Cos’è il gioco della Zara?

Gioco Della Zara

Hai sentito parlare del gioco della Zara ma non sai esattamente di cosa si tratta? Probabilmente avrai giocato almeno una volta nella vita a quello che è conosciuto, sin dal Medioevo, con il nome di Zara o, perlomeno, a un suo gioco equivalente. Nel Medioevo, infatti, più che con le carte, il gioco d’azzardo si concretizzava nel gioco dei dadi. Il più diffuso fra i giochi con i dati era la Zara, tanto che, proprio di questo passatempo parla Dante nella sua Divina Commedia.

Gioco della Zara: da dove nasce la passione per i dadi

La passione per i dadi ha origini ataviche, come se l’uomo avesse da sempre sentito l’impulso di scommettere e giocare. Quando è cominciata? Le prime testimonianze di dadi giunte sino a noi fanno risalire l’uso dei dadi al V millennio. Essi venivano utilizzati come astragali, cioè degli strumenti per predire il futuro. Inizialmente, per assumere questa funzione veniva utilizzati degli ossicini, dalla forma cubica. I primi dadi a sei facce ritrovati sono cinesi: risalgono al 2.000 a.C. Di epoca successiva sono quelli egiziani, che invece, risalgono al 600 a. C. Quando hanno cominciato a essere usati i dadi nella penisola italiana? A partire dall’epoca etrusca: questi dadi si distinguevano per l’uso di lettere al posto dei numeri. Usavano i dadi anche i romani e forse proprio da loro deriva la tradizione dei giochi durante il periodo natalizio in Italia. Infatti, i romani usavano giocare a dadi durante le festività Saturnali, ovvero le giornate dedicate a Saturno comprese fra il 17 dicembre e il 23 dicembre. Ma per incontrare il gioco dei dadi conosciuto come Zara, si dovrà attendere il Medioevo, quando comincia a essere praticato questo gioco conosciuto come Az-Zahr, termine arabo che sta a significare proprio “azzardo”. In quel periodo, la Zara era il passatempo più diffuso. Come lo sappiamo? Viene citato da Dante Alighieri nel Canto VI del Purgatorio, all’interno della Divina Commedia.

Le regole di gioco dell’Azar

Le regole del gioco dell’Azar sono documentate a partire dal 1283, quando Alfonso X le pubblica all’interno del suo manuale El libro de juegos. Il gioco dell’Azar presenta delle differenze rispetto alla Zara e si fonda essenzialmente sulla fortuna. In questo gioco, infatti, la strategia è praticamente nulla, in linea con la cultura medievale in cui prende forma, in cui tutto era riconducibile alla Dea Bendata. L’Azar è un gioco semplice per il quale i giocatori avevano bisogno di 3 dadi e un foglietto di carta sul quale segnare i punti. Il primo partecipante aveva il compito di lanciare i dadi: la mano vincente era quella in cui la somma dei dadi era pari a 3, 4, 5 e 6, oppure 15, 16, 17 e 18. Questi totali erano chiamati Azar e corrispondevano a una vittoria. Se il giocatore non otteneva uno di questi punteggi i dadi passavano al secondo partecipante. Se nemmeno il secondo giocatore totalizzava un Azar allora i dadi tornavano all’avversario che per vincere doveva ottenere la somma dei numeri raggiunta dal suo concorrente. Ottenendo, infatti, a questo punto un numero Azar (denominato Reazar) risultava sconfitto e la vittoria era assegnata al secondo giocatore.

Le regole del gioco della Zara

Le regole della Zara differiscono leggermente dal gioco dell’Azar. I giocatori sono due: da una parte il Banco (che tira i dadi) dall’altra l’avversario. Per stabilire chi sarà il Banco si lanciano i dadi: chi compone il numero più alto sarà il primo giocatore a lanciare i dadi, ce sono sempre tre. Ogni giocatore può totalizzare un punteggio minimo di 3 (sommando 1, 1 e 1, che compaiono su ciascun dado) a un massimo di 18 (che equivale alla somma dei tre 6 che compaiono sui dadi). Oltre al 3 e al 18, sono considerati numeri vincenti ance il 4, il 5 e il 6, così come i numeri 15, 16 e 17. Questi numeri sono chiamati Azar. Gli altri numeri possibili, ovvero quelli compresi fra il 7 e il 14 (numeri non Azar) sono invece chiamati Sorti: Ogni giocatore, quindi, ha 40 possibilità di avere un numero Azar e 176 di avere un numero Sorti. Il gioco comincia quando il Banco lancia i dadi. Se la somma dei dadi lanciati dal Banco è un numero Azar il banco vince. Se invece, il Banco ottiene un numero Sorti, questo numero viene assegnato all’avversario e il Banco ritira nuovamente i dadi. Nel secondo lancio dei dadi se il Banco compone un numero Azar (definito Reazar al secondo tiro) perde la partita. Se invece ottiene lo stesso numero Sorti della mano precedente la mano si dichiara nulla e deve lanciare nuovamente i dadi. Se il numero risultante è un numero Sorti diverso dal precedente, quel numero è attribuito al Banco. A questo punto il Banco ritira i dadi sino a quando non si compone il numero Sorti attribuito al giocatore (in questo caso la partita risulta vinta da player) o il numero Sorti attribuito al Banco (in questo caso la partita è vinta da chi tira i dadi).

Gioco della Zara e Craps: le somiglianze

Guardando alla Zara è evidente che sono numerose le somiglianze con il gioco del Craps a cui è possibile dilettarsi seduto a un tavolo da gioco all’interno di un casino fisico oppure dinanzi allo schermo di dispositivi mobili o PC all’interno di un casino online. Chi ha giocato qualche volta a Craps, infatti, saprà bene che il giocatore, lanciando i dadi, sfida il banco. Se il giocatore ottiene un punteggio compreso fra 7 e 11 vince la partita, mentre la perderà se totalizzerà un punteggio uguale a 2, 3 o 12. Come si comprenderà a Craps i dadi non sono 3 bensì 2. Tutti gli altri punteggi totalizzati dal giocatore diventano il punteggio che il lanciatore deve ottenere prima di totalizzare un 7. Se un giorno ti troverai dinanzi a un tavolo da gioco nell’atto di lanciare i dadi pensa a come tutto ha avuto inzio: dall’Azar, cioè dall’azzardo di scommettere.