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Strategia Alla Roulette


cris75

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Capisco meno della metà di ciò che dite, ma siete tutti fantastici.

E' il fascino del "mistero dentro il mistero" come Il nome della rosa, letto all'epoca anche dai sedicenni che non capivano una mazza di Scolastica medievale.

Analogamente io non so una mazza di teorie roulettare, per me la legge del terzo è quella che dice Leonardo sul treno alla fine di Non ci resta che piangere. :bira:

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Per Satori:

ricordiamoci che siamo nel campo del gioco della roulette: quello che è scontato per un matematico o statistico, non lo è per tutti. Il fatto di evidenziare che giocando su cicli di 37 si potessero sfruttare le ripetizioni, credo sia stato un passo avanti rispetto al modo di giocare in precedenza.

Lo ripeto: la "legge del terzo" (che io metto tra apici e tu sottolinei con "non legge") è soltanto un nome dato alla proprietà che si osserva nei cicli chiusi, solo un modo per nominare quella caratteristica (scontata in altri ambiti) nello studio dei sistemi.

Ho scritto e confermo che dalla piatta ovvietà della necessità delle ripetizioni è per principio impossibile trarre informazioni.

La necessità delle ripetizioni (in un ciclo di 37) è già di per se un'informazione su cui sono stati creati molti buoni sistemi (vedi Nino Zantiflore).

Altra cosa, [...] è ( o potrebbe essere) una analisi delle p o s i z i o n i delle ripetizioni e dei rapporti fra queste.

Allora stai cercando di trarre informazioni dalla "necessità delle ripetizioni" che poco fa hai reputato inutile. :bira:

Proverò a fare qualche esperimento...

Comunque, se è alla topologia che ti riferivi, è un’idea degna di nota.

Esatto proprio la topologia. Ho letto da poco un libro sulle teorie del caos e mi è rimasto impresso il concetto che in molti problemi complessi, una visione geometrica dei dati può indirizzare verso la soluzione. Nel libro è citato che alcuni ricercatori di quel campo hanno provato ad applicarsi proprio alla roulette :bira:

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Per Kal El ( e per quanti interessati ).

Mi scrivi:

Esatto proprio la topologia..”

Infatti, non poteva essere altro che la topologia, o una quelle discipline che studiano il cosiddetto “ordine implicito”. Vorrei qui aggiungere che queste discipline, almeno in un certo senso, hanno scoperto l’acqua calda. La novità, infatti, non consiste nell’idea, che, come dirò appresso, è antichissima ; ma nell’utilizzo. Topologia, teorie del caos, teoria dell’ordine implicito di Bohm, “ Universo olografico ripiegato”, ecc.. approcciano per la prima volta quest’idea dal punto di vista matematico. Solo in questo senso l’idea è una novità; e, direi, una novità a mio parere degnissima di nota. Ma l’idea è antica; anzi, più che un’idea è un profondissimo assunto metafisico. Esplicitato nel Mito de “ La Rete di Indra”, che nasce nel mondo indù, all’incirca , ma forse molto oltre 5.000 anni fa ( ! ). Tuttavia, il modello concettuale che ogni cosa si ritrova potenzialmente in ogni altra fu elaborato in modo completo dalla scuola Avatamsaka del Buddhismo Mahayana che è quasi unanimemente considerata il vertice insuperabile del pensiero buddhista.

Non ti suonano familiari queste parole?

"... Si dice che nel cielo di Indra esiste una rete di perle disposta in modo tale che, se se ne osserva una, si vedono tutte le altre riflesse in essa. Nello stesso modo, ogni oggetto nel mondo non è semplicemente se stesso ma contiene ogni altro oggetto, e in effetti é ogni altra cosa”.

Non è l’equivalente esatto de “ L’Universo olografico ripiegato” di Bohm?

Questo, per la cronaca.

