• Analizza eventi recenti

Vi Racconto Una Storia


nejan

Messaggi consigliati

Mi annoio oggi. Così voglio raccontarvi una storia; inizio dal principio.

Mosè ricevette le tavole da Dio.

Non no sto scherzando anzi, siamo già un po’ troppo in la con la datazione, dovrei iniziare da prima, molto prima, ma il tempo (e le mie mani) è quello che è, quindi cercherò di farvi un sunto.

In questo racconto si parlerà di scienza, dai protocolli quantici, ai comportamenti dei metalli, passando per superconduttori e rapporto spazio tempo.

Ma si parlerà anche di scienza nei suoi comportamenti; cioè come arrivano a noi le “scoperte”, che prassi subiscono e come vengono catalogate le varie teorie. Ne rimarrete sorpresi.

Si parlerà di religione, soprattutto per cercare di riprendere i fili; in pratica si parlerà di religione per poter ricostruire meglio la storia.

Quindi di storia. Ma anche di politica. Vedremo come gli enti di scienza internazionali più potenti, facciano pressione su chi e su cosa. Vedremo come si arriva all’URSS del 1986 partendo dagli antichi egizi e come ai servizi segreti americani di oggi.

Chi è incuriosito lo invito a leggere. Chi già sta sorridendo pensando ad uno dei soliti pseudocomplotti gli dico di leggere lo stesso, perché non c’è nessun complotto, ma soprattutto non troverà nulla di ciò che ha mai letto in internet (fonte si di conoscenza, ma anche di inaudita cialtroneria).

Partiamo? Va bene…e allora:

PREMESSA

Come abbiamo avuto inizio? Quale è stata l’origine della nostra civiltà? Gli esperti hanno proposto molte teorie, basate sulle loro osservazioni, ma cosa sappiamo realmente? A volte si trovano prove che contraddicono la loro teoria e cioè che l’umanità o meglio la civiltà abbia all’incirca 6000 anni. Che tali strumenti fossero stati lavorati tot migliaia di anni orsono o che l’uomo ha messo piede nel continente americano solo 20000 anni fa.

Oggi tutto questo è in discussione. Sarebbe meglio dire che tutto cio’ è in discussione da decenni visto che tali prove continuano ad affiorare continuamente da sempre ma possiamo dire che solo oggi, la scienza si comincia a chiedere se non è il caso di modificare la prassi di catalogazione delle prove e quindi della creazione di ipotesi.

La citta di Tiahuanaco in Bolivia, viene scoperta e datata dal dott. Neil Stende circa a 17000 anni fa. Tiahuanaco è un centro d’osservazione astronomico con un margine di errore superato dall’umanità solo con il primo lancio di satellite nello spazio. La sua datazione è stata messa in ridicolo dai suoi colleghi fino a non molto tempo fa. Ora seppur se ne parli ancora poco per ovvie ragioni (di cui parleremo dopo) è accetta in linea di massima la datazione di 14000 anni. Questo vuole dire che Tiahuanaco diviene improvvisamente la più antica città e questo mette in pericolo la “storia” dell’evoluzione e del nascere della civiltà cosi’ come la conosciamo.

Le sfingi. Le sfingi in egitto vengono negli anni ’90 dopo interminabili diatribe sulle datazioni, analizzate da geologi. Perché geologi? Perché entrambe le correnti di pensiero accettano loro come superpartes. I geologi analizzeranno la loro composizione e in base agli agenti atmosferici che avranno “lavorato” le sfingi potranno dare la datazione. Risultato: sulle sfingi è caduta pioggia per almeno 60 secoli prima dell’avvento dell’era faraonica.

E allora chi le ha costruite? Altro particolare, la testa, non ha subito tali agenti atmosferici. Esattamente ciò che diceva una delle correnti di pensiero degli scienziati. In effetti guardare una sfinge, ad una persona normale dovrebbe porre una domanda:” Perché la testa è cosi’ piccola nei confronti del corpo? In una civiltà come quella egizia che aveva un’ossessione per le proporzioni?”

La teoria è questa: le sfingi rappresentavano qualcosa per una antica civiltà (leoni?) che la civiltà egizia faraonica le ha trovate e le ha rimodellate a proprio piacimento rifacendogli la testa.

Sono state trovate una enormità di mappe che stridono con la storia della nostra civiltà. A parte quelle che raffigurano il continente americano tutto o in parte prima che venisse scoperto, ce ne sono alcune veramente sorprendenti.

