I casinò online che frequentiamo, specialmente quelli esteri, scorrendo in fondo alle liste di giochi presentano molti titoli che “non ce l’hanno fatta”. Idee brillanti finite male, trovate geniali sabotate dai casinò stessi e piccoli capolavori che il pubblico ha snobbato perché “eh ma non è blackjack”.
Oggi parliamo dei giochi da tavolo quasi famosi: quelli che avrebbero potuto sfondare, ma che sono rimasti in quel limbo elegante tra il ricordo e il rimpianto. Varianti di giochi più noti che, per una ragione o per l’altra, oggi sono dimenticate da quasi tutti i giocatori.
La lista non è ovviamente esaustiva: così evitiamo un articolo troppo lungo che farebbe crollare la vostra attenzione, e la redazione di AmmazzaCasino può tenere qualche cartuccia per i prossimi pezzi senza bruciare tutte le idee in un colpo solo.
Diamo per scontato, nello spiegare come funzionano i giochi, che sappiate già giocare a
Blackjack e a Poker.
1) Blackjack Switch – il gioco geniale che i casinò hanno castrato
Partiamo dal più clamoroso: Blackjack Switch. L’idea è talmente buona che sembra illegale: giochi due mani di blackjack e puoi scambiare la seconda carta tra le due. Una regola semplice che ti fa sentire un mistificatore del tavolo. Alla prima partita pensi: “Ma dov’è stato questo gioco per tutta la mia vita?”.
Pregi reali: il gioco è scorrevole, le decisioni sono divertenti, la sensazione di controllo è superiore al blackjack classico.
Perché non è esploso: perché i casinò si sono spaventati. E quando un casinò si spaventa, introduce artifici irritanti come il famigerato dealer 22 = push, la regola più “pacco” mai inventata dopo il blackjack 6:5. Risultato: il gioco funziona, ma nasce con un fastidioso freno tirato. È come giocare una partita con uno scarpino normale e uno zoccolo da ospedale sull’altro piede.
2) Double Attack Blackjack – quando l’idea è stuzzicante ma la matematica non regge
Anche qui il concetto è ottimo: vedi la carta scoperta del banco e puoi aumentare la puntata. Sulla carta è adrenalina pura. In pratica è un gioco che sembra fatto per i giocatori, ma sotto c’è una struttura che traballa.
Pregi: sensazione di “attacco” reale, ritmo altissimo, decisioni semplici da spiegare a un neofita.
Il problema: troppe micro-regole che spezzano il ritmo, edge nascosti che i giocatori medi non colgono, casinò poco propensi a proporlo. Avrebbe potuto diventare un evergreen… ma per compensare l’ovvio vantaggio del double attack l’hanno reso quasi ingiocabile.
3) Let It Ride – il fossile glorioso che ogni tanto torna a respirare
Negli anni ’90 era ovunque. Una semifixed-bet che ti fa sentire al tavolo del poker senza dover ricordare nulla. Lo giochi, ti rilassi, fai due scelte in croce e speri di prendere una scala.
Pregi: è un gioco zen. Nessuna pressione, nessun ritmo da cardiopalma, nessuno che ti guarda male perché hai “rovinato la mano”. Perfetto per chi vuole socializzare.
Perché è quasi scomparso: i giocatori moderni lo trovano lento, e i casinò vogliono tavoli che macinano azione. Online però ha ancora una nicchia sorprendente: Let It Ride è come certi cani anziani – nessuno lo porta al parco, ma poi scopri che sta meglio di tutti. Purtroppo oggi si trova in pochi casinò online.
Come si gioca a Let It Ride (regole rapide)
Struttura base:
- Punti tre puntate uguali: 1, 2 e 3.
- Ricevi 3 carte coperte (le tue).
- Il banco ha 2 carte comuni coperte sul tavolo.
Fase di gioco:
- Dopo aver visto le tue 3 carte:
- puoi lasciare la puntata 1 sul tavolo (Let It Ride),
- oppure ritirarla.
- Il banco scopre la prima carta comune:
- puoi lasciare la puntata 2,
- oppure ritirarla.
- Il banco scopre la seconda carta comune:
- ora hai una mano finale di 5 carte (3 tue + 2 comuni).
Quando vinci:
- Si paga solo se la tua mano è almeno coppia di 10 o meglio.
- Più è alta la combinazione (scala, colore, full, poker, scala reale), più aumenta il payout.
In sintesi: punti tre volte, puoi ritirare fino a due puntate durante il gioco, e incassi solo se alla fine le tue 5 carte fanno almeno coppia alta.
4) Caribbean Stud Poker – il re decaduto (che resta comunque un bel gioco)
Questo è uno dei preferiti del Gastardo di AmmazzaCasino, quindi eravamo moralmente obbligati a trattarlo bene. Caribbean Stud Poker negli anni ’90 prometteva rivoluzioni: jackpot progressivi, decisioni secche, adrenalina senza tecnicismi. All’epoca era una bomba.
Cosa aveva di bello: ritmo pulito, meccanica intuitiva, jackpot che ha cambiato la vita a più di un turista. È uno di quei giochi dove la “mano del destino” arriva davvero: ti giri un full o un poker e il tavolo esplode.
Cosa l’ha frenato: la regola della qualifica del banco. È la vera tragedia del gioco: fai una mano che entra una volta nella vita, ti pregusti la fortuna che stai per incassare… e il banco non si qualifica. Risultato: vieni pagato come una mano banale. Una meccanica che ha fatto prima bestemmiare e poi scappare metà dei giocatori.
Ma se sei uno che apprezza il Caribbean Stud il gioco ha ancora fascino: è storytelling puro, con gente che urla, impreca, festeggia. Un gioco vintage, sì, ma con più personalità di mille varianti moderne.
Come si gioca a Caribbean Stud Poker (regole rapide)
Struttura base:
- Metti la puntata iniziale: Ante.
- Ricevi 5 carte coperte.
- Il banco riceve 5 carte, ma ne mostra una scoperta.
Fase di decisione:
- Valuti le tue carte e l’unica carta scoperta del banco:
- Fold: ti ritiri e perdi l’Ante.
- Raise: rilanci con una puntata pari a 2× l’Ante.
- Se fai Raise, il banco scopre le sue 5 carte complete.
Regola chiave: il banco deve qualificarsi
- Si qualifica solo con Asso + Re o meglio.
- Se non si qualifica:
- vinci automaticamente l’Ante (1:1),
- il Raise ti viene restituito.
Se il banco si qualifica:
- Si confrontano le mani:
- Se batti il banco → vinci Ante + Raise (Raise paga secondo tabella).
- Se perdi → perdi entrambe.
- Se pareggiate → si restituisce tutto.
Jackpot progressivo:
- Side bet opzionale con premi su full, colore, poker, scala reale.
In sintesi: punti l’Ante, prendi 5 carte, valuti quella scoperta del banco, decidi se ritirarti o rilanciare 2×. Il banco deve qualificarsi, poi si confrontano le mani. Semplice e teso.
Conclusione – non sono giochi morti: sono giochi di carattere
Questi quattro giochi hanno una cosa in comune: non sono stati rifiutati perché brutti, ma perché il mercato si muove come un bulldozer. Vuole semplicità estrema o caos totale; tutto ciò che sta in mezzo viene schiacciato.
Queste varianti mostrano che il casinò, ogni tanto, prova davvero a innovare. E qualche volta crea cose geniali che poi affossa per paura.
Nel prossimo episodio parleremo degli esperimenti più folli, dei giochi Frankenstein mai arrivati in Italia e delle varianti “che nessuno ricorda ma ogni tanto rispuntano online come zombie ben vestiti”.