Casino tribali: turismo da gioco dai nativi americani

Sono più di 9.000 i casino dislocati in tutto il mondo, e quasi 3.500 si trovano in territorio nordamericano. Fanno parte di questi ultimi anche diversi casino nativi americani. Le tribù indiane hanno trovato nell’apertura delle sale da gioco un’opzione in grado di far ottenere loro le entrate necessarie per la sussistenza delle comunità d’appartenenza. È significativo che il gioco d’azzardo nelle sale terrestri gestite da indiani sia oggi capace di produrre una percentuale prossima al 50% dei ricavi lordi da gioco (ossia i “gaming gross revenues”, in breve Ggr). Eppure, ancora troppe persone, anche residenti nell’America del Nord, non hanno consapevolezza della portata di tale fenomeno.

Giurisdizione americana e casino riserve indiani

La legge statunitense considera le tribù dei nativi americani delle entità sovrane. E tale “titolo” dà modo alle stesse tribù di operare senza (o con pochissime) restrizioni nelle terre loro riservate. Di conseguenza, l’apertura di casino è ammessa anche in quegli Stati in cui normalmente ritengono le sale terresti illegali. Tutto sarebbe nato dal caso che ha visto come protagonista la coppia formata da Russell ed Helen Bryan. La contea di Itasca tentò di tassare la loro proprietà situata nella riserva indiana di Chippewa. Dopo una serie di sentenze contrastanti rilasciate da vari tribunali, è stata la Corte Suprema degli Stati Uniti a dar ragione alla coppia. Attraverso un giudizio unanime la Corte stabilì l’illegittimità della legge americana nelle riserve.

Il modello dei casino dei nativi americani

I “Tribal Casino” aperti dai nativi americani hanno avuto come esempio i celebri casino di Las Vegas. Ecco perché, oltre a consentire a chi si presenta all’ingresso delle strutture di giocare, mettono a disposizione molteplici sevizi di ristorazione e opzioni per il soggiorno di altissimo livello, rivolte a chi desidera rimanere all’interno delle strutture per più giorni. Sono numerosi i soggetti facoltosi, provenienti da tutti gli Stati Uniti, ad approdare in tali casino.

I casino un elemento imprescindibile per il futuro delle comunità indiane

Il gioco indigeno, riuscendo a finanziare i servizi di intere comunità, rappresenta un esempio perfetto di come anche i casino possano costituire una risorsa importante non solo per i proprietari e i gestori delle strutture. Oltre al reddito immediato, infatti, deve essere preso in esame l’impatto sul futuro delle comunità. Lo Stato federale americano ha per ora riconosciuto come nazioni sovrane 547 comunità indigene. Ben 250 conducono attività legate al gioco d’azzardo. Un risultato di grande rilievo, soprattutto considerando come l’atto che ha stabilito le regole relative al gioco “amerindiano” risalga al 1988. Nello specifico, è stato l’Igra (acronimo di “Indian Gaming Regulatory Act”) a occuparsene. In precedenza, le tribù indigene, costrette a riparare in aree remote (conseguenza dell’espulsione) avevano enormi difficoltà nel finanziare le riserve, vivendo in condizioni di estrema povertà. E questo le portava a isolarsi dalla società. Il gioco ha permesso loro di ottenere un reddito stabile. L’Igra ha anche stabilito che quanto ricavato debba essere impiegato per scopi legati alle comunità, riservato allo sviluppo economico e utilizzato per finanziare sussidi. Da notare come a occuparsi della redistribuzione siano delle apposite infrastrutture chiamate a curare gli interessi dei nativi.

Gli effetti positivi: diminuzione della povertà e maggiore occupazione

In base ai dati raccolti dalla “National Indian Gaming Commission”, cui spetta il ruolo di regolatore a livello federale (importanti sono la valutazione dell’integrità del movimento fondi e la verifica dei vari contratti di cooperazione), il tasso di povertà nelle riserve indigene attive nel gioco è di 10 punti percentuali più basso (25% contro 35%) di quello rilevato nelle riserve che non investono nei casino indiani. Anche la percentuale di disoccupati è inferiore (10% contro 14%). Non a caso, le Nazioni indigene hanno come obiettivo primario fornire protezione al gioco, essenziale sia per l’autodeterminazione che per la sopravvivenza vera e propria.

I casino riserve indiani più noti

Esaminando le sale terrestri realizzate dalla comunità native, occorre riconoscere come nei loro territori siano nati alcuni dei casino di maggior importanza del territorio statunitense. Nel 2007, ad esempio, i Seminole hanno acquisito la catena “Hard Rock” che, oltre a essere impegnata nella gestione di ristoranti, ha esteso i propri interesse nel mondo dei casino. Il “Seminole Hard Rock Casinò” ha raggiunto grande popolarità. Al suo interno, tra l’altro, è stato organizzato un torneo di poker capace di assegnare 10 milioni di dollari garantiti.

Harrah’s Resort Southern California

Gode di un ottimo riscontro da parte del pubblico anche l’Harrah’s Resort Southern California (precedentemente noto come Harrah’s Rincon), attivo a Valley Center. Nelle sue sale hanno trovato spazio oltre 1500 slot machines, affiancate da 51 tavoli da gioco (inclusi tavoli da Pai Gow). Ogni tavolo vede i giocatori tentare di conquistare il jackpot progressivo “Impressive Progressive”.

Seven Feathers Casino Resort

Sono 3 le stelle del “Seven Feathers Casino Resort” di Canyonville, in Oregon, che abbina a un hotel con circa 300 camere un casino. La struttura appartiene alla tribù indiana dei Cow Creek Band di Umpqua. Dei 21.600 metri quadrati disponibili, sono 6.300 quelli riservati al gioco d’azzardo: numeri che l’hanno portato a essere la struttura di maggiori dimensioni dell’Oregon meridionale. Ogni anno almeno 1 milione di visitatori approda nel resort, divertendosi a puntare su passatempi come Blackjack, Craps, Roulette, Poker a 3 carte e Ultimate Texas Hold’em. Da non dimenticare come questo casino sia l’unico dell’Oregon a permettere di giocare a Baccarat. Altri giochi offerti? Le slot machine (comprese quelle elettroniche progressive), video poker, bingo e keno.

Rolling Hills

Tra i casino indiani compare anche il “Rolling Hills”, che la comunità di nativi Paskenta Band of Nomlaki Indians ha inaugurato in California, nei pressi della città di Corning. Anche in questo caso l’offerta è particolarmente ricca, includendo slot machine e tavoli per il blackjack. Se stai programmando una vacanza in California, e hai intenzione di approdare in tale zona, potresti anche approfittare di una visita al casino per divertirti con il campo da golf messo a disposizione dalla struttura. Il Washington Post ha stimato in 100 milioni di dollari i ricavi annuali della sala terrestre, oggetto di ridistribuzione tra i circa 300 membri appartenenti alla comunità.