Il Polo sud a differenza del nord, è fatto di terra. E’ un continente in pratica solo ricoperto da uno strato di un Km di ghiaccio. Questo lo abbiamo scoperto nel 1949. Ebbene alcune mappe che sicuramente provengono (cioè sono state copiate secoli fa) da altre ancora piu’ antiche rappresentano perfettamente questo continente senza i ghiacci. Con le sue baie, le coste perfettamente disegnate eccetera. Da quali mappe hanno copiato? Quanto antiche erano queste mappe? Antecedenti l’era glaciale?

Platone ci parla di una civiltà, Atlantide, che molto progredita fu spazzata via da un enorme cataclisma millenni prima della civiltà greca.

Ma di un enorme cataclisma ci parla anche la bibbia. E anche popolazioni aborigene dell’australia hanno nei loro racconti un enorme cataclisma di millenni fa. E cosi’ popolazioni indiane, Maya, fino alle più remote mai entrate in contatto con altre.

Ma allora, se è possibile che ci sia stato un cataclisma 12 o 20000 anni fa non è possibile che una civiltà magari progredita come quella Egizia di 10000 anni dopo, sia stata spazzata via?

Attenzione non parlo di atlantide con la astronavi come in tanti fumetti viene raffigurata, ma solo di una civiltà evoluta piuttosto comunemente, ma che alla sua scomparsa, abbia portato con se conoscenze antiche, molto antiche, che ad oggi ci si presentano solo sotto forma di leggende o pseudoleggende.

Ebbene la scienza di fronte a tutto questo ha un comportamento piuttosto strano o forse normale.

Ognuno di noi, su qualsiasi argomento, tende dopo essersi fatto un’idea, ad incamerare solo gli indizi che avallano la sua teoria, scartando, perlopiù incosciamente, i contrari. Dicesi “Filtro cognitivo”.

Da che esiste la scienza, tende a concentrarsi piu’ sulle teorie che sui fatti. Fatta una teoria, studiano i fatti (o continuano a studiarli) con pero’ un problema: ciò che non avalla la teoria viene scartato, ignorato. Questi vengono chiamati “anomalie”, prove che non collimano.

Difatti, in scienza difficilmente troverete una teoria che in base ai fatti è provata al 100%. Per questo i fatti che “non collimano” vengono scartati…perché altri 6 fatti invece (esempio) collimano con la teoria, quindi per adesso questa è giusta.

Il problema sorge quando ad esempio viene trovata una testa gigante (scultura) che raffigura un nero d’africa in sud America e databile a 2500 anni fa. Per la teoria, questi (i neri) non hanno toccato l’america fini al 1500.

Per questo parte importante della scienza sta chiedendo da anni di rivedere questo meccanismo. Perché se lo si adotta per altre discipline puo’ andare bene la probabilità, ma se viene adottato per capire l’origine della civiltà umana è un problema; posso anche avere 40 prove che i neri non c’erano in america, ma poi me ne basta una per rimettere tutto in discussione, eppure non lo fanno. Anzi le “teorie” poi vanno nelle scuole. E nessuno dice ai ragazzi che quella non è storia, ma bensì per ora la teoria più accettabile.

Negli ultimi 150 anni gli scienziati hanno seppellito tante prove quante ne hanno deseppellito…letteralmente.

E’ stato scritto anche un bel libro su questo, cioè su che fine fanno tali prove che non collimano, poi ve lo citerò ora non ricordo nemmeno il titolo.

Ultimo esempio prima di chiarire di cosa parleremo:

la dott.ssa Jean Meackintyre parte per degli scavi in messico. Ora ciò che ci viene insegnato è che la presenza umana è databile in Siberia circa a 30000 anni fa e che sicuramente non c’era presenza umana nel continente americano fino a 20000 anni fa. Ebbene la dottoressa trova fossili vari. Lei crede che il sito sia molto antico e li fa analizzare con moderne tecniche. Risultato: 250000 anni fa.

Ce lo dice la dottoressa:” io ero entusiasta dei risultati, ma ero purtroppo anche molto ingenua: feci pubblicare i risultati. Mi rovinai la carriera con le mie mani”

Da allora tutte le opportunità professionali le vengono precluse, il sito viene chiuso, il permesso di ulteriori indagini negato. Ma alcuni anni dopo un gruppo di archeologi scoprono presenza umana in Siberia databile 300000 anni fa. Ciò rende ad un tratto probabile la teoria della Meackintyre .

