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O Tempora, O Mores!


Satori

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Sacred bobbs.

Segno ennesimo degli ultimi giorni che rumorosi avanzano implacabili, un paparazzo ha osato immortalare e una giornale ha ardito pubblicare immagini delle sacre tette della Duchessa di Cambridge.

Mi associo allo sdegno di tutti coloro che in questa profanazione – lungi dal vedere l’ennesima, pruriginosa, infantile, noiosa, commedia delle parti – scorgono la coltre di tenebre che cala cupa su di noi; estremi baluardi dei soprannaturali diritti di ogni tetta, natica, e gnocca coronata.

E’ in queste ore oscure che penso con raccapriccio alla borghesissima quinta misura di Chiara, puro alabastro, e ai suoi nipples color topazio. Come ho potuto? Follie di gioventù!

W i Windsor, e pentitevi, l'ora avanza!!!

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Vittoria!!!

L'inviolabilità delle tette della Duchessa di Cambridge é stata riconosciuta e sancita da un tribunale. Per la prima volta nella storia post guerre puniche, si marca netta la differenza tra tetta vulgaris e tetta nobiliaris; uno spartiacque nella storia umana.

Viva la monarchia (per quanto riguarda l'Inghilterra).

Viva " La Repubblica" (per quanto riguarda l'Italia).

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W la tetta in generale.

(Beh, il viva o l'abbasso della tetta, molto crudamente, dipende dal calendario e da madre natura).

Ma qui, con la causa promossa dai Windsor, la sentenza, del tribunale francese, e l'assenso del più diffuso quotidiano italiano, si é stabilito un principio unico nella storia, almeno per come la conosco: l'estensione dei diritti di sangue a quelli giandolari.

Lo trovo strabiliante!!

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Questa storia, di tanto più effimera di molte altre, ha tuttavia un aspetto greve, antipatico, persino spregevole. E’ comprensibile la sticchiosità di chi, galleggiando ancora fra i ricordi di un passato nel quale re, nobili e sudditi erano categorie, oltre che sociali, antropologiche e teologiche (se i re erano tali per Grazia divina, tali erano anche i servi), non si cura del ridicolo che accompagna il tentativo di imporre diritti aristocratici, coi mezzi e i modi della giustizia democratica. Che nessuno abbia mosso questa semplice critica ai Windsor, facendoli sprofondare nel grottesco, e che ci debba pensare un qualsiasi iscritto ad un sito che si occupa di giochi, è segno dell’infimo livello della comunicazione cartacea e non, italiana e non.

Questo il primo punto.

Il secondo concerne la connivenza e la corrività di certi intellettuali, tra i quali spiccano alcuni nostrani, con le tesi dei reali inglesi. Ecco, mentre, è possibile essere comprensivi coi Windsor – della stessa comprensione, inteso, che si ha per gli stupidi – lo stesso non si può con gli intellettuali (ricordate quando ho detto, a J-J, che sbagliano sempre?). Nessuna persona di buon senso può far proprie le tesi di chi forza un diritto nato dall’ipotesi dell’eguaglianza di ogni donna e uomo davanti alla legge, sempre, e a prescindere dalle circostanze, fino al punto da piegarlo, con la ridicola scusa della riservatezza, alla soperchieria, al sopruso, alla malandrineria.

La riservatezza, mi rivolgo a certi nostri intellettuali di grido, non è una condizione/garanzia che si può invocare a favore e contro allo stesso tempo. Se io voglio la riservatezza, cari farisei, non mi vado a sposare con una cerimonia da milioni di sterline e davanti ad una platea mondiale! Se voglio la riservatezza, carissimi sepolcri imbiancati, non mi offro tutti i giorni a stuoli di fotografi, mentre vado a far “regale visita” a qualche isolano della Polinesia, o qualche bantù, travestito all’occasione da bantù. Non faccio dono di me alla stampa assetata di minchiate, ad ogni respiro possibile; tranne quando ci sono di mezzo due tettine striminzite, che manco la carestia!!

Queste sono porcate.

Per dirla in inglese maccheronico: go to cake!!

