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Neolingua


Satori

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Guardo la tv per non più di 15 minuti al giorno, durante la cena. Poco fa, vedo (e sento) un tizio impegnato in politica ( ma qui il punto non è la politica), che da un pulpito afferma che lui e il suo partito stanno “traguardando” il Governo verso la sua scadenza naturale. Forse, i pochi ma ottimi amici che mi sono fatto sul sito sanno del mio amore per la lingua; ciò che mi porta a fare una rapida ricerca neorunica, che si conclude con un “nessun risultato”. Traguardare, nel senso sciatto, rabberciato, pretenzioso, nonché tamarrissimo, usato da quel politico, nella nostra lingua non esiste. I due soli significati di “traguardare” sono i seguenti:

A, "guardare attraverso, ossia guardare un oggetto tra due punti di mira di uno strumento, in modo da allinearlo rispetto al raggio che va dall’oggetto all’occhio: si traguarda, per esempio, un bersaglio prendendo la mira con un’arma dotata di tacca e mirino".

B, "Guardare di sottecchi, con le ciglia abbassate: il lume ha grave ormai degli occhi; Traguarda e dice: «Uomini dove siete?» (Pascoli); anche spiare, spingere lo sguardo (o, nell’esempio seguente, la luce) tra cose che facciano impedimento: Il sol traguarda basso ne la pergola (Carducci)".

(Copia e incolla da Treccani).

Considerazione: nella parlata colloquiale, ciascuno – salvo il limite del senso del ridicolo – può alla fine esprimersi come meglio crede. Ma chi sale su un pulpito e legge un discorso (dunque, oltre all’asino parlante esiste anche un asino scrivente, per non parlare di una platea di asini udenti), è obbligato a rispettare le regole implicitamente condivise da tutta la comunità dei parlarti; e una comunità, in quanto tale, esiste solo perché tenuta assieme da una lingua comune. Chi si mette sotto le scarpe tali regole non è solo un incommensurabile ignorante, ma è, soprattutto, un pericoloso pupazzetto. Fare del male alla lingua é recar danno a tutto il corpo sociale.

Cose fresche.

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una cosa è certa, è sempre bello leggere i tuoi post . Tant'è vero che ho cercato il significato di "satori" perchè uno come te non poteva scegliere un nick qualsiasi. Wikipedia mi ha " illuminato"

Buona vita

Nei miei post, di “mio” c’è soltanto la forma; in modo strettamente analogo a come, quando si parla, è impossibile non dare alla parola il “proprio” tono di voce. La bellezza che tu dici di trovarvi (..è sempre bello leggere i tuoi post. ), mi appartiene ancora meno dell’aria che tu ed io respiriamo. La bellezza, come la verità, non appartiene a nessuno; né a chi, occasionalmente, le manifesta ( l’artista, il filosofo), né a chi le riconosce e le apprezza. Bellezza e verità non saranno mai oggetto di possesso; ma si rivelano solo a chi a che le brama come l’aria e il cibo; a chi non ha del tutto perso il ricordo del labirinto di colori che era una semplice aiuola, quando era bambino.

Detto ciò, “traguardare” è da plotone d’esecuzione.

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una cosa è certa, è sempre bello leggere i tuoi post . Tant'è vero che ho cercato il significato di "satori" perchè uno come te non poteva scegliere un nick qualsiasi. Wikipedia mi ha " illuminato"

Buona vita

Nei miei post, di “mio” c’è soltanto la forma; in modo strettamente analogo a come, quando si parla, è impossibile non dare alla parola il “proprio” tono di voce. La bellezza che tu dici di trovarvi (..è sempre bello leggere i tuoi post. ), mi appartiene ancora meno dell’aria che tu ed io respiriamo. La bellezza, come la verità, non appartiene a nessuno; né a chi, occasionalmente, le manifesta ( l’artista, il filosofo), né a chi le riconosce e le apprezza. Bellezza e verità non saranno mai oggetto di possesso; ma si rivelano solo a chi a che le brama come l’aria e il cibo; a chi non ha del tutto perso il ricordo del labirinto di colori che era una semplice aiuola, quando era bambino.

Detto ciò, “traguardare” è da plotone d’esecuzione.