Ci dice il Dott. Cremo: “Non è per forza una cospirazione, anzi non credo proprio che si radunino in una stanza fumosa e dicano, inganniamo la gente. No. Non credo, credo più che sia un processo automatico nella scienza. Quando si hanno risultati che non collimano, si nascondono si fa finta di nulla, e il piu’ delle volte non arrivano neppure alle autorità scientifiche in quanto lo scienziato per paura di coprirsi di ridicolo le nasconde direttamente lui. No direi che non è una cospirazione, ma certo la scienza non progredisce nella giusta direzione”.

Mi sento di sottoscrivere.

Ora, se vi interessa sapere un po’ di piu’ ditemelo. Vedremo qualcosa di straordinario. Cercheremo di capire la bibbia, la quale ci lancia inequivocabili messaggi il piu’ delle volte ingnorati. Vedremo come un’antichissima arte, sia stata riscoperta per caso da un agricoltore americano nel 1976; come l’abbia brevettata (con tanto di date e numeri di brevetto) che effetto ha fatto sui governi di quel tempo, come ce lo abbiano nascosto e infine come siano riusciti a mettere a tutto la museruola i servizi segreti. Ma soprattutto è un entusiasmante viaggio nell’antichità e nella loro scienza che è meno, ma molto meno “antica” di quello che crediamo.

E ci arriveremo attraverso gli antichi egizi, Babilonia, Israele, Mosè, i templari, il tempio di salomone, la chiesa e l’alchimia, Newton e Vespasiano.

Alla prossima

Link al commento
Condividi su altri siti

No sto' proprio scrivendo... :nono: Comunque è una passione quindi non i pesa..anzi sono contento che ad alcuni piaccia. pearl sono del tutto normale, e se non ci credi vengo con la mia astronave interstellare e ti tiro una piramide! :nono:

comunque...andiamo avanti (ditemi se volete che stringo...ma in questi argomenti è un po' difficile).

CIVILTA’ SI MA QUANDO?

Adesso per introdurre l’epicentro dell’argomento, cercherò di fare una veloce panoramica su ritrovamenti, storie e quanto altro si leghi all’archeologia ma che non abbia riscontri nelle teorie ufficiali. E diciamolo, faccio questo anche perché è estremamente divertente e affascinante. Aiuta l’uomo a porsi domande e scandagliare l’universo alla ricerca di risposte. Comunque sia è pure funzionale alla storia e ciò non guasta.

Dall’isola di Pasqua ai continenti MU e Atlantide, per non parlare delle piramidi egizie degli Atzechi, Maja, o delle mappe misteriose o altri oggetti, tutti questi argomenti hanno un filo conduttore (e vedremo come la conduttività stavolta in ambiente scientifico diverrà importante nel nostro racconto): una civiltà antecedente quelle comunemente additate come le prime sulla terra.

E’ interessante vedere come la scienza “ufficiale” sia abile nel neutralizzare le domande più importanti porgendoci dinanzi quesiti effimeri (per poi ridicolizzarli) sottraendo importanza a tutto il caso (che sia l’isola di pasqua o altro).

Ad esempio per l’Isola di pasqua, la domanda non è tanto come facevano a costruire tali colossi, ma bensì come è stato possibile che ben tre razze differenti si trovassero a vivere in una minuscola isola distante 2400 Km dalla terra ferma. Per quel che ci hanno potuto raccontare i superstiti di questa isola, c’era stato un cataclisma: (ancora un cataclisma) da questo, le popolazioni si erano spostate fino a raggiungere questa isola.

Essi ci raccontano i primi esploratori, gli raccontavano che erano certi che l’isola fosse l’ultima dimorra del mondo; anzi che il mondo fosse ormai inabitabile a seguito del cataclisma che i loro Avi (o dei) gli avevano tramandato.

