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Sistema Della Moglie, Applicazione & Dubbi


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Buonasera a tutti.

Tralasciando, se pur a malincuore, tutto ciò che riguarda la storia, vorrei analizzare con voi il sistema Della Moglie, come da titolo.

Per chi non lo sapesse, questo sistema è nato per migliorare il Garcia nella sua dannosa progressione a perdere. Si tratta più che altro di una manovra finanziaria che tiene conto della probabilità di uscita di un evento e si prefigge di pareggiarne i conti ad una probabilità di uscita maggiore di quella probabilistica. Traducendo in numeri: se un evento ha probabilità di uscita di 1/8, Della Moglie ottiene un "vantaggio" (virgoletto perché come ben sapete nessuna cosa può essere davvero ritenuta un vantaggio in un gioco matematicamente svantaggioso) cercando il pareggio della cassa qualora l'evento si verifichi con una statistica pari a 1/10. Questo che significa? Che tutto ciò che avviene di meglio di quel 1/10 (e alla lunga dovrebbe essere così, visto che la probabilità di quell'evento è 1/8) diventa un guadagno. Ovviamente il tutto prevede una progressione in perdita. Tutto questo (la probabilità e la progressione in perdita considerando tale probabilità) raccoglie in un unico canale le fondamenta degli studi di Marigny e di D'Alembert (il genio al quale sono assolutamente devoto): Marigny perché si occupa degli scarti, D'Alembert perché ruota a suo vantaggio la probabilità di un evento.

Partiamo dunque dalla base, che è il sistema Garcia.

In soldoni (parole povere) Garcia giocava le chance semplici (rosso e nero) e gestiva il tutto in due casse diverse: una cassa reale per le vincite e una cassa virtuale per le perdite. Puntava sempre l'inverso della precedente uscita, quindi cercava l'alternanza. Ogni colpo vinto faceva aumentare la cassa reale, ogni colpo perso faceva aumentare lo scoperto della cassa virtuale. La progressione che usava era 1-3-7. Se nei primi tre colpi si indovinava anche un solo colpo, si era in vantaggio. Se invece tutti e tre i colpi andavano male, allora Garcia metteva in gioco l'intero scoperto della cassa virtuale, dividendolo in tre puntate consecutive e giocando stavolta il proseguimento della filata dello stesso colore. Al primo colpo perso, ripartiva da capo con il gioco dell'alternanza e della progressione 1-3-7. Se invece indovinava tutti e tre i colpi, cosa che appunto capita con una probabilità di 1/8, riusciva ad azzerare l'intera cassa virtuale delle perdite, ritrovandosi in tasca tutte le vincite ottenute da tutto il gioco svolto con la progressione 1-3-7. Geniale nella sua intuizione di creare due casse (probabilmente rappresenta il primo money management della storia ai fini roulettistici), il sistema è comunque pericolosissimo perché porta ad esposizioni altissime quando non si riesce a trovare la combinazione giusta al momento del recupero della cassa delle perdite. Non è un gioco al raddoppio come la progressione di Martingale, ma è un gioco che sale di 1/3 alla volta. Comunque sia porta alla perdita dell'intera cassa in breve tempo.

Cosa decide di fare allora Della Moglie?