....ecco...cvd ( come volevasi dimostrare)...bello e tutto straordinariamente vero

Riguardo l'oggetto del tread, mi vengono in mente i discorsi di craxi, io ero poco + che ragazzino ma non ho mai capito nulla di ciò che diceva, mai.Oggi lo chiamano politichese, ma penso sia la tendenza che hanno i politici, evidentemente anche di quelli moderni, di volersi posizionare al di sopra degli altri, a livello di conoscensce e allo scopo di avere consensi, attraverso l'uso di termini non comuni nell'esposizione dei fatti, è un modo come altri di manipolare le menti ,ed è questa la priorità del politico,

A volte i risultati sono quelli di cui sopra, ma riguardo al plotone d'esecuzione, ci vorrebbe per più di un politico e per ben altri motivi.

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Secondo me il politichese lo usano apposta per fare discorsi roboanti parlando di cose semplici, così chi li ascolta dice..ammazza quanto lavorano e che istruiti ed invece è solo aria fritta.

Mi viene in mente, tanto per fare un paragone, che una volta, in un ristorante, il cameriere ci ha proposto una "delicata crema di mais" ed alla fine era la classica polentina morbida che di solito si mangia con lo spezzatino!

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Dstrange:

“..Oggi lo chiamano politichese, ma penso sia la tendenza che hanno i politici, evidentemente anche di quelli moderni, di volersi posizionare al di sopra degli altri, a livello di conoscensce e allo scopo di avere consensi, attraverso l'uso di termini non comuni nell'esposizione dei fatti, è un modo come altri di manipolare le menti ,ed è questa la priorità del politico..”

pietro.giulio

“Secondo me il politichese lo usano apposta per fare discorsi roboanti parlando di cose semplici, così chi li ascolta dice..ammazza quanto lavorano e che istruiti ed invece è solo aria fritta.

Mi viene in mente, tanto per fare un paragone, che una volta, in un ristorante, il cameriere ci ha proposto una "delicata crema di mais" ed alla fine era la classica polentina morbida che di solito si mangia con lo spezzatino!”

Avere ragione entrambi. C’è da considerare, inoltre, che l’uso particolare che i politici – e in genere i personaggi pubblici – fanno del linguaggio ha un’ulteriore connotazione. L’utilizzo di locuzioni da società segreta, di una terminologia artificiosa, la ricerca deliberata dello “stranese”, mira a porre una netta differenza, nella piramide sociale, tra chi usa e accetta quel linguaggio, e il resto dei comuni mortali. E’, insomma, uno strumento di potere a costo zero. Ad ogni parola che i detentori del pulpito riescono ad imporre alla sterminata massa di sudditi, corrisponde la conquista di un pezzettino della loro mente.

Cari Dstrange e pietro.giulio, è semplicissimo: se io riesco a controllare – e nella precisa misura in cui ci riesco – il modo in cui voi parlate, esattamente in quella stessa misura io controllo voi. E’ per questa ragione che fatti come quello da me segnalato – uno tra una miriade – devono destare la massima preoccupazione. L’anno scorso ho quasi perso un amico di infanzia, perché, essendo costui entrato nel giro del potere, parlando una sera durante una cena, ad un certo punto è venuto fuori con una cosa del genere: “.. e quindi abbiamo attenzionato..ecc..” . A quel punto, da vecchia e irredimibile carogna , gli ho chiesto su quale dizionario avrei potuto trovare un simile mostruoso neologismo. Dato che un dizionario del genere non esiste (o almeno non esisteva fino all’anno scorso), ne nacque una discussione che vide ulteriormente naufragare le velleità del mio amico. Il punto è che chi non si prende cura di quel miracoloso processo che ci distingue dagli altri primati, il linguaggio, non può realmente prendersi cura di nulla. Questo non vuol dire affatto, lo sottolineo, che tutti quanti debbano diventare degli specialisti, ma solo che è quantomeno obbligatorio parlare per come si mangia.

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Il punto è che chi non si prende cura di quel miracoloso processo che ci distingue dagli altri primati, il linguaggio, non può realmente prendersi cura di nulla. Questo non vuol dire affatto, lo sottolineo, che tutti quanti debbano diventare degli specialisti, ma solo che è quantomeno obbligatorio parlare per come si mangia.