Ora si sa che le popolazioni indigene dell’isola raccontandoci questo mancano di pezzi importantissimi, in quanto ce lo dicono loro stessi, che la memoria di quello che fu è andata persa, compreso il significato di tali sculture gigantesche che anzi ad un certo punto vengono odiate e sostituite dal dio Uccello. Ma seppure vogliamo sorvolare su come migliaia di anni fa con imbarcazioni modestissime abbiano raggiunto tale meta, seppur vogliamo sorvolare sul perché in tale piccolo territorio si trovino tre tipi di umano differenti (Polinesiani-Nordici-Indio tipo cileni odierni) su una cosa rimane davvero difficile sorvolare: la loro ideoscrittura. Avevano una scrittura chiamata Rongo-Rongo che si basava su immagini. Avevano, perché anche essa a seguito di qualcosa che è successo sull’isola migliaia di anni fa è andata persa; l’isola ne è piena, ma i suoi abitanti non sono piu’ in grado di leggerla (né lo erano quando scoperta secoli fa). Ma qui il mistero si fa fitto: prima di tutto perché alcuni studiosi asseriscono che i sacerdoti dell’isola oggi come secoli fa sono ancora in grado di decifrarla ma non vogliono (e hanno dato disposizione di non parlarne), poi perché alcune caverne piene zeppe di questa scrittura sono state “chiuse” (non capisco come) da tali Sacerdoti e ad oggi non risultano trovabili e infine, forse piu’ importante perché questa scrittura Rongo-Rongo di un isola a 2400 Km dalla terra piu’ vicina è stata ritrovata anche in…India.

post-1496-1161813054.jpg

La fila sopra è dell’Isola, quella sotto di una città antica Indiana: Mohenjo-Daro.

post-1496-1161813118.jpg

Provate a fare questo percorso in canoa….

Ce ne sono altre di questioni irrisolte…moltissime. Ma una delle più eccezionali e meno conosciute è quella degli scritti Vimana.

Provate ad andare in internet e digitate questa parola. Sono manoscritti indiani di migliaia di anni orsono che parlano di…volo, invisibilita’, frecce da cui esce fuoco posteriore che possono essere guidate, raccontano quella che è presumibilmente una guerra nucleare, ci dicono che dieta deve fare un uomo per viaggiare in un uccello artificiale e affrontare il volo ecc ecc

E’ del tutto sconcertante. Comunque se vorrete ve ne parlerò (su queste la scienza ufficiale nemmeno si è mai pronunciata, non hanno potuto che dire solo che la datazione è di parecchie migliaia di anni) ma per ora ci porterebbero fuori argomento.

Di qui le ipotesi.

Valutando le incredibili assonanze tra la costa orientale americana e quella occidentale africana, tra le culture egizie e quelle maja. Considerando che in tutte le civiltà del mondo troviamo tratti simili, si puo’ pensare se sommato a tutte le questioni che la scienza e i ritrovamenti archeologici odierni stanno ponendo, che ci sia stata una civiltà antecedente quella mesopotamica che generalmente si pensa sia la prima. Questo oggi lo cominciano a sussurare molti anche nella comunità scientifica ufficiale. Ma la questione è: che grado di tecnologia (per ora chiamiamola cosi’) aveva raggiunto tale civiltà? Cosa ha tentato di lasciarci?E soprattutto, qualcuno tra chi ha ricevuto tali eredità, sapeva veramente cosa succedeva? E se si, ha cercato di nascondere all’umanità tali esperienze?

Ma andiamo con ordine, perché per arrivare al nostro agricoltore americano dobbiamo fare ancora molta strada….

La CASA DELL’ORO

Siamo a Marzo del 1904. Sir Petrie e i suoi aiutanti stanno conducendo una spedizione archeologica nel cuore del deserto del Sinai. Scopo, portare alla luce le antichissime miniere di turchese e rame presenti nella regione, la terra della biblica montagna di Mosè, che il libro dell’esodo dell’antico testamento chiama Horeb.

Ad un tratto nei pressi della prominenza del Khadim si trovarono di fronte ad una scoperta monumentale. Innalzato su una piattaforma di 70 Metri partendo da una grotta artificiale c’erano le rovine di un antico tempio Egizio, della IV dinastia, quella del Faraone Snefru vissuto intorno al 2600 avanti cristo.

Il bello era che tale tempio, non era mai stato scoperto ne intaccato dall’uomo. Scientificamente parlando un valore inestimabile.

Petrie ci lascerà non solo un dettagliato inventario di cio’ che c’era all’interno, ma (bontà sua) anche delle foto. Solo grazie ad esse, si potè constatare nel 1939 che il Tempio era stato del tutto spogliato. All’inizio si pensò ai soliti archeologi europei e americani che solevano di solito tornare dalle spedizioni con “qualcosa” da mettere in bella mostra nei propri musei se non nelle proprie case. Ma L. Gardner, uno studioso di cui parleremo molto in questo racconto messosi alla ricerca in tutto il mondo di tali reperti, notò subito una cosa: non se ne trovavano se non di pochissimi e insignificanti. Venne sa sapere che c’erano state due spedizioni dopo quella di Petrie: una inglese ancora, e una americana. Bene ma dove era allora tutto ciò che si vedeva nelle foto? Indagando raccolse finalmente una confessione da un altissimo funzionario governativo dell’impero Britannico:” Sir Gardner il Tempio non poteva essere lasciato come era”.