Poi aggiungi:

“ Allora stai cercando di trarre informazioni dalla "necessità delle ripetizioni" che poco fa hai reputato inutile”

Kal El, ti invito a leggere con un pelino in più di attenzione quanto scrivo. Mi cito:

E’ estremamente probabile che nel corso dello sviluppo della permanenza ci saranno delle ripetizioni”, è un enunciato vero, inconfutabile; ma non è consente alcuna previsione sul venturo comportamento dei numeri. … All’inizio dello sviluppo di una permanenza ( per capirci, nella fase in cui si cominciano ad annotare i numeri su un qualsiasi supporto ) l’aspettativa delle future ripetizioni non è generata da un aumento di informazione sul sistema; ma dalla ovvia considerazione che al crescere delle boules cresce parimenti e proporzionalmente la probabilità di incappare in eventi che si sa già in anticipo essere probabili; e tali sono solo perché maggiormente rappresentati. Dove sta l’aumento di informazione? “

Kal El, scusami, è d’una ovvietà paralizzante. Affermare: “ La probabilità di incontrare ripetizioni nelle future sortite è talmente alta da rasentare la certezza ( su scala umana) “; è cosa del tutto e radicalmente diversa dall’affermare: “ Certa restando la verità dell’enunciato “ La probabilità di incontrare ripetizioni nelle future sortite è talmente alta da rasentare la certezza ( su scala umana) “, a l l o r a posso identificare sia i numeri ripetendi, sia i tempi delle ripetizioni. E’ sull’impossibilità di identificazione , ed anche su quella della determinazione dei tempi che sono falliti tutti i sistemi che assumono quella del terzo alla stregua di una legge; da cui trarre previsioni.

Un altro gravissimo errore che – a mio giudizio – è sempre stato compiuto nel corso dei tentativi di sfruttamento delle ripetizioni ( qui rispondo, anche se con degli omissis, alla tua obiezione) , è quello di considerarle sotto l’aspetto “statico”. Per quanto ne so, e ne so per quanto pubblicato sull’argomento, si è sempre - per un verso o per l'altro - partiti dalla famigerata “ tavola o tabella di mitico Nguyen, e da lì si è cercato di riprodurre i risultati del parimenti mitico Bemo Winkel. Risultati zero,zero. Dove sta per me l’errore? Sta nel tentativo di fermare il flusso. La permanenza si muove; la “foto” che faccio di essa nel tempo “ t ”, di per sé non può dirmi nulla sullo stato della permanenza nei tempi “t“1, “t”2, ecc.. Infatti, kal El, non a caso ho parlato di rapporti, e non ho parlato di cicli chiusi… Pensaci.

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Kal El, ti invito a leggere con un pelino in più di attenzione quanto scrivo. Mi cito:

[...]

Kal El, scusami, è d’una ovvietà paralizzante. Affermare: “ La probabilità di incontrare ripetizioni nelle future sortite è talmente alta da rasentare la certezza ( su scala umana) “; è cosa del tutto e radicalmente diversa dall’affermare: “ Certa restando la verità dell’enunciato “ La probabilità di incontrare ripetizioni nelle future sortite è talmente alta da rasentare la certezza ( su scala umana) “, a l l o r a posso identificare sia i numeri ripetendi, sia i tempi delle ripetizioni. E’ sull’impossibilità di identificazione , ed anche su quella della determinazione dei tempi che sono falliti tutti i sistemi che assumono quella del terzo alla stregua di una legge; da cui trarre previsioni.

Scusa Satori ma forse dovresti essere tu a leggere meglio quello che scrivo: non ho mai detto che la "legge del terzo" permetta di prevedere numeri o tempi di sortita. E' solo (e non lo ripeto più :unsure: ) il nome per una proprietà dei cicli.

tabella di mitico Nguyen, e da lì si è cercato di riprodurre i risultati del parimenti mitico Bemo Winkel.

Le tabelle di Nguyen considerano le medie dei numeri sortiti e Bemo Winkel è stato fotografato davanti ad una simile tabella anche se ho sentito insinuare che "barasse" nel senso che ricercava le ruote difettose.

Ad ogni modo ho trovato interessante la seguente caratteristica ovvia (non la chiamo "legge" :unsure:) che ho messo nel mio insieme di cose da tenere a mente (non si sa mai). Considera la curva dei numeri che sono usciti 0 volte: questa parte da 37 e scende verso 0. Considera la curva dei numeri che sono usciti almeno una volta: questa parte da 0 e sale verso 37. Quindi sicuramente si incroceranno. Forse uno studio (non so se è stato fatto) sull'intorno di dove avviene l'incrocio potrebbe dirci qualcosa.