Questa però mi sembra una forzatura, capisco la passione maniacale per la lingua, ma quello che ci distingue dai primati è la comunicazione, non il linguaggio. Mi sembra come se un appasionato di automobilismo dicesse che l'imprenditore tizio non può prendersi cura della sua impresa perchè guida male la propria auto nel tratto di strada che lo separa dalla sua azienda. E' chiaro che non può essere cosi.

La parola "attenzionato" può anche non esistere ma comunque mi comunica "aver posto maggior attenzione" e se era quello il senso voluto da chi l'ha pronunciata vuol dire che c'è stata una buona comunicazione e il "miracoloso processo" può andare avanti.

Modificato: da Dstrange
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"La parola "attenzionato" può anche non esistere ma comunque mi comunica "aver posto maggior attenzione" e se era quello il senso voluto da chi l'ha pronunciata vuol dire che c'è stata una buona comunicazione e il "miracoloso processo" può andare avanti."

Caro Dstrange, questa tua osservazione cade a fagiolo nel rafforzare la tesi che la sciatteria linguistica crea errori nella comunicazione (primo anello), i quali si ripercuotono nell'ambito delle relazioni umane (secondo anello), le quali - diventando ambigue e contraddittorie - (terzo anello), e conducono - attraverso vari livelli di nevrosi sociale - a patologie interpersonali; fino alle guerre. Concedimi un po' di pazienza e ciò che intendo ti si dipanerà sotto gli occhi.

Senti questa: nell'intendinento degli "attenzionatori", attenzionare non significa quello che tu hai desunto. No. Significa "portare all'Attenzione" . Ora, "portare all'attenzione" e "porre maggiore attenzione" hanno un significato del tutto diverso. Immagina un traduttore dal vivo, il cui compito é rendere il più fedelmente possibile pensieri e concetti; immagina uno Shogun giapponese che comunica con un ambasciatore spagnolo tramite un traduttore alle prese con lemmi e costrutti ambigui o mal formati. Secondo te, dopo cinque o sei svarioni come quello che qui abbiamo sotto gli occhi, quante probabilità hanno di guastarsi le relazioni tra i due popoli? Una delle cose delle quali sui libri di storia non si parla é precisamente la quantità di guerre (scritto g u e r r e) causate da errori dei traduttori, dovuti in massima parte a errori nella comunicazione, causati da un uso improprio del linguaggio. Per molti sarà una corbelleria, ma é dimostrato che dichiarazioni linguistiche mal formate possono causare stati schizofrenici. Hai presente il libro di Arthur Clarke (poi film di Kubrik) "2001 odissea nello spazio"? Nel film la cosa non viene esplicitata; ma nel libro si vede benissimo che il computer Hal 9000 sviluppa uno stato psicotico per colpa di un errore linguistico.

Se ti vuoi passare uno sfizio, cerca su internet la locuzione "doppio legame", o "double bind"; credo che ti darà uno strumento prezioso per approfondire questo tema.

Purtroppo, circa "ma quello che ci distingue dai primati è la comunicazione, non il linguaggio." devo in gran parte correggerti. il linguaggio precede la comunicazione, e ne è la condizione. Ma devo per onestà correggere in parte anche me stesso. In realtà, avrei dovuto essere più circostanziato e dire: ciò che ci distingue da ogni altro animale non è il linguaggio in sé; infatti, tutti gli animali superiori, e persino la quasi totalità degli insetti comunicano tramite un loro linguaggio. La vera ed incolmabile differenza consiste nel fatto che il linguaggio umano é capace di astrazione (cosa che per ogni altra specie, con eccezione, forse, dei delfini, delle balene, e delle orche, è impossibile), al punto tale da riuscire a creare metalinguaggi; ossia linguaggi che parlano del linguaggio, in una piramide gerarchica senza fine.

Per indicare quanto e fino a qual punto il linguaggio determina la nostra esistenza, un grandissimo filosofo, Ludwig Wittgenstein, scrisse: " I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo"; personalmente, non sono del tutto d'accordo, ma quella frase contiene molta verità.

Detto ciò, sia attenzionare che traguardare sono da bagno penale. :)

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@Satori

premesso che per leggere quanto scrivi non mi occore pazienza, e non vorrei essere ripetitivo, anzi ne riconosco la tua e ti ringrazio, semmai mi occorre tempo materiale.