Perché? “ Sir Gardner…le fondazioni hanno delle costituzioni…e alle costituzioni non si manca…soprattutto al primo punto..”

Quindi Gardner capì che gli si stava dicendo qualcosa..ma che doveva scoprire il resto da solo. Così andò a cercare nei documenti delle spedizioni e notò che tutte erano patrocinate dalla “Egypt Exploration Fund”. Così si andò a leggere l’articolo primo di tale fondazione. Ed ebbe una bella sorpresa:”La fondazione si incarica di perseguire la promozione di tutte quelle ricerche e di quelle campagne di scavo che possano confermare o illustrare il racconto biblico dell’Antico Testamento”

In parte era chiaro: la fondazione aveva capito che tale ritrovamento andava contro il racconto biblico, almeno in parte. Ma la domanda era un’altra:”Cosa andava contro il racconto un oggetto? Un iscrizione? O il Tempio stesso?”

Da queste domande, alcuni uomini hanno affrontato la storia ufficiale, partendo da questo Tempio e grazie alla collaborazione di scienziati che hanno rovato il coraggio di alzare la testa, hanno ricostruito in piccola parte la Storia del mondo, imperfetta certo, mancante di molti punti, ma certo piu’ verosimile di quella ufficiale; fino al colpo di fortuna (o di sfortuna per molti) del 1976.

Link al commento
Condividi su altri siti

Caro Nejan,

preferisci un abbonamento a Nexus, a Hera o una colleta sulla tua Postepay così esci dal tunnel? :D

Non preoccuparti anch'io sono un COPROLOGO!!!! :D

The Guru

credo che preferisca una bella colletta su postepay, così si fa un paio di nottate di fila a sciacciare il mouse

comunque a parte gli scherzi, continua che voglio proprio vedere dove va a finire sta cosa

a proposito, salutami nonno Einstein :hahaha:

Link al commento
Condividi su altri siti

Ogni tuo ordine è legge Pearl.

Proseguiamo. Un po’ piu’ sinteticamente.

Allora: nel Tempio c’erano centinaia di oggetti d’oro e dorati (il che non è stranissimo per la cultura egizia e per moltissime altre antiche) ma soprattutto c’era una polvere bianca. Non solo: c’erano centinaia di iscrizioni che parlavano tutte di determinati argomenti, più alcune molto inquietanti.

Una cosa era certa: il Tempio e le sue iscrizioni coprivano un arco di tempo che va dalla IV dinastia alla XX con particolare attenzione all’epoca di Mosè (come a dire che il Tempio è stato usato ininterrottamente per 1500 anni).

Questa polvere era riportata anche sulle iscrizioni; con insistenza…mfkzt.

Ebbene gli Archeologi di tutto il mondo si trovavano continuamente davanti questa iscrizione eppure non si sapeva bene cosa indicasse. Potete immaginarvi la scienza moderna cosa ha provato: di tutto. Ma nulla. Al 1974 il dibattito archeologico era riuscito a partorire solo questo “Mfktz: prodotto minerario di grande valore”.

Ma qualcosa si stava muovendo…(salto circa 400 pagg di tre diversi libri). Mfktz veniva a indicare anche “l’aldila’” in molte iscrizioni. Oppure la luce e ancora il pane.

Ancora informazioni: si viene a tradurre il nome Sobekhotep. Questo era il nome che “portava il segreto della casa dell’Oro”. Un sacerdote probabilmente. Non solo.

Gli Egiziani chiamavano il Sinai “Bia”. Da qui una stele al British Museum che tradotta ci dice: “Visitai Bia da bambino e vidi i Grandissimi fare l’oro”.

Nei dintorni del Sinai di Oro non ce ne è mai stato. Seguitemi ancora un po’…vi prometto che comincerete a capire.

Nonostante nemmeno nei dintorni del sinai ci fosse mai stato oro, nell’antico testamento i collegamenti tra l’oro e il monte sono moltissimi

Ora, Mosè sale sulla montagna a parlare con il “Signore della montagna” (che solo piu’ tardi diverrà Jehova) che gli dice io sono l’unico, non idolatrate ecc ecc.