Ritenendo che la grossa pecca del sistema Garcia stia nel fatto che la progressione è troppo rapida (effettivamente 1-3-7 è anche più forte di quella di Martingale) e che il recupero cassa è troppo violento (Garcia si gioca tutto lo scoperto in soli tre colpi), imposta un gioco che mira semplicemente a scostarsi di quel poco che basta (da 1/8 a 1/10) per ottenere un piccolo vantaggio sul banco. Parlo di vantaggio sempre in termini relativi, perché la Roulette è comunque un gioco svantaggioso per il giocatore (-2,7% di valore atteso, -1,35% nel caso di partage sullo zero, come già spiegai in un'altra discussione). Brevemente il suo gioco prevede di puntare sempre la stessa chance semplice, andando a ricercare una serie di tre vittorie consecutive (come Garcia faceva per il recupero cassa), ma la progressione che decide di usare non è una progressione ad incremento costante come l'1-3-7 di Garcia o come qualunque altra basata sui medesimi princìpi, ma una progressione lenta e basata unicamente sullo scarto e sullo scoperto. Imposta così degli scaglioni di scarto riferiti a quella figura da tre che lui cerca (da 1 a 10, da 11 a 20, da 21 a 30 e così via) e all'interno di questi scaglioni decide qual è il divisore per il quale dovrà dividere l'intero scoperto. Questo significa due cose: non esistono più due casse, a meno che non si conteggino come due casse la cassa totale dei guadagni e la cassa attuale di gioco, e il recupero non è immediato alla singola presentazione della figura da tre. Lui sa che la figura da 3 avviene mediamente 1 volta ogni 8 tiri (1/2*1/2*1/2), per cui imposta il gioco a scaglioni da 10 e infatti sottrae 10 dalla colonna degli scarti quando incontra la figura ricercata. Importanti per il calcolo della puntata sono sempre l'intero scoperto e il divisore per il quale tale scoperto si deve dividere. Tutto ciò porta a non chiudere la partita alla prima figura da tre (cosa che avveniva invece con Garcia), ma necessita di tante figure da tre quanti sono gli scaglioni di scarto presenti in quella partita. Ovvero, se ci troviamo al terzo scaglione (scarto quindi tra 21 e 30, cioè ritardo della figura da tre da oltre 20 tiri), servirà una prima figura da 3 per scendere allo scaglione 2, un altro per scendere allo scaglione 1 e l'ultima per recuperare tutto il rimanente della nostra cassa fino ad allora in perdita.

La tabella dei divisori è la seguente e si approssima sempre per eccesso:

- con scarto 1-10, al primo tiro 3, al secondo 2, al terzo 1;

- con scarto 11-20, al primo tiro 6, al secondo 5, al terzo 4;

- con scarto 21-30, al primo tiro 9, al secondo 8, al terzo 7.

Si continua sempre aumentando di 10 gli scarti minimo e massimo e aumentando di 3 ogni singolo tiro.

Quindi, in un esempio pratico, se gioco sempre N alla ricerca della figura NNN, ho uno scarto di 14 (cioè ho incontrato 14 R e mai una serie NNN) e uno scoperto fino a quel momento di -32$, il mio primo tiro successivo sarà di 6$ (32/6 e approssimazione per eccesso), in caso di N il secondo tiro sarà ancora di 6$ (32-6=26, quindi 26/5 e approssimazione per eccesso), in caso di N il terzo tiro sarà di 5$ (26-6=20, quindi 20/4). In caso io abbia preso la serie NNN non ho annullato tutta la cassa negativa che avevo, ma l'ho semplicemente ridotta da -32$ a -15$. A quel punto lo scarto che era di 14 diventa per convenzione uno scarto di 4 (sottraggo 10) e mi ritrovo dunque circa a metà del primo scaglione, dove giocherò secondo i divisori del primo scaglione (3-2-1, di cui l'1finale fa capire che l'intera cassa in caso di vincita verrebbe azzerata).

Detto questo, non è tutto. Non è tutto perché comunque sia, nonostante la prudenza di Della Moglie, le esposizioni possono ad ogni modo salire molto in alto e il capitale si rischierebbe, se pur in un tempo più ampio rispetto al Garcia, nella sua totalità.

Infatti Della Moglie applica un'altra nuovissima intuizione per l'epoca. Considerando che le figure da tre sono 8 figure diverse (NNN, NNR, NRR, NRN, RRR, RRN, RNN, RNR), decide di giocarle tutte insieme, ognuna con il proprio scoperto, con il proprio scarto, con il proprio divisore e con la propria puntata, ma ovviamente facendo il conto differenziale per decidere quale dovrà essere l'unica puntata sul tavolo (e non 8 diverse). Questo dovrebbe, a suo modo di vedere, contenere le puntate e risolvere dunque anche quest'ultimo problema.

Voi cosa ne pensate?

Io ho provato a testare per brevissimo tempo il sistema Della Moglie con una sola figura da 3 e ho ottenuto un reddito pari a circa 10 pezzi ogni 100 tiri. La puntata non è mai cresciuta tanto semplicemente perché ho fatto pochissime prove (appena 600 tiri), considerando appunto l'eventualità di un'impennata improvvisa. Mi interesserebbe conoscere le vostre opinioni, testare il sistema differenziale e capire se si possono apportare miglioramenti.