Il linguaggio, e non lo dico io, è la capacità che l'uomo ha di comunicare attraverso un codice complesso, la lingua. Senza il linguaggio l'uomo non sarebbe quello che è perchè non potrebbe comunicare.

Ho compreso ogni cosa di quello che hai scritto e sono pienamente d'accordo,le conseguenze degli errori di comunicazione attraverso il linguaggio possono essere a volte drammatiche, ma si tratta sempre di errori di comunicazione.

Penso che il tuo discorso presupponga l'esistenza di un linguaggio universale, ma non è così, magari lo era in origine ma nel corso dei millenni ha assunto forme diverse, ed è quando queste forme diverse di linguaggio si scontrano (attraverso traduzioni sbagliate o formulazioni di frasi che vengono percepite in modo diverso) che si arriva a conseguenze imprevedibili. Ma qui entra in campo l'abilità del comunicatore piuttosto.

Ricordo vagamente il film di kubrik, se non erro i due astronauti credendo di non essere ascoltati da hal ,il computer, manifestano

diffidenza nei suoi confronti, da quì la psicosi ..bel film.

P.S. bagno penale mi sembra piu adeguato :-)

Modificato: da Dstrange
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Magari questa precisazione è del tutto superflua; ma non si sa mai.

Né sostengo, né penso che sia fatto obbligo ad alcuno seguire corsi specifici di madre lingua; una cosa del genere sarebbe pedante, piuttosto sciocca, e alquanto fanatica. Il linguaggio, per quanto straordinario, è e rimane un mezzo, essendo il fine la comunicazione di informazioni. Acciocché la comunicazione sia efficace, non occorre neppure aver conoscenza di grammatica e lessico; prova ne sono le comunità agricole non urbanizzate, quelle dedite alla pastorizia e gli ultimi veri pescatori rimasti. Costoro comunicano tra di loro in modo del tutto soddisfacente, e lo stesso fanno con gli urbanizzati che non si sono persi nel difficilese artefatto e pretenzioso. Parlare con un contadino nel suo dialetto – quale che sia – è una esperienza straordinaria. Chiarito questo, il problema si pone per l’uso urbanizzato della lingua, per via del fatto che sono andati perduti i comuni punti di riferimento dei linguaggi delle comunità ristrette (vedi sopra). Il caos e il disordine della vita urbana è dovuto anche, ed in una considerevole misura, al fatto che ciascuno tenta (in modo del tutto inconsapevole) di imporre al prossimo i limiti i difetti e le imperfezioni della propria parlata; e questo genera errori e malintesi nell’ordine della comunicazione. Il fatto che questi siano impalpabili non significa che siano meno reali, né che non producano effetti reali e funesti.

Quanto a quello che tu chiami “linguaggio universale” credo sia prossimo a ciò che in linguistica si chiama “grammatica generativa”, che è teoria linguistica sostenuta e quasi dimostrata da Noam Chomsky, personaggio noto alle cronache, anche per il suo zelo politico. In effetti, è parere generalmente condiviso ( e io sono tra i condivisori) che la teoria di Chomsky sia quella corretta. Giusto per curiosità, dà un’occhiata a questo link: http://it.wikipedia.org/wiki/Grammatica_universale.

Poco fa ho ascoltato i titoli del tg5 delle 20, senti cosa ha detto Cesara Buonamici: “ ..(la gara è stata vinta dall’atleta tal dei tali) di Crevalcore naturalmente un paesino terremotato dell’Emilia.. ecc..”. Ha detto proprio così!! Davanti a milioni di italiani. Che satanasso significa??? Dici che me la prendo per niente?

p.s.

Hal 9000 impazzisce per un ordine contradditorio ("double bind", te ne ho parlato ieri) nelle sua regole di ingaggio

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ho trovato questo riguardo al double blind, http://www.iltempo.i...html?refresh_ce che devo dire chiarisce molto,anche riguardo tutto il resto. in effetti nel film accadeva qualcosa del genere, lo devo rivedere.