Nel frattempo gli ebrei ai piedi del monte, dato Mosè per disperso squagliano i loro oggetti d’oro e ci fanno un vitello che cominciano a idolatrare. Arriva mosè’ un po’ incazzato che gli ordina di fermarsi. Non solo: “Poi prese il vitello che quelli avevano fatto, lo bruciò col fuoco, ne fece polvere, sparse la polvere sull’acqua e lo fece bere ai figlioli d’Israele”. (Esodo 20:30).

Tutto cio’ sembra un rituale piu’ che una punizione..comunque una annotazione.

Aronne aveva squagliato l’oro. Mosè lo brucia e invece di ottenere di nuovo oro fuso, ottiene polvere. La versione dei settanta (che è un antico testamento piu’ antico…cioè non rifatto) è ancora piu’ esplicito: “Mosè consumò l’oro col fuoco”. Consumare: ridurre in polvere (Oxford English Dictionary).

“Or il monte Sinai era tutto fumante, perché l’Eterno vi era disceso in mezzo al fuoco, e il fumo vi saliva come il fumo di una fornace” (Esodo 19:18)

Sebbene puo’ sembrare strano che un Tempio ospitasse una fucina alchemica invece di luoghi ove adorare Dei, in realtà in termini storici la cosa non suona cosi’ strana. In effetti la parola che ci ha sempre tratto in inganno è “Venerare”. Il vocabolo semita è Avod. Avod molto semplicemente significa “Lavorare”. In definitiva gli antichi nei templi forse veneravano anche gli Dei secondo la nostra concezione, ma sicuramente lavoravano per loro anche. L’Oxford Word library spiega che la base etimologica di venerare è Weorchipe, vale a dire “officina” “Laboratorio”.

Dunque in un tempio antico si lavorava per produrre (nel nostro caso) qualcosa; chi sovrintendeva questi lavori veniva chiamato “Artigiano”. Nel nuovo testamento Giuseppe padre di Gesù viene descritto come un “abile artigiano”(in aramaico naggar) che poi per uno dei tanti errori (voluti) di traduzione diviene “Falegname”. Ora non voglio seguire la marea di stro***te del codice da vinci…anzi. Ma devo ammettere che qualcosa è verosimile anche se il nostro Brown è stato abile a scopiazzare qua e la’.

Ho bisogno di approfondire facendo un salto di un paio di mila anni fino alla figura del Gesù Cristo per intromettervi nelle manipolazioni (secondo me naturalmente senza offendere nessuno)che ci sono nella storia e nei testi sacri pervenutici.

Per la mia integrità fisica (non ce la faccio a scrivere tutto) riporto un brano che diciamo riassume un po’ i dubbi sulla figura del Cristo. Comunque il seguente brano non è neppure completo, l’importante è che capiate come tutto cio’ che fa parte della “mitologia” (mi scuso ancora per chi credente è suscettibile a ciò) Cristica e del Jheovah ebraico, faceva gia parte di mitologie e religioni antichissime che si ripresentano con cadenza millenaria all’umanita’. Sto’ parlando della verginità della madre, delle date (il 25 dicembre era la festa del Dio Mitra e fu adottata per non ferire i Romani pagani) della storia di Erode ecc.

Riporto: (in alternativa se volete qualcosa di meno “forte” e forse più veritiero seguite questo link:

( http://it.wikipedia.org/wiki/Cristianesimo_e_Mitraismo )

E VENNE UN MITO CHIAMATO GESU'

Piergiorgio Odifreddi

Nessun adulto sano di mente crede alle favole su Gesù bambino, ma non sono soltanto i bambini a credere alle storie su Gesù adulto. C'è veramente differenza fra i due personaggi, oppure sono entrambe figure mitologiche? Per poter rispondere a questa (come a qualunque) domanda, si devono distinguere i significati delle parole: nel caso specifico, per poter tirare le fila del discorso sulla religione occidentale bisogna dipanare la matassa che va sotto il nome "Gesù''.

Sul "Gesù storico" c'è poco da dire, letteralmente, perché di lui non ci sono praticamente tracce nella storia ufficiale dell'epoca: in tutto una ventina di righe nelle opere di Plinio, Tacito, Svetonio e Giuseppe Flavio, tra l'altro di incerta interpretazione (il "Chrestus'' di Svetonio) o dubbia autenticità (la lettera a Traiano di Plinio). Se dunque veramente Gesù è esistito, dev'essere stato irrilevante per i suoi contemporanei, al di fuori di una ristretta cerchia di parenti, amici e seguaci.