Ringrazio anticipatamente tutti coloro i quali parteciperanno alla discussione.

Buona serata.

Il Prof.

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Ciao Prof

E' un ottimo metodo!

Io non conoscevo il Della Moglie fin quando non mi sono imbattuto nel Della Moglie Modificato (spesso lo trovi abbreviato DMM) ideato dal buon stefek e che per essere usato prevede la padronanza del Della Moglie originale.

Stefek parte dal metodo originale, ne individua le debolezze e apporta modifiche secondo ragionamenti (cioè a dire usando la logica e non quadrati magici o cose del genere). Lo si trova in rete facilmente digitando su google (spiegazione + partite d'esempio), se non lo dovessi trovare chiedi pure.

Inoltre il sempre generoso Shadow ha pure realizzato il software per abbreviare i calcoli e fare simulazioni, anche questo si trova gratuitamente in rete.

Ciao ciao

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Ottima esposizione, Prof.. (due punti, uno per l'abbrevazione, e uno per la chiusura frase)

Se il generoso Shadow ha realizzato un software di simulazione, la risposta al nocciolo della tua domanda, sta lì. Simula e avrai risposta.

Tempo fa scrissi che, salvo l'apertura di orizzonti a me ignoti, il gioco sulle chance non ha possibilità di superare gli scarti abissali che si incontrano nelle milionate di buole. Mentre scrissi, e oggi sono praticamente certo, che un opportuno approccio coi pieni, offre questa concreta, reale e realizzabile possibilità. Il mio criterio di validità e giocabilità di un sistema corrisponde al superamento di un test di almeno 200.000.000 di buole; per poi giocarne, con l'impiego denaro reale, non più della ventesima parte.

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Il solito approccio può essere applicato anche ai pieni, così come a qualunque altra cosa. Dobbiamo solo riflettere su quale sia la più vantaggiosa.

Hai ragione. Su cosa sia più vantaggiosa l'applicazione, e perché, è stato qui oggetto di approfondito dibattito. Una volta tanto fummo tutti d'accordo: i pieni.

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Beh, sul gioco standard io direi che si possa sostenere con fermezza che sia la stessa cosa, poiché tantopiù con i pieni si conserverà la puntata entro certi limiti nel breve periodo, tantopiù si andrà incontro a ritardi più grandi e quindi a scoperti di medesima portata. Voglio dire che se un evento si verifica con una probabilità di 1/8 dovrò usare una progressione più forte rispetto ad un evento che si verifica con una probabilità di 1/36, ma se la prima mi dà scarto 80, contemporaneamente la seconda in proporzione mi dà scarto 360. Le figure possibili sono infinite, poiché le possiamo ricercare di diversi modi, ma di infinita lunghezza, quello che cambia è la probabilità. Il valore atteso rimane però sempre il medesimo. Non credo ci sia via d'uscita da questa equazione. All'aumentare della resistenza si perde in profitto (e non si può nemmeno compensare la cosa dando un valore più alto al nostro pezzo perché i casinò impongono dei limiti) e viceversa, all'aumentare del profitto si perde in resistenza (e ancor prima si raggiunge il limite di puntata del casinò). Alle fine 2*5 fa 10 come 5*2, se mi si passa il paragone.

Modificato: da il Prof.
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Ho capito, quanto asserisci è corretto, e quelli che a suo tempo presero parte al dibattito cui mi sono riferito sottoscriverebbero sicuramente (ricordo, soprattutto, Kal El, anche J-J, con apporti di Carpediem, Emgus ed altri).Tuttavia, il discorso fu affrontato da una prospettiva diversa. Se hai interesse, o solo curiosità, puoi chiedere a J-J , la cui mente ha prodigiose capacità di rintracciare passate discussioni, di indirizzarti.

Per il resto, sono 26 minuti dopo mezzanotte (salvo complicazioni).

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puoi chiedere a J-J , la cui mente ha prodigiose capacità di rintracciare passate discussioni, di indirizzarti.

come dire: prendiamolo con le buone e facciamogli fare il lavoro sporco! tw_ev

Però a dire il vero ricordo tante discussioni affrontate insieme su questo argomento ma non questa nello specifico. Ricordi qualche dettaglio per restringere il campo di ricerca?

