinò reali. Ad esempio vedrei bene delle case da gioco sul Lago di Garda, a Rimini, a Roma, a Verona, a Torino e a Firenze. Ci sarebbero strutture all'avanguardia, con professionisti, in massima sicurezza. Si sdoganerebbe il mito del casinò-truffatore che non esiste proprio, avvicinando in modo serio il gioco ai clienti-cittadini. Anche a supporto e tutela del nuovo astro nascente, il texas hold'em. Invece vedo grigie figure che entrano e escono dalle centinaia di sale slot cittadine e sento parlare amici del gioco online come una volta si parlava del materiale erotico scovabile in rete. Come di una scoperta insomma. Certo, a chi piace giocare tutto sommato piace. Eccome. Ma io ho vissuto a pieno la realtà del casinò vero, quello in cui il capo ti ordina da bere e il cameriere per non disturbare prepara un banchetto alle tue spalle facendo spostare i curiosi. Oppure ti capita di vedere invasa la sala di bellezze incredibili e scopri che all'ultimo piano c'è un concorso di bellezza. O una riunione aziendale di commerciali che dopo le statistiche dell'azienda cenano e scendono a fare due colpi. In libertà, in sicurezza, senza patemi. Magari sorridendo vedendo alcuni personaggi in via d'estinzione che del gioco ne hanno fatto la ragione di vita (e sono fermi agli anni settanta). Razza rara, ma ci sono ancora.

    E' questa la mia riflessione: ho tastato con le mie mani che il casinò non è un ragazzaccio che ti ruba le monete ma una grande realtà dedita all'intrattenimento. Mi piace e ci tornerò. Sicuramente. Amo la roulette perchè attorno a quel cilindro si vivono emozioni da eterna lotteria dei rigori (come una finale di calcio formata da 100 rigori) e si è liberi di agire. Ho conosciuto dall'altra parte del tavolo dei professionisti (raramente maleducati) che hanno spesso reso l'atmosfera giocosa in tutti i sensi. E' un ambiente sicuro dove in caso di discordia si guardano le immagini (ti filmano ovunque). Insomma, puoi stare sereno. Davanti a tutti questi elementi vorrei che il legislatore facesse un passo indietro e tornasse alla tradizione, al tavolo. Basta riempire le città di sale slot. Basta riempire la testa dei ragazzini con l'online. Voglio che si torni a parlare dei casinò veri. Quelli che in questi mesi soffrono terribilmente la concorrenza di tutti questi fattori e che rischiamo anche di perdere. Al posto di fare cultura del gioco si è fatta una campagna liberalista che diventa socialmente incontrollabile.

    Quando ho inviato la diffida ai casinò svizzeri un signore si è preso la briga di scrivermi chiedendomi perchè lo stessi facendo e che si rendeva disponibile qualora avessi avuto bisogno di aiuto.

    Un altro mondo. A parer mio.