Naturalmente sarebbe ingenuo ritenere testi storici i Vangeli, come d'altronde è evidente per i libri sacri delle "altre" religioni. Ad esempio, nessun cristiano avrebbe difficoltà ad ammettere che il "Ramayana" è un'epopea letteraria, e che il dio Rama non è realmente esistito: il che non impedisce ai fondamentalisti indù di provocare non pochi guai e molti morti nel tentativo di smantellare la moschea di Ayodha che profana il supposto luogo della sua natività.

Certamente non è possibile argomentare a favore della storicità di un testo (sacro o profano) sulla base di una sua supposta concordanza con fatti oggettivi: ad esempio, l'ambientazione dell'"Iliade" è tanto veritiera da aver permesso a Schliemann di ritrovare nel 1873 le rovine di Troia, ma questo non autorizza a dedurre la veridicità del racconto della guerra, per non parlare dell'esistenza degli eroi e degli dèi omerici.

Per dirla più in generale con Popper, un testo (sacro o profano) non può mai essere "confermato" da concordanze con fatti storici o da riscontri archeologici. Può però essere "invalidato" da discordanze, che nei Vangeli non mancano: ad esempio, non si registrano nella storia ufficiale nè la strage degli innocenti, nè il censimento che avrebbero accompagnato la nascita di Gesù attorno all'anno zero (in particolare, il legato Quirino citato da Luca non arrivò in Siria che verso il 10 d.C.).

Al più si può dire che i Vangeli stabiliscono una "storia parallela", scritta con espliciti fini di propaganda apologetica ("affinchè crediate''), che ad un certo punto si interseca con quella ufficiale. Più precisamente, nella seconda metà del primo secolo, quando Domiziano inviò una commissione d'inchiesta in Galilea per indagare sulle origini del profeta i cui seguaci rifiutavano di adorare l'imperatore e gli dèi romani: furono trovati soltanto contadini e pastori abbruttiti dal lavoro, che vennero rilasciati senza imputazioni.

Sia come sia, il "Gesù dei Vangeli" è un personaggio estremamente variegato e non perfettamente definito: la biblioteca evangelica è infatti molto vasta e variopinta, e i quattro testi canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) ne costituiscono soltanto una minima parte, tra l'altro non completamente omogenea a causa di una serie di dettagli fra loro contradditori. I loro racconti sono per metà (Marco e Luca) di seconda mano, e risentono tutti del periodo storico in cui furono scritti: verso il 70 i primi tre e verso il 100 il quarto, dunque a ridosso dell'insurrezione contro i romani del 66 e della distruzione del Tempio del 70.

Poichè la vita del Gesù evangelico si situa tra il regno di Erode e la prefettura di Pilato, dev'essere iniziata entro il 4 a.C. e finita tra il 26 e il 36 d.C. Certamente egli non nacque il 25 dicembre, che è la festa pagana di Mitra e della resurrezione del Sole, tre giorni dopo la sua morte al solstizio d'inverno: come dice infatti il nome stesso, prima di riprendere la sua salita il Sole sembra fermarsi nel cielo.

Il legame del cristianesimo col Sole non è certamente casuale. Ad esempio, il 25 giugno, in cui si verifica l'analogo fenomeno relativo al solstizio d'estate, la Chiesa festeggia Giovanni Battista, e il 25 marzo, similmente collegato all'equinozio di primavera, l'annunciazione e il concepimento della Madonna. I dodici apostoli, cosí come i patriarchi e le tribù di Israele, costituiscono un ovvio riferimento alle costellazioni celesti. L'ostensorio mantiene i raggi ma sostituisce l'ostia al disco solare innalzato nel rito di Mitra (dal quale prende anche il nome il copricapo dei vescovi). E la domenica è ancor oggi "Sunday", "giorno del Sole''.

Più generalmente, non sono casuali neppure i molti legami dei miti evangelici su Gesù con una serie di simili miti su altri eroi e divinità antiche: dall' Osiride egiziano al Krishna indiano, dal Mitra persiano all'Ercole greco. Si tratta, più precisamente, di tutte le supposte singolarità del personaggio: la verginità della madre ("prima, durante e dopo il parto''), la strage degli innocenti, il "blackout" tra infanzia e maturità, l'esecuzione di miracoli e prodigi (dalla moltiplicazione dei pani alla camminata sulle acque), l'eucarestia (presente dal culto di Osiride ai misteri eleusini), la crocifissione (si veda il classico "I sedici salvatori crocifissi del mondo" di Kersey Graves) e la resurrezione (altrui e propria). Queste storie, dunque, stanno in piedi o cascano tutte assieme, e sarebbe provinciale voler credere a una sola tradizione (ovviamente, la propria) ma non alle altre.