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puoi chiedere a J-J , la cui mente ha prodigiose capacità di rintracciare passate discussioni, di indirizzarti.

come dire: prendiamolo con le buone e facciamogli fare il lavoro sporco! tw_ev

Però a dire il vero ricordo tante discussioni affrontate insieme su questo argomento ma non questa nello specifico. Ricordi qualche dettaglio per restringere il campo di ricerca?

Dunque tu mi stai dando del paragnosta untuoso, scivoloso, infido, e gesuitico? Bene, segnerò anche questa.

Nel merito, ricordo in particolare una discussione piuttosto articolata con Kal El, specificamente sulla cosidetta "legge del terzo". Io negavo (e ancora nego) che potesse mai esistere una cosa simile; e alla fine anche Kal El convenne; ed entrambi trovammo un accordo nel definire la costante statistica delle ripetizioni, se non ricordo male, "una proprietà dei cicli chiusi". Mi pare fu proprio Kal El a proporre il termine. Ricordo anche che poco prima o poco dopo, avevo mostrato e dimostrato la ragione per la quale tale proprietà è una necessità matematica.Tutto questo ha rapporto col discorso del Prof., che sostiene (se ho capito bene) non essevi differenza tra il gioco sui pieni e quello sulle chance (mentre io sostengo il contrario). Infatti, per quanto mi risulta, non esiste alcuna proprietà nota nell'alternanza delle chance. Sempre se non ricordo male, a quel punto subentrò Carpediem, con le sue implacabili statistiche, che suffragarono il discorso da me le testè accennato. Se non sbaglio, fu proprio Carpediem a dare dei cenni sul modo in cui, nei suoi sistemi, applicava questa proprietà (la costanza statistica delle ripetizioni).

Per il resto, forse meglio che sorvoli sull'ora...

Modificato: da Satori
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Tutto questo ha rapporto col discorso del Prof., che sostiene (se ho capito bene) non essevi differenza tra il gioco sui pieni e quello sulle chance (mentre io sostengo il contrario). Infatti, per quanto mi risulta, non esiste alcuna proprietà nota nell'alternanza delle chance.

Ed infatti hai ragione, non esiste nessuna proprietà sull'alternanza delle chance. Sta di fatto che una chance semplice esce con una frequenza maggiore rispetto ad un pieno, per cui diventa solo più semplice e illimitato il campo delle possibili operazioni di gioco che si vorranno intraprendere, ma così come ha una frequenza maggiore la vittoria, ha una frequenza maggiore anche la sconfitta. Per una cosa che esce 1 volta ogni 2 tiri ce n'è un'altra contrapposta che si comporta allo stesso modo. E così come c'è un pieno che esce 1 volta ogni 36 tiri, ci sono 35 altri pieni con la medesima frequenza. Il calcolo che chiarisce il concetto è il prodotto.

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Tutto questo ha rapporto col discorso del Prof., che sostiene (se ho capito bene) non essevi differenza tra il gioco sui pieni e quello sulle chance (mentre io sostengo il contrario). Infatti, per quanto mi risulta, non esiste alcuna proprietà nota nell'alternanza delle chance.

Ed infatti hai ragione, non esiste nessuna proprietà sull'alternanza delle chance. Sta di fatto che una chance semplice esce con una frequenza maggiore rispetto ad un pieno, per cui diventa solo più semplice e illimitato il campo delle possibili operazioni di gioco che si vorranno intraprendere, ma così come ha una frequenza maggiore la vittoria, ha una frequenza maggiore anche la sconfitta. Per una cosa che esce 1 volta ogni 2 tiri ce n'è un'altra contrapposta che si comporta allo stesso modo. E così come c'è un pieno che esce 1 volta ogni 36 tiri, ci sono 35 altri pieni con la medesima frequenza. Il calcolo che chiarisce il concetto è il prodotto.

Continuiamo a darci ragione a vicenda (infatti anche adesso hai ragione); il fatto è che stiamo affrontando la questione da una prospettiva diversa. Magari, se l'ottimo (che sarebbe j-j) rintraccia quelle discusioni, potremo entrare nel merito. Ripartire ex novo, visto che l'argomento è già stato trattato, non mi pare economico.