Risultati zero,zero. Dove sta per me l’errore? Sta nel tentativo di fermare il flusso. La permanenza si muove; la “foto” che faccio di essa nel tempo “ t ”, di per sé non può dirmi nulla sullo stato della permanenza nei tempi “t“1, “t”2, ecc.. Infatti, kal El, non a caso ho parlato di rapporti, e non ho parlato di cicli chiusi… Pensaci.

Si avevo già afferrato il senso e infatti voglio fare dei test.

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@ Pegaso

Ho intuìto credo, la via che intendi percorrere annotando le "V" e le "P", tuttavia mi sfugge di fatto il metodo che stai utilizzando e il tipo di gestione cassa.. o forse queste ultime hanno importanza marginale e la tua idea è proprio quella di inseguire il punto di equilibrio che con qualsiasi metodo prima o poi si dovrebbe raggiungere?

@Kalel

Se con il tuo riferimento alla topologia hai voluto intendere qualla branca della matematica affine alla teoria degli insiemi e dei grafi, io passo.. sono anni che imbrattando una cartina politica cerco (con scarsi risultati) di capire il teorema dei 5 colori :unsure:

Se proprio vogliamo, si potrebbe puntare su uno studio "geometrico" o "fisico" analizzando la forma della ruota e il moto della pallina, ma così si perderebbe quel nobile (e utopico) fine di governare il caos, smentendolo e costringendolo a cambiar nome, e il tutto si ridurrebbe ad una semplice (semplice?) ricerca di ruote difettose...

Inoltre son sicuro qualcun'altro ci stia già pensando :unsure:

Adesso l'accostamento alle teorie dell'universo olografico partendo dal Buddhismo Mahayana fino ad arrivare al Matrix dei fratelli Wachowski ("Pillola blu ti svegli domani e non ricordi nulla, pillola rossa scopri quant'è profonda la tana del bianconiglio...")mi sembrano un tantino eccessive.. però i limiti indicati da Satori e peraltro noti a tutti noi, dei sistemi basati sull'idea di sfruttare le ripetizioni, e cioè l'impossibilità di prevedere quali numeri e dopo quanto tempo saranno ripetuti, sono limiti oggettivamente invalicabili.

Ma c'è di più:

Provate ad immaginare la roulette che gira.. i numeri pian piano diventano sempre meno nitidi, tanto da non riuscire ad un certo punto a distinguerli.

Subito dopo i colori sempre più sbiaditi.. se vi viene più semplice potete immaginare di giocare in una stanza perfettamente buia, dove solo il suono (e qualcuno mi spiegherà perché a volte è legno, altre è acciaio) della pallina scandisce ogni boule e nient'altro.

Dato che in questa fantomatica roulette i numeri non esistono, potremmo affermare che sono tutti uguali tra loro, ma se ci riflettiamo bene il "non-numero" sortito ad ogni boule è reso unico e differente da tutti gli altri non-numeri poichè è associato ad un preciso momento.

Se fosse uscito in un altro momento sarebbe stato un'altro non-numero... adesso accendete la luce.

Ecco, il motivo per cui non reputo utile la "legge" del terzo con le sue ripetizioni, è perché quello che vedo io quando osservo la ruota, è un susseguirsi di infiniti numeri tutti diversi tra loro...

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Per J-J,

Matrix, buon J-J, è un fumetto. Caleidoscopico, visionario, mozzafiato; ma solo un fumetto. La cosa negativa di questa trilogia è aver dato un’idea del tutto distorta dell’olografia ( vedo che conosci bene la serie; la tua citazione della frase di Morpheus è esatta ). Ma questo non ha nulla a che vedere con la teoria bohomiana.

Quanto alla concretezza del mio riferimento ( sono certo che qualcuno lo avrà trovato “astratto”, se non inappropriato ) mi trovo obbligato a ricordare un fatto incontestabile: difficilmente si può trovare una mentalità più concreta di quella dei fisici. La stessa fisica ( che è la scienza che ci permette di stare davanti ad un monitor ), è concreta nella sua stessa definizione. Ciò non impedì a David Bohm, davanti al quale tutti trovavano naturale abbassare leggermente il capo in segno di riverenza, di

c h i e d e re u d i e n z a a Jiddu Krishnamurti; per discutere con lui dei rapporti tra la sua teoria fisica e la metafisica indù. Mi potresti obiettare: ma cosa c’entra questo con la roulette? Forse c’entra poco, direttamente; ma è un modo appropriato per mostrare che l’accostamento ( per altro di un paio di righe ) da me fatto in quel post era motivato.