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Ammettendo che la tarda ora non mi abbia confuso i neuroni, direi che mi trovo pienamente d'accordo sul primo punto: un diritto "divino" acquisito in qualche modo e poi tramandato di generazione in generazione (seguendo l'ordine di successione d'intende..) non ha molto di democratico.

Sul secondo punto, non avendo seguito quasi per nulla la vicenda, non ho capito chi è tra gli intellettuali di turno che si è speso in difesa delle sacre tette.

Comunque anche su questo non ho trovato nulla da eccepire.

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"..non ho capito chi è tra gli intellettuali di turno che si è speso in difesa delle sacre tette".

Ottimo J-J, non posso accontentarti; per quanto smanierei di far nomi e cognomi, "non possumus". E sai perché? E' da non credere, ma persino sulle asfittiche tettine della duchessa, c'è chi ha ricamato una questione politica; nata altrove, e diventata immediatamente italiana. Non mi costa, tuttavia, nulla fornirti una traccia. Il 16 settembre, il più venduto quotidiano italiano pubblica un articolo dal titolo "Kate e William portano in tribunale Mondadori...":

"Domani a Nanterre l'udienza per la causa intentata dai legali dei duchi di Cambridge contro la rivista Closer per la pubblicazione delle foto "rubate" della giovane moglie del principe a seno nudo. Il politico tory., tutore dei figli di Diana: "Se incontrassi l'ex premier italiano non sarebbe una conversazione piacevole. Sono dei guardoni, andrebbero perseguiti".

Se leggerai l'intero articolo, ed altri pubblicati sulla vicenda dallo stesso giornale, capirai di chi parlo. Ecco, vedi J-J, il mio cruccio é il seguente; lo stesso quotidiano che da 40 anni pubblica foto di tette e natiche rionali, comunali, provinciali, nazionali, internazionali, galattiche ed intergalattiche, si straccia le vesti, e si cosparge il capo di pudicizia, perché all'editore del giornale che ha pubblicato quelle foto puzzerebbero i piedi!! E' questo il cruccio; minimo, tuttavia; come la vicenda, e chi le ha dato spessore e rilevanza politica. _eek_

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  • 5 weeks later...

Funerali.

Lungo tutta la storia umana, presso ogni popolo e ogni cultura, il funerale é stato quel momento in cui familiari, amici, e conoscenti della persona defunta di riuniscono per dare l'estremo saluto, quasi sempre in forma rituale, alla persona defunta.

Uno degli indelebili ricordi della mia infanzia é il pianto delle prefiche in occasione della morte di una mia parente. Per quanto fossi bambino, non credetti neppure un istante che il pianto di quelle donne fosse causato da disperazione o intenso dolore. Era una finta, certo; ma era un finta seria. Assieme all'abito scuro, la gente indossava la faccia da funerale. Non si rideva, non si scherzava, si parlava a bassa voce, si cercava, per una volta, almeno per quella volta, di non essere sciatti e vanesi. Quello fu l'ultimo vero funerale che ho visto. In seguito, piano piano, la sincerità del cordoglio ha cominciato a lasciar posto alla fretta e alla ordinaria indifferenza di ogni giorno. Insomma, perché stare a perdere tempo con chi non é più di alcuna utilità? A che servono i morti?

Da un po' di tempo, si é andati ancora oltre; la stupidità umana ha aperto una nuova frontiera: oggi ai funerali si applaude!!!

Al mio solito quarto d'ora di Rete 4, hanno mostrato le immagini di una povera ragazza uccisa dall'ex fidanzato a Palermo; un cartellone, giacché ai funerali, oggi, ci si va coi cartelloni, diceva "basta violenza sulle donne" (sugli uomini, eventualmente, va bene); ma, sopratutto, la gente applaudiva.

C'era una ragazza morta dentro una bara, e la gente applaudiva!!!

Una volta, quando la stupidità non era debordata fino al punto di diventare una forma di culto, la gente ai funerali - almeno ai funerali - stava zitta e teneva gli occhi bassi.

Al passaggio della Morte, per quel tempo, lo spettacolo cessava. Oggi non più; si appaude.