Questa é bellissima!! "Il Tempo" - certamente un refuso - scrive nel sottotitolo "double blind", anziché "double bind". La prima locuzione attiene ai protocolli sperimentali della scienza (doppio cieco); la seconda la si deve alla mente geniale di Gregory Bateson, e vale a configurare una struttura logica e psicologica tanto perversa, quanto potente da ingenerare, talvolta, risposte psicotiche. Se vuoi capire ciò che accade ad Hal 9000, perdi tempo a guardare il film. La sceneggiatura, sebbene scritta a due mani da Kubrick e Clarke stesso é piuttosto carente in molti punti rispetto al libro; e lo é ancor più proprio nel mostrare le ragioni della psicosi di Hal 9000. Nel film, pare quasi che il computer impazzisca per problemi di hardware; mentre la risposta psicotica, al contrario, era la sola possibile (e paradossalmente "razionale") ad un ordine psicotico nella forma. Insomma, Hal 9000 é come il capro espiatorio della sciatteria linguistica umana; lui è tanto perfetto quanto fragile, e la psicosi é il prezzo che paga a mischiarsi con gli umani, Se vuoi gustare tutto questo, devi leggere il libro, lascia perdere il film.

Se poi vuoi approfondire il tema del doppio legame, nulla di meglio che leggere i libri (bellissimi e divertenti) di Paul Watzlawick; semplicemente un genio.

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forwardare

inciucio

taroccare

spammare

spread

pizzo

twittare

e soo solo alcuni... e ti scandalizzi per un "traguardare"?

il mondo cambia. la gente cambia. nascono nuovi popoli. nuov razze. nuove lingue. e tu rimani sempre lo stesso...

amen.

Bisogna saper discernere.

Inciucio e pizzo sono lemmi dialettali che, spinti dalla forza dell'uso, sono entrati a pieno titolo nella lingua nazionale.

Quasi la stessa cosa per taroccare. Qui, però, vige la regola che sconsiglia, salvo casi particolari, la formazione di predicati verbali a partire da sostantivi; per non dire che lo stesso "tarocco" é già di provenianza dialettale.

Gli altri termini (forwardare, ecc..) non hanno giustificazione, nessuna; salvo l'irresistibile e compulsiva tendenza umana, e particolarmente italica, a preferire ragliare, anziché parlare.

Perchè me la prendo? Scusa, ma che domanda! Sarà mica perché al ragliare preferisco il parlare?

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a volte è meglio ragliare bene che parlarsi addosso.

comunque non si tratta di "ragliare" ma semplicemente del fatto che la lingua (come tutto il resto) è in continua evoluzione.

Non credo che se ti rechi al bar la mattina domandi: "volesse vossignoria cortesemente versarmi in una tazza un poco di latte caldo e mescervi del caffè bolente?"

penso che tu dica: "fammi un cappuccio" com tutti noi umani.

tutto qui.

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Ragliare e parlarsi addosso sono varianti della medesima insulsaggine, della medesima incapacità di usare lo strumento linguistico.

La lingua è sicuramente in continuo cambiamento (se si tratti di evoluzione o di involuzione é altro discorso; certamente l'incapacità di molti di usare il congiuntivo é una pesante involuzione); ed è quanto ho appena scritto nell'ultimo post a proprosito di "pizzo" e "inciucio". Non hai l'obbligo di leggermi, Belfahgor; ma se commenti i miei post, leggere con attenzione é il minimo che possa fare, sennò si scrive solo per piacere di battere sui tasti.

Dicendo "com(e) tutti noi umani", sperando di sbagliarmi, hai introdotto una nota polemica piuttosto improvvida e astiosa (cosa che non mi risulta abbia fatto io nei tuoi confronti); collocandomi, non so con quale titolo e autorità, tra i non umani. Per questa volta, ti rispondo ancora con garbo ed educazione. Dovessi ancora farla fuori dal seminato, semplicemente, non avrai da me alcuna risposta. Qualcosa mi dice tuttavia, vediamo se sbaglio, che mi risponderai con toni ancora più improvvidi e astiosi (cosa che non é molto gradita nel sito); nel qual caso, te lo anticipo, ti parlerai e ti risponderai da solo.

Per finire, quando ordino un cappuccino, salvo che il barista non sia un mio amico o un parente non dico "fammi un cappuccino" (espressione da caserma, con uno sconosciuto), bensì "mi faccia un cappuccino"; giacché - da non umano - ho ancora presente la tutt'altro che banale differenza che passa tra il tu e il lei.