Miti a parte, l'uomo dei Vangeli è sostanzialmente un ebreo dissidente e riformatore, che si rivolge esclusivamente ai suoi correligionari, e come tale fu percepito dai suoi primi discepoli. Lo storico incidente del 51 d.C. fra le comunità di Gerusalemme e di Antiochia, guidate da Pietro e Paolo, riguardò appunto la possibilità di convertire i gentili da un lato, e la necessità di imporre ai convertiti la circoncisione e le strette norme alimentari della legge ebraica dall'altro. La decisione finale fu che "Pietro avrebbe annunciato il Vangelo ai circoncisi, e Paolo ai pagani'' ("Lettera ai Galati", II, 9), e che a questi ultimi si sarebbe imposto soltanto lo stretto indispensabile: cioè, le leggi postdiluviane di Noè.

Il Gesù dei Vangeli è comunque molto diverso dal "Gesù della Chiesa", per vari motivi. Anzitutto, il canone dei quattro Vangeli stabilito nel Concilio di Roma del 328 esclude tutti gli apocrifi (una parola che, fra l'altro, in origine significava "segreto'' o "occulto'', e soltanto in seguito acquistò il significato apocrifo di "falso'', secondo il motto di Origene: "Ecclesia quattuor habet evangelia, haeresis plurima", "La Chiesa di Vangeli ne ha quattro, di eresie molte''). In realtà, i Vangeli in origine erano tanti perché ogni comunità cristiana aveva il suo: soltanto con l'instaurarsi dell'ortodossia si rese necessario stabilire una versione "ufficiale'', e si scartarono i testi che non si confacevano al progetto.

Inoltre, il Gesù della Chiesa si basa su una serie di integrazioni ai Vangeli: dai testi supplementari delle "Lettere" di Paolo (50--60 d.C.) e degli "Atti degli Apostoli" di Luca (85--90 d.C.), ai pronunciamenti dottrinali dei Concili codificati in una serie di dogmi. Le novità sostanziali introdotte da Paolo furono anzitutto la divinità di Gesù, e poi l'apertura del cristianesimo ai gentili: la prima Gesù non l'aveva mai rivendicata, e la seconda l'aveva invece sempre esclusa (d'altronde, il Messia era per tradizione un "uomo" destinato a regnare "terrenamente" su Israele). Ma furono ovviamente queste due innovazioni, in parte recepite dai Vangeli canonici, soprattutto nel racconto della resurrezione e delle sue conseguenze, a permettere al cristianesimo di diventare una religione potenzialmente universale.

Infine, l'esistenza stessa della Chiesa si basa su un radicale stravolgimento dell'insegnamento del Gesù dei Vangeli, che aveva sempre annunciato l'imminenza dell'avvento del Regno dei Cieli. I primi cristiani ci credettero, e vissero alla giornata nell'attesa della "parousia", la sua seconda venuta. Ma col passare del tempo, quando videro che la supposta fine non arrivava in senso reale, si organizzarono e la interpretarono in senso metaforico come la venuta della Chiesa.

L'ultima e più irreale incarnazione del mito è il "Gesù dei fedeli", che se lo immaginano come meglio credono, improvvisando liberamente sui temi proposti dalle fantasiose rappresentazioni artistiche e letterarie (spesso ispirate agli apocrifi, quando non semplicemente inventate) e abbellendoli con tutto ciò che fa loro comodo: perché come si sa, la fede è cieca e non si cura di sottigliezze quali la verità storica, la verosimiglianza logica e la l'ortodossia teologica. Per il credente, direbbe Feyerabend, "everything goes", "tutto fa brodo''.

E per la Chiesa anche, soprattutto quando serve a catturare gli allocchi. Come infatti confessò candidamente papa Leone X al cardinal Bembo: "Historia docuit quantum nos iuvasse illa de Christo fabula", "La storia ci insegna quanto ci ha abbia fruttato quella favola di Cristo''.

Link al commento
Condividi su altri siti

Unisciti alla conversazione

Adesso puoi postare e registrarti più tardi. Se hai un account, registrati adesso per inserire messaggi con il tuo account.

Ospite
Rispondi

×   Incolla come testo formattato.   Incolla invece come testo normale

  Sono permesse un massimo di 75 faccine.

×   Il tuo link è stato inserito automaticamente.   Visualizza invece come link

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Editor trasparente

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Caricamento