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Continuiamo a darci ragione a vicenda (infatti anche adesso hai ragione); il fatto è che stiamo affrontando la questione da una prospettiva diversa. Magari, se l'ottimo (che sarebbe j-j) rintraccia quelle discusioni, potremo entrare nel merito. Ripartire ex novo, visto che l'argomento è già stato trattato, non mi pare economico.

Sarei davvero lietissimo di leggere quella discussione, o comunque sia qualunque altra fonte parli approfonditamente dell'argomento. Speriamo che jj la rintracci, dunque.

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Continuiamo a darci ragione a vicenda (infatti anche adesso hai ragione); il fatto è che stiamo affrontando la questione da una prospettiva diversa. Magari, se l'ottimo (che sarebbe j-j) rintraccia quelle discusioni, potremo entrare nel merito. Ripartire ex novo, visto che l'argomento è già stato trattato, non mi pare economico.

Sarei davvero lietissimo di leggere quella discussione, o comunque sia qualunque altra fonte parli approfonditamente dell'argomento. Speriamo che jj la rintracci, dunque.

Lo stesso per me, anche per la puerile curiosità di rileggermi a distanza di tempo.

Tuttavia, già adesso un elemento importante è emerso: se il dispiegarsi di una permanenza di pieni origina strutture dotate di "proprietà"; mentre una permanenza di chance no, la scelta appare obbligata. Il punto, allora, è come sfruttare tali proprietà.

Inoltre, parlo in generale, l'affermazione "la matematica dice questo" è del tutto priva di contenuto. La matematica non dice nulla, dal punto di vista operativo, è uno strumento puro e semplice; cieco, sordo e muto, che, tuttavia, nelle mani di chi sa utilizzarlo ha una capacità di manipolazione del mondo naturale e non, che appare prodigiosa. Questo, per dire che un sistema è certamente costruito a partire dalla matematica (visto che manipola delle quantità), ma è realizzato a fronte di un progetto che procede più dall'arte. Senza creatività, insomma, non si approda a nulla; e la creatività trascende sempre il mezzo, anche se ha certamente un ruolo nell'afffinarlo.

Modificato: da Satori
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Ma nemmeno una permanenza di pieni origina strutture dotate di proprietà. Niente genera proprietà specifiche, è tutto frutto del caso. Certo, guardando a posteriori una permanenza, ci possiamo divertire come vogliamo a trovare strutture, figure, ripetizioni, alternanze e quant'altro, ma quello che interessa ad un giocatore è la ripetibilità a priori di tali "proprietà" e questo, ahimé, non è umanamente possibile.

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Scusa, come non genera proprietà? Com'è che non ci capiamo? Definisco "proprietà" : qualità specifica o peculiarità propria di un ente". Ebbene, che le ripetizioni nei cicli chiusi soddisfino in toto la definizione è inconfutabile. Qui nessuno ha mai affermato che tale proprietà generi la possibilità di prevedere sia la distribuzione delle ripetizioni, sia il loro apparire. Se io avessi detto questo, tu avresti ragione e io torto; ma io non l'ho detto. Resta certissimo che le permanenze numeriche generano, con evidenza statistica assoluta, tale proprietà. Per sfruttarla, è qui casca il ciuco, si deve operare a un livello metamatematico (come scritto nel precedente post).

Vi lascio a Morfeo.

Modificato: da Satori
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Lo stesso per me, anche per la puerile curiosità di rileggermi a distanza di tempo.

Scusate se ancora non ho trovato quella discussione, il compito si sta rivelando più lungo del previsto perchè cercando negli archivi mi sto divertendo anch'io a rileggermi a distanza di tempo..

ad esempio ho appena finito di rileggere 25 pagine di discussione intitolata "nasce terminator".. una vera chicca :)

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Lo stesso per me, anche per la puerile curiosità di rileggermi a distanza di tempo.

Scusate se ancora non ho trovato quella discussione, il compito si sta rivelando più lungo del previsto perchè cercando negli archivi mi sto divertendo anch'io a rileggermi a distanza di tempo..

ad esempio ho appena finito di rileggere 25 pagine di discussione intitolata "nasce terminator".. una vera chicca :)

Allora pure tu sei rimasto all'infanzia? Il lato positivo è che entreremo nel Regno dei Cieli.