Modificato: da Satori
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Forse non faccio perdere tempo agli amici del sito (e a qualcuno, magari, faccio cosa gradita) se assicuro, rimarco, sottolineo e - con assoluta certezza garantisco - che, con riferimento a sostantivi e pronomi, "passare" e "intercorrere" sono rigorosamente sinonimi.

Il resto, che non mi vedrà complice, e su cui, come ho detto, non spenderò una virgola, é causato da astinenza da zuffe da bar dello sport.

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ti leggiamo sempre con grande piacere

un abbracio e ..... felicità

Grazie, caro amico, per l'abbraccio e l'augurio.

Stasera, proprio poco fa, tornando da una cena a casa di un vecchio amico, probabilmente a causa di un'afa ferocemente opprimente, ho toccato con mano, una volta di più, tutta la fragilità umana. Pensate, é sufficiente che la temperatura salga di qualche grado oltre un certo limite, e tutti i nostri castelli, tutta la nostra inesausta voglia di strappare al sole un lembo di tramonto, tutta la nostra musica, tutto l'amore per i figli e per cose belle - di colpo - sembrano spegnersi. Cala una cortina, ti manca il respiro, la vista si appanna, e l'universo sembra sbriciolarsi. E' in questi lampi di consapevolezza che cogli il vero valore della vita, delle piccole cose, che all'interno della loro umiltà trattengono l'infinito.

Pertanto, grazie, amico Emgus, per l'abbraccio e l'augurio; che ricambio, ricambio, ricambio...

Modificato: da Satori
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  • 2 weeks later...

forwardare

inciucio

taroccare

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spread

pizzo

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e soo solo alcuni... e ti scandalizzi per un "traguardare"?

il mondo cambia. la gente cambia. nascono nuovi popoli. nuov razze. nuove lingue. e tu rimani sempre lo stesso...

amen.

Eh ma un conto è se questi termini girano per forum o nella vita di tutti i giorni, un conto è se li utilizzano dei politici... sono coloro che dovrebbero rappresentarci... in teoria, poi in pratica è un altro discorso... :rot_eye:

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A proposito di neolingua e di bestiario giornalistico.

Fateci caso. Le persone che ci danno le cosidette notizie - tutte senza eccezione, giacché non ce n'è una che non sbagli - a proposito di questo caldo boia, usano indifferentemente, come fossero sinonimi, e quindi intercambiabili, l'aggettivo "afoso" e "torrido". Peccato che significano cose non solo diverse, ma opposte. Una del tg5, l'altra sera, nello stesso periodo, ha parlato di caldo afoso e torrido, quattro o cinque volte, considerando i due termini sinonimi. Insomma, questa tale era una per la quale non passa differenza tra il bianco e il nero; cosa stiamo lì a spigolare...

Ecco, siamo informati da questa gente.

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A proposito di neolingua e di bestiario giornalistico.

Fateci caso. Le persone che ci danno le cosidette notizie - tutte senza eccezione, giacché non ce n'è una che non sbagli - a proposito di questo caldo boia, usano indifferentemente, come fossero sinonimi, e quindi intercambiabili, l'aggettivo "afoso" e "torrido". Peccato che significano cose non solo diverse, ma opposte. Una del tg5, l'altra sera, nello stesso periodo, ha parlato di caldo afoso e torrido, quattro o cinque volte, considerando i due termini sinonimi. Insomma, questa tale era una per la quale non passa differenza tra il bianco e il nero; cosa stiamo lì a spigolare...

Ecco, siamo informati da questa gente.

perchè ci devono sempre mettere del loro... basterebbe dire che fa caldo ed indicare le temperature minime e massime, ma la moda ormai è questa. le notizie vanno sempre gonfiate o personalizzate dal giornalista di turno... ma questo è il meno...

che dire di giornali e tg vari che titolano "due romeni violentano una ragazza"?

la notizia è "due uomini violentano una ragazza". nell'articolo puoi spcificare che si tratta di due romeni, non è necessario ed è alquanto fuori luogo indicarlo nel titolo. poi gli stessi soggetti ci fanno le morali sul razzismo.

ma questa è un'altra questione, che riguarda non la forma, ma l'utilizzo che si fa del linguaggio, che forse è molto peggio dello strafalcione grammaticale.

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