Ora con riferimento al tuo esperimento mentale (.. Provate ad immaginare la roulette che gira.. ), mi trovi d’accordo. Quello che dici è condivisibile. Ma questo, se ci fai caso, porta ad una ulteriore considerazione. La roulette come sistema fisico – pur del tutto reale sul suo piano – su un altro piano è una pura illusione percettiva. Cosa vedono un bambino o un primitivo nell’osservare il sistema fisico roulette? Vedono una pallina che gira nell’incavo superiore di una ruota con delle buche colorate. La pallina fa alcuni secchi rumorini sbattendo su delle protuberanze che sporgono nella parte media della ruota, ed infine cade dentro una buca. Questa è la loro roulette. E' una descrizione corretta; ma il suo livello descrittivo è gerarchicamente basso. Lo stesso processo appena illustrato può essere visto, infatti, in termini di pura astrazione matematica; e questo, senza nulla togliere alla legittima realtà del livello del bambino e del primitivo. Si può affrontare la roulette nell’uno o nell’altro modo: o come gioco con ruota e pallina, o come sfida logico/matematica. Nessuno dei due è, in sé, migliore dell’altro; tutto dipende dalla necessità che si intende soddisfare. Tuttavia, se si sceglie la seconda opzione, siamo obbligati ad utilizzare tutti gli strumenti dell’astrazione. Nessuno escluso. E nessuno è costretto a farlo; ma, parimenti, nessuno ( non mi riferisco a te, ma parlo in generale) deve recriminare se qualcuno lo fa.

Rivolgendoti a Kal El scrivi:

“.. Se proprio vogliamo, si potrebbe puntare su uno studio "geometrico" o "fisico" analizzando la forma della ruota e il moto della pallina, ma così si perderebbe quel nobile (e utopico) fine di governare il caos, smentendolo e costringendolo a cambiar nome, e il tutto si ridurrebbe ad una semplice (semplice?) ricerca di ruote difettose...

Inoltre son sicuro qualcun'altro ci stia già pensando

Non so Kal El – che dirà la sua – ma non era a questo che pensavo nel mio riferimento alla topografia. Concordo con te che - se tutto si limitasse a ricerche per tentare di sfruttare difetti fisici della ruota ( roulette diversamente abili!!) – si perderebbe il solo intento che ci salva dall’essere ridicoli: quello di verificare l’ipotesi che persino all’interno del caos deve trovarsi qualcosa di ordinato.

Comunque sia, per quanto mi riguarda, credo che per uno studio ragionato e sistematico della roulette siano sufficienti l’aritmetica, il calcolo combinatorio, e la logica. Ma non mi sentirei di escludere l’apporto di altre discipline.

Per kal El,

“.. Scusa Satori ma forse dovresti essere tu a leggere meglio quello che scrivo..”,

Kal El, sono un audace, ma non un suicida; non mi metterei mai contro un kriptoniano, capace di incenerirti con l’ultravista… Però, non è sportivo da parte tua… :unsure:

Scherzo a parte, per ulteriore scrupolo – e proprio perché non mi piace lasciare nulla agli errori causati dalla fretta - ho riletto i tuoi post. Fra le altre cose, tu hai scritto questo: “ Il fatto di evidenziare che giocando su cicli di 37 si potessero sfruttare le ripetizioni, credo sia stato un passo avanti rispetto al modo di giocare in precedenza” . Insomma, ottimo figlio di Jor El e Lara, se scrivi che evidenziare ecc.. sia stato un passo avanti rispetto al modo di giocare in precedenza, cos’altro posso pensare se non che il passo avanti di cui parli sia un passo nella direzione della previsione; che è l’unico scopo che motiva questi passi? Ma questo è qualcosa di diverso da “ ..un semplice nome per una proprietà dei cicli”! Comunque sia, ti faccio una proposta che non potrai rifiutare: dato che, per dritto o per storto, mi pare che si dica la stessa cosa, questo tema per il momento mettiamolo da parte.