Modificato: da Satori
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e che vogliamo dire di quegli idioti che, piazzati dietro il giornalista di turno, se ne stanno li a farsi inquadrare. pur di apparire 3 secondi in televisione, e fanno pure una faccia mesta, come a dire che sono dispiaciuti, e non compiaciuti di essere apparsi per un attimo in tv.

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Ultimora!!

Una brasiliana ventenne ha messo all’asta su internet la verginità. L’ha spuntata un giapponese, pare, per 780.000 $.

Notizia nella notizia, la famiglia si è mostrata particolarmente orgogliosa sia dell’iniziativa della ragazza, che (presumo) dell’esito finanziario. La giovane sostiene che – trattandosi di una prestazione una tantum – lo scambio sesso contro denaro non configurerebbe meretricio (le mie parole sono un adattamento del prosaico: “ poiché non ci sarà seguito, non sono una pu**ana”).

Ed è qui che la mia mente si è messa in moto, indefessa: quante volte bisogna dare sesso per avere denaro perché si possa configurare meretricio? Ebbene, ho analizzato la questione nei minimi dettagli, e sono arrivato alla seguente soluzione: per potersi qualificare meretrice (se è vero quanto afferma la ragazza brasiliana, ossia che se lo fai una sola volta non sei una pu**ana), è necessario e sufficiente farlo due volte. Sì, avete capito bene, basta la seconda volta; mentre tutte le eventuali altre non aggiungerebbero, né toglierebbero nulla; quella che decide è la seconda. E’ un interessante rompicapo logico ( sempre ponendo come premessa la verità dell’ipotesi della ragazza), e sono contento di averlo risolto. Vediamo chi scopre la soluzione.

p.s.

demoscopando, che ne pensano le amiche del sito di lei? Che ne pensano gli amici del sito di lui?

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se non sbaglio lo stesso giorno si è conclusa un'asta simile con un venditore maschile il quale però è riuscito a vendersi per soli 3000$.. demoscopando mi sembra proprio una bella ingiustizia!

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se non sbaglio lo stesso giorno si è conclusa un'asta simile con un venditore maschile il quale però è riuscito a vendersi per soli 3000$.. demoscopando mi sembra proprio una bella ingiustizia!

Demoscopata per demoscopata, il dato da te postato, al contrario, e fino a prova contraria, sembra rendere giustizia all'antica convinzione dell'assoluta non simmetricità del potere sessuale femminile e maschile. I latini esprimevano questo concetto col famoso detto " Tota mulier sexus"; che se pronuciato oggi da qualcuno, gli farebbe rischiare il linciaggio, incenerire i resti col lanciafiamme, e gettare le ceneri nello spazio (ogni epoca ha i suoi tabù). Insomma, stando all'artmetica la cosa vale 260 volte più del coso.

Dunque, J-J, non si tratta affatto di ingiustizia; stando al mercato, gli antichi avevano ragione.

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L’ha spuntata un giapponese, pare, per 780.000 $.
Che ne pensano gli amici del sito di lui?

Che da una parte è un uomo molto ricco, ma dall'altra è un uomo molto povero.

The Guru

PS: ma per il pagamento come faranno? Una valigetta in contanti? Un bonifico diviso con una rata iniziale e una rata di saldo dopo la consegna?

Non è per caso una bufala?

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Più che una bufala, potrebbe trattarsi delle solite trovate geniali(o demenziali) dei creativi del marketing. Una troupe sarà incaricata di girare un documentario/reality contenente le interviste prima e dopo la cura. Il materiale sarà poi distribuito alle TV di tutti i paesi del mondo... e vai! $$$ a palate.

Non trovo molta differenza fra operazioni commerciali simili come il famigerato movie della morte in diretta sulla sedia elettrica (a commentarlo in RAI c'era all'epoca il tappetto Mino Damato) o ancora la più famigerata autopsia aliena realizzata da studentelli yankees usando frattaglie prese dalla macelleria sotto casa.

Comparata a queste ipocrisie, Cannibal Holocaust è di una purezza incredibile.