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Scusa, come non genera proprietà? Com'è che non ci capiamo? Definisco "proprietà" : qualità specifica o peculiarità propria di un ente". Ebbene, che le ripetizioni nei cicli chiusi soddisfino in toto la definizione è inconfutabile. Qui nessuno ha mai affermato che tale proprietà generi la possibilità di prevedere sia la distribuzione delle ripetizioni, sia il loro apparire. Se io avessi detto questo, tu avresti ragione e io torto; ma io non l'ho detto. Resta certissimo che le permanenze numeriche generano, con evidenza statistica assoluta, tale proprietà. Per sfruttarla, è qui casca il ciuco, si deve operare a un livello metamatematico (come scritto nel precedente post).

Vi lascio a Morfeo.

Scusa Satori, allora non ho capito che cosa tu intenda quando parli della proprietà che un pieno dovrebbe avere e che una chance semplice invece non dovrebbe avere. Tutte le permanenze hanno delle proprietà, qualunque cosa ha una proprietà, anche al di fuori della Roulette. Io pensavo tu ti riferissi a ciclicità o specifiche frequenze all'interno di una quantità definita di colpi o quant'altro ci sia di simile. Mea culpa.

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Scusa Satori, allora non ho capito che cosa tu intenda quando parli della proprietà che un pieno dovrebbe avere e che una chance semplice invece non dovrebbe avere

Mi era parso che su questo ci fossimo capiti; stando alla tua riposta mi sono sbagliato. Provo a riformulare:

atteso che si definisce proprietà (mi cito) “ qualità specifica o peculiarità propria di un ente (qui aggiungo) o di un processo”, la differenza tra un ciclo chiuso di buoles, e un ciclo chiuso di pieni sta nel fatto che il primo non manifesta alcuna proprietà (nessun tratto specifico) – almeno a me intellegibile – il secondo sì. Tale proprietà dei cicli chiusi di numeri pieni è la certezza statistica della presenza di ripetizioni. Questa certezza statistica, appunto, è il tratto specifico, che è sinonimo di proprietà. Non si può discutere un’evidenza, si può, semmai discutere, avevo scritto anche questo, sul modo, se esiste, di utilizzare questa proprietà ; che, ho scritto anche questo, non genera alcuna possibilità predittiva né sulle distribuzione, né sull’ordine di apparizione delle ripetizioni, ma solo la certezza statistica che il fenomeno ripetizione avrà luogo. In una serie di chance contrapposte ciò non avviene, salvo che la serie non venga trasformata in unità numeriche (ho mostrato in passato il semplice procedimento per farlo).

Ho scritto su, semmai discutere, ... sul modo, se esiste; ebbene, discutere di questo modo, esula dl tutto dall’ambito matematico. Giacché si tratta di utilizzare il mezzo (matematico) per un fine extra o meta matematico.

Più chiaro di così, temo, non sarò capace.

Modificato: da Satori
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la differenza tra un ciclo chiuso di buoles, e un ciclo chiuso di pieni sta nel fatto che il primo non manifesta alcuna proprietà (nessun tratto specifico) – almeno a me intellegibile – il secondo sì. Tale proprietà dei cicli chiusi di numeri pieni è la certezza statistica della presenza di ripetizioni.

Probabilmente mi sto perdendo qualcosa del tuo ragionamento. I pieni mostrano ripetizioni allo stesso identico modo delle chance, tutto ovviamente in proporzione alla loro probabilità di frequenza. Se mi dici che in 36 tiri ci saranno "certamente" delle ripetizioni, allo stesso modo dovrai dire che in 36 tiri ci saranno certamente almeno un tot dell'una e un tot dell'altra chance. Si parla di probabilità matematiche. La ripetizione altro non è, infatti, che il verificarsi della probabilità P=1/36*2/36*3/36*4/36, ecc. Una probabilità simile la si può benissimo calcolare anche per le chance semplici o per qualunque altro tipo di evento. La legge del terzo è semplicemente il nome dato ad una cosa ovvia, così come ci potremmo inventare banalmente un altro milione di leggi e nominarle. Ma non è alcuna proprietà propria del pieno in sé. Mi spiace tu non voglia discutere della cosa dal punto di vista matematico, ma per me è invece l'unica cosa che conta e mi piacerebbe che la discussione andasse avanti su questo aspetto, sempre al fine di migliorare, laddove si possa, gli studi di Della Moglie.

