Scopa: regole e come contare i punti

Carte da Scopa

Per quanto se ne dica, saper contare i punti a scopa è un vanto che unisce gli italiani. Con le dovute varianti nelle carte e in alcune regole, è uno dei giochi che riunisce e accomuna intere generazioni di appassionati. Di nonno in nipote, il gioco riassume la cultura delle tradizioni tramandate. Quante carte si danno a scopa, se è possibile la scopa con le carte da scala ma soprattutto come contare i punti a scopa sono le domande alle quali dare soluzione. La risposta è importante, tanto quanto conservarne la pura tradizione.

Quante carte si danno a scopa, regole brevi

La regola base nella scopa contempla l’uso di quaranta carte, utilizzate in genere da due o quattro giocatori. Il mazziere mischia le carte, chi lo precede in senso antiorario taglia il mazzo per rendere l’ordine dei valori anche più casuale. Vengono quindi distribuite tre carte a testa, altre quattro vengono invece disposte sul tavolo in modo da scoprirne i valori. Nel caso in cui alla prima mano il mazziere disponga almeno tre re sul tavolo, le carte vanno rimescolate e tutto deve essere ripetuto. In questo caso, infatti, non sarebbe possibile fare scopa.

Non sempre a scopa si gioca con tre sole carte, c’è lo scopone nel quale si distribuiscono tutte le carte già alla prima mano: ciascuno dei quattro giocatori riceve quindi nove carte, le restanti quattro sono lasciate scoperte sul tavolo. Un’ulteriore variante è lo scopone scientifico, qui le carte date a ogni giocatore sono dieci, non ne rimane quindi alcuna scoperta sul tavolo. È importante notare la differenza tra le declinazioni del gioco, la discrepanza è considerevole tra la scopa tradizionale e la variante con tutte le carte coperte.

Che carte si usano per la scopa?

La scopa tradizionale è quella che si gioca con le classiche napoletane. A onore della cultura nostrana, i mazzi di carte italiane sono vari e diversi e hanno storicamente risentito delle influenze tradizionali regionali. Le napoletane sono le carte da scopa per antonomasia, si suddividono in quattro semi: denari, coppe, spade e bastoni. Simili ma dalla grafica molto più particolare, vi sono poi le piacentine; anche queste sono quaranta e sono altrettanto adatte per il gioco della scopa. Un’altra variante sono le quaranta carte bergamasche, il loro stile è tra i più arcaici ma dal particolare valore simbolico. Sebbene vi siano diverse altre varianti di carte per la scopa, queste rientrano tra le tipologie più utilizzate nel comune uso.

Sebbene la tradizione voglia che si utilizzino le carte adatte per il gioco, la scopa con le carte da scala non è un’impresa del tutto impossibile. Certo è una soluzione che vedrebbe contrariato più di un cultore delle tradizioni ma, si sa, possono costituire una alternativa in mancanza d’altro. È necessario scartare dal mazzo i quattro jolly e le carte dall’otto al dieci. I jack sostituiscono i fanti, le donne vanno al posto del cavallo e i K fanno da re. Le picche possono essere considerate al pari del seme di denari.

Contare i punti a scopa, ecco come fare

Assodato che carte si usano per la scopa e dato per scontato che tu conosca per grandi linee le dinamiche nel gioco della scopa, è bene considerare più nello specifico come si contano i punti al termine della mano. Il tutto è finalizzato a raggiungere il traguardo di 7, 11 o 21 punti ossia i risultati che aggiudicano l’intera partita. Il punto più semplice è quello della scopa, corrispondente alla carta girata al contrario nel mazzo. Oltre a questa, i target della mano si suddividono in: carte, denari, settebello e primiera.

Il punto assegnato alle carte viene attribuito al giocatore o alla squadra che raggiunge un totale di almeno 21 carte, quelle che appunto corrispondono al maggior numero. Lo stesso principio si attribuisce al punto per il numero delle carte di denari, almeno sei carte attribuiscono il punto. La conquista del sette di denari – il famoso settebello – attribuisce il punto.

Un discorso più articolato si riserva alla primiera poiché in questo caso servono quattro carte, le migliori per ogni seme. Si aggiudica il punto a chi ottiene il punteggio maggiore secondo la seguente scala di valori:

  • sette vale 21 punti;
  • il sei vale 18 punti;
  • l’asso vale 16 punti;
  • il cinque vale 15 punti;
  • il quattro vale 14 punti;
  • il tre vale 13 punti;
  • il due vale 12 punti;
  • le figure valgono 10 punti.

Scopa, alcune delle varianti più diffuse

Se conosci la cirulla, il rubamazzo o la scopa d’assi, già sai che si tratta di giochi che traggono la loro origine proprio dalla scopa. Ci sono poi diverse varianti regionali che si aggiungono al conteggio tradizionale dei punti nella scopa. Alcune regole contemplano ad esempio il Re bello, in questo caso il re di denari vale un punto.

C’è poi la Napola, questa attribuisce tre ulteriori punti se si conquista asso, due e tre di denari. I punti possono salire fino a dieci se si conquistano tutte le carte di denari in successione di valore includendo il fante, il cavallo e il re. C’è infine la Bazzica che dà il diritto a 10 punti nel caso di tre carte uguali e 3 punti se le carte differenti non superano la somma di nove. A prescindere dalle varianti più o meno articolate, saper contare le carte dà onore al gioco e alle tradizioni.