E poi chi è questa ragazza oriunda italiana? davvero siamo sicuri che sia una morta di fame? o lo si vuol far credere?

se non erro è catarinense, il sesto stato più ricco del Brasile, ottimamente descritto qui:

"...Scusate dov'è IL BRASILE? Intendo, dov'è il Brasile degli stereotipi, quello di cui parlano gli articoli delle riviste di viaggi, il Brasile che danza scatenato, il Brasile colorato, il Brasile mulatto, il Brasile sensuale, il Brasile spiritista, il Brasile povero, ossia, il Brasile esotico?

Intorno a me vedo lunghi nasi e ciuffi italiani, corpi dall'imponenza germanica, bianchissimi visi polacchi; vedo slanciati palazzi moderni di impronta anglosassone, automobili europee e giapponesi, centri commerciali zeppi di moda italiana, di profumi francesi, di gadgets elettronici; vedo brillare carte di credito multicolori e girare vorticosamente le banconote.

Questo Brasile, ricco ed evoluto, poco c'azzecca con i racconti di vacanza dei miei amici usi a frequentare le spiagge calienti (in tutti i sensi) del Nordeste, e ha ben poco a che fare con la retorica sul samba[...].

Quasi tutto sa di nuovo, di dinamico, di business, di speculazione.

[...] non si vuol credere che il mondo stia cambiando. Anzi, che dopo la grande crisi finanziaria del 2008, è già cambiato. Che i rapporti di forza tra le aree economiche del mondo hanno subito un riassestamento irreversibile. Che l'Europa e in particolare l'Italia vivono un declino apparentemente inarrestabile, che la valuta del futuro non sarà l'euro, ma piuttosto il remnimbi cinese o il real brasiliano.

Che, mentre scrivo queste righe, un sempre maggior numero di brasiliani sta facendo shopping nelle città europee e americane, mentre un sempre maggior numero di europei troverà troppo caro visitare il Brasile.

Atterrando qui, nel settembre 2009, non sapevo ancora che stavo entrando nel futuro..."

Modificato: da tonino
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In effetti, col post precedente, stiamo andando un filino fuori tema; ma tanto si sa che non siamo perfetti.

Termini come ricchezza, agiatezza e povertà sono intrinsecamente relativi; ossia definiscono i propri contenuti solo nel rapporto con altri termini. Un povero olandese può essere considerato agiato in rapporto a un povero ugandese.

Ora, cos’è che crea ricchezza? Chiunque legga questo post è sicuro che la sua risposta a questa semplice domanda sia quella corretta? So per esperienza che almeno il 95% delle persone ha idee del tutto errate sull’argomento.

Ma tralasciando questo, per il momento, cos’è che fa di Paesi come il Brasile, la Cina e L’India, dei motori economici (ossia produttori di ricchezza)? Sostanzialmente tre cose:

uno, sterminate ricchezze naturali;

due, sbocchi da libero mercato, in totale assenza di una deontologia da libero mercato;

tre; un contesto sociale nel quale le differenze tra il ricco e il povero, anziché oscillare come nei Paesi (quasi normalmente) capitalisti attorno ad un rapporto 1-50, ne vede uno di circa 1-700. In questa scala sono esclusi i magnati, che sono categoria a sé. Questo vuol dire che mentre da noi il povero riesce a sopravvivere, in quei Paesi, per una larghissima area di popolazione, la fame (non l’appetito, signore e signori, la fame) è una realtà di ogni giorno; così come la penuria di generi e servizi che noi diamo per scontati.

Conclusione; la ricchezza di questi Paesi, allo stato attuale fonda sullo sfruttamento di ricchezze naturali (destinate all’esaurimento), e di una sterminata quantità di popolazione usata a scopo produttivo in condizioni prossime alla schiavitù. Nel caso della Cina, queste condizioni non sono affatto prossime, ma sono proprio tali; ossia schiavitù su larghissima scala. Quanto potrà durare??

Detto questo, l’inciso allegato da tonino mi vede totalmente dissenziente; descrive un Brasile da cartolina; impone per inclusivo un punto di vista parzialissimo ed esclusivo. Il Brasile come quello descritto esiste, certo, così come in Italia esistono ancora alcune aree dove dati settori dell’economia girano a pieno ritmo; dove le spiagge sono pulite, e dove gli asili sono come li fanno vedere nelle produzioni televisive.