Poi aggiungi:

“.. Considera la curva dei numeri che sono usciti 0 volte: questa parte da 37 e scende verso 0. Considera la curva dei numeri che sono usciti almeno una volta: questa parte da 0 e sale verso 37. Quindi sicuramente si incroceranno. Forse uno studio (non so se è stato fatto) sull'intorno di dove avviene l'incrocio potrebbe dirci qualcosa”.

Non immagini quanto queste tue righe mi abbiano colpito. Questo studio è stato fatto; e la mia mente va indietro ad una trentina di anni fa. Mi trovavo sulla riva di un fiume, ed osservavo il formarsi e lo sciogliersi dei mulinelli e dei flussi delle minuscole onde presso le piccole anse della sponda. Prova a visualizzare: ad un certo punto le figure disegnate sull’acqua vanno intersecandosi come potrebbero fare le curve di un diagramma. Ad un certo punto, all’istante, mi tornò in mente la celebre foto di Winkel davanti alla lavagna ( credo che anche tu abbia fatto riferimento ad essa), e formulai mentalmente – in termini molto simili ai tuoi – una ipotesi di studio.

Questa ipotesi di studio, assieme a molto altro materiale, faceva parte di quel progetto cui ho fatto cenno in uno dei miei primi post. Ricordo che, anche isolatamente, sembrava molto promettente; poi la cosa naufragò, in termini quasi farseschi, per la fuga ( il sequestro, la morte, il rapimento alieno, in ogni caso la scomparsa ) del programmatore cui ci eravamo affidati.

Saluti a tutti.

Modificato: da Satori
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Si caro jack,

ammetto che in qualche modo mi vergogno un pò, poichè qui stiamo discutendo di geometrie, biologia, topologia e teoremi, mentre io faccio di professione il pescatore,anche se quasi laureato, mi rendo conto che qui potrei insegnare qualcosa a riguardo dei venti delle correnti e delle temperature, del fatto che per ogni pesce vi è una rete specifica e la conoscienza della quale viene tramandata dal passato,dall' antichità, ma non siamo noi dei nani sopra i giganti del passato? certo utilizziamo anche la tecnologia di oggi, come nella navigazione nel qual caso ci viene in aiuto proprio nel buio della notte,dandoci un orientamento indispensabile come potrebbe essere una piccolo suono diverso per ogni numero nella stanza scura da te descritta così bene...

tornando al mio modo di gioco,. hai intuito bene, stò utilizzando questo arteficio ,e ho la sensazione che annotando le figure riesco ad avere nel lungo periodo la sensazione di tenere maggiormente sotto controllo la mia previggibilità cosa che sappiamo essere strettamente legata ad una percentuale e ad una statistica proporzionata,

per quanto riguarda la gestione di cassa,non vi è un modus oprandi statico ma lo descriverei con una frase il Panta rei cioè tutto scorre,quindi nel caso di intermittenze gli attacchi si adegueranno, nel caso di permanenze prolungate l'esposizione della cassa dovrà essere adeguata a eventi maggiormente rischiosi ... Non è una formula magica, non lo è per niente, è solo a mio modo un espediente per aumentare di qualche decibel il mio intuito e la mia lucidità...

saluti

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  • 2 weeks later...

Salve a tutti.....qualcuno conosce il metodo delle "colonne d'Ercole" nel gioco della roulette? Sapete se è un buon metodo? Ho visto il video su youtube, e nel commento c'è scritto che si può vincere 500€ al giorno (50€ con puntate da 50 cent) e che bisogna avere molti soldi in cassa...logicamente non si riescono a vedere le puntate perché il metodo lo vendono a 5€ (postepay)....se fosse valido, non chiederebbero nemmeno tanto....mah! Che ne pensate?

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Salve a tutti.....qualcuno conosce il metodo delle "colonne d'Ercole" nel gioco della roulette? Sapete se è un buon metodo? Ho visto il video su youtube, e nel commento c'è scritto che si può vincere 500€ al giorno (50€ con puntate da 50 cent) e che bisogna avere molti soldi in cassa...logicamente non si riescono a vedere le puntate perché il metodo lo vendono a 5€ (postepay)....se fosse valido, non chiederebbero nemmeno tanto....mah! Che ne pensate?

Dear Bimba

Ma secondo te ..... uno che ha un metodo infallibile cassa o non cassa, lo vendo per 5 euro ? io ho un metodo infallibile ma lo vendo a 6000 euro non di meno eheeh

felicità

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