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la differenza tra un ciclo chiuso di buoles, e un ciclo chiuso di pieni sta nel fatto che il primo non manifesta alcuna proprietà (nessun tratto specifico) – almeno a me intellegibile – il secondo sì. Tale proprietà dei cicli chiusi di numeri pieni è la certezza statistica della presenza di ripetizioni.

Probabilmente mi sto perdendo qualcosa del tuo ragionamento. I pieni mostrano ripetizioni allo stesso identico modo delle chance, tutto ovviamente in proporzione alla loro probabilità di frequenza. Se mi dici che in 36 tiri ci saranno "certamente" delle ripetizioni, allo stesso modo dovrai dire che in 36 tiri ci saranno certamente almeno un tot dell'una e un tot dell'altra chance. Si parla di probabilità matematiche. La ripetizione altro non è, infatti, che il verificarsi della probabilità P=1/36*2/36*3/36*4/36, ecc. Una probabilità simile la si può benissimo calcolare anche per le chance semplici o per qualunque altro tipo di evento. La legge del terzo è semplicemente il nome dato ad una cosa ovvia, così come ci potremmo inventare banalmente un altro milione di leggi e nominarle. Ma non è alcuna proprietà propria del pieno in sé. Mi spiace tu non voglia discutere della cosa dal punto di vista matematico, ma per me è invece l'unica cosa che conta e mi piacerebbe che la discussione andasse avanti su questo aspetto, sempre al fine di migliorare, laddove si possa, gli studi di Della Moglie.

Non è la prima volta che mi capita di assistere ( o sviluppare personalmente, come in questo caso) a discussioni in cui gli interlocutori, pur parlando della stessa cosa, la affrontano su piani diversi. Quando questo accade, si ha la sensazione che il discorso si avviti su stesso. Provo allora a dirla in un ulteriore modo. Mi scrivi: “ Mi spiace tu non voglia discutere della cosa dal punto di vista matematico”; hai ragione, è vero. Non è che non voglia farlo per scortesia; ma perché è inutile. Non porterebbe a niente neppure se avessimo a disposizione un tempo illimitato. E ho cercato di spiegare i perché di questo. Ho scritto: “Inoltre, parlo in generale, l'affermazione "la matematica dice questo" è del tutto priva di contenuto. La matematica non dice nulla, dal punto di vista operativo, è uno strumento puro e semplice; cieco, sordo e muto”; questo è inconfutabile; giacché la matematica è (o può essere) un mezzo finalizzato alla realizzazione di progetti; ma, di per sé non costruirà mai nulla. Esattamente come un martello serve a costruire un armadio, ma il progetto dell’armadio non sta nel martello, bensì nella mente del mastro falegname. Pertanto, l’ideazione di un sistema roulette si situa ad un livello del tutto differente della sua realizzazione e dell’analisi dei suoi risultati. Oltretutto, la matematica necessaria per certi aspetti dell’ideazione è talmente elementare da essere alla portata di chiunque. Quella necessaria per una trasposizione informatica, ovviamente no.

Mi pare di averti detto in un’altra discussione, che non mi azzarderei mai a discutere di matematica con te; ma, una volta di più la soluzione non sta nella perizia matematica; così come l’armadio non sta nella qualità del martello.

Peccato che l’ottimo (J-J) non abbia rintracciato la discussione cui ti ho accennato.

Modificato: da Satori
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Ciao Ragazzii leggendo i vostri pensieri mi veniva in mente un concetto ossia più aumento le combinazioni o le intreccio più la vincita si

riduce costringendo a sua volta a conseguire piu esiti positivi per avere un utile a questo punto non se ne viene mai fuori....

io opterei per una minima di cobinazioni a con alto margine di vincita perchè il resto del gioco lo fa il fato e a livello di divertimento può

dare dippiù senza parlare della vincita se quella sera ahi il fattore C si vola :angelo:

Una Cordiale Buona Notte :)

Modificato: da jak6969
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