Quello che quell’inciso non dice è che il Brasile è probabilmente il Paese più pericoloso delle Terra; assieme al Venezuela, la Colombia e il Messico. La violenza è fatto continuo e quotidiano, la corruzione viaggia a livelli tali da far sentire noi italiani campioni di virtù civiche. Fatevici un giretto; ma non con mamma tour operator; fatelo disinvolti, come siete abituati a fare qui da noi, a Mantova , o Calascibetta. Vediamo poi cosa racconterete (sempre possiate raccontare qualcosa).

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Sarà solo una mia impressione ma quella ragazza non è indigente nè schiava, la sua famiglia non è oppressa dai debiti, non viene minacciata da nessun delinquente e mangia regolarmente tutti i giorni, magari ha pure la casa di proprietà.

Da quanto letto il denaro serve per pagarsi l'università all'estero (Argentina) e per costruire case popolari per i poveri... che nobiltà.

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si è ricchi quando si spende meno di quello che si guadagna indipendentemente dall'entità monetaria , di conseguenza si è poveri quando si spende di più di quello che si incassa, la ricchezza è semplicemente lo spostamento di benessere da un individuo all'altro , uno diveterà un pò più povero a beneficio di un altro che ne godrà sino a quando un altro carpirà una parte di questa ricchezza aquisita.

il benessere della cina è un benessere drogato , un pò come gli impianti fotovoltaici se non sono sostenuti da incentivi economicamente sono deficitari, quando il popolo cinese alzerà la testa saranno vermanente dolori , sia per il loro stato sia per l'economia mondiale, nella cina ci son 14 milioni di aziende che producono di tutto, di cui 4 milioni ubicate nell'interno del paese praticamente inesisenti ufficialmente sul mercato, facile avere delle crescite a 2 cifre quando si hanno milioni di schiavi a costo zero, l'occidente gioca una partita con la cina dove:

- noi giociamo con 3 carte

- loro con 10

- noi dobbiamo rispettare legacci e legaccioli , balzelli , e tassazioni di tutti i tipi

- le loro aziende attingono a finanziamenti statali senza limiti a costo zero

- le nostre aziende non attingono a nessun tipo di finanziamento dello stato ( stendiamo un velo pietoso sui finanziamenti europei )

- noi ingenuamente " brevettiamo "

- loro scorrettamente se ne fregano bellamente di tutte le regole del libero mercato

di conseguenza non esiste una globalizzazione esiste una " fregatura globale "

il Cinese comincia a capire che con quello che il mercato incassa con la vendita di un ipad l'azienda in cui lui lavora ci paga 10 dipendenti per un mese, è l'informazione globale che scardinerà questo sistema di sfruttamento , quando? può essere tra 10 anni o domani mattina.

felicità

Modificato: da emgus
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Ottimo Emgus, analisi impeccabile; peccato che queste sembrino verità per pochi intimi. Sul fotovoltaico ti sei fatto dei nemici, occhio!.

Unico appunto su un punto (ah le assonanze!! Ma come resistervi?). Hai descritto il meccanismo di spostamento e mantenimento della ricchezza, ma non ciò che veramente la crea, quindi ciò che essa è nella sua sostanza. Qui tanti sono sono ancora dopati dalle sciocchezze di Marx :hahaha::ris:

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Dear Satori la ricchezza si crea con l'eccedenza alimentare, solo con questa è possibile lo sviluppo di un popolo, se il contadino riesce solo a produrre per sopravvivere non avrà merce di scambio , non potrà dare due sacchi di grano al falegname per la costruzione di un armadio, non potrà dare un sacco di farina al militare che lo difenderà in caso di necessità, le nazioni che hanno prosperato sono quelle ubicate nelle fasce temperate dove il raccolto era praticamente al riparo dalle calamità naturali , quindi c'èra eccedenza alimentare, i popoli nelle fasce equatoriali non si sono sviluppati economicamente per scarsa od inesistente eccedenza alimentare e quelli che avevano risorse naturali sono sempre state depredati o dai colonizzatori o dagli stessi loro capipopolo.

avrei invece piacere di leggere un tuo parere sull'argomento,

un abbraccio e... felicità

Modificato: da emgus
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