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Io Sono Una Bestia


Satori

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Addenda h 20,25.

Paolo Becchi, docente di filosofia del Diritto, certamente non umano, mostra di non aver capito, praticamente, nulla. Se un influente intelletuale fa le affermazioni che udrete, che speranza c'è il cosiddetto popolo capisca cosa sta accadendo?

 

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http://www.youtube.com/watch?v=ZoB6dSmA-WQ

Se un intelletuale di prestigio come Becchi, mostra quanto udrete nel video, ossia di non aver capito nulla del fenomeno M5S, che speranza c'è che il cosiddetto popolo ci capisca qualcosa?

P.s.

E' scappato un post quasi doppio. Mi sorro

P.s.2

Apprendo, proprio ora, e senza alcuna sorpresa, del voto "popolare" della cosiddetta piattaforma Rousseau. 80% di sì all'abbraccio col PD!!!

Adesso, che la vera natura di M5S sia quella, dalla sua nascita, di servizio al Potere, dovrebbe risultare evidente anche a chi si strascica in stato di coma.

 

Modificato: da Satori
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Questo link appresso è molto  intessante (almeno per il ristretto manipolo di esploratori che segue questo thread). Getta una luce ancora più sinistra su Giuseppe Conte, e fa entrare in linea di conto un Potere potentissimo, quanto discreto. In effetti, mi sorprendo a non aver pensato al ruolo del Vaticano, ben sapendo che nulla di ciò che ha davvero peso sfugge al suo controllo.

Si penserebbe che nulla può essere peggiore di un neo-lib-com-radical. Ah, errore. Il prete, da non confondere col sacerdote, incarna il punto più basso della condizione umana.

Lo ammetto, sono stato superficiale; impossibile che nei radicali sommovimenti di questi anni il prete non fosse protagonista (link 2 e 3).

http://www.youtube.com/watch?v=b8kyLan5Jv4

 

http://www.youtube.com/watch?v=-Fz_Rds7D1s

http://anticattocomunismo.wordpress.com/tag/achille-silvestrini/

 

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Ieri sera ho subito la penitenza di una serata sociale (per ragioni che tralascio, impossibile sottrarmi).

Una signora - secondo lei molto elegante, ma che a me sembrava una specie di bomboniera (ma io sono una bestia, si sa) - sostiene questo:

"... l'accoglienza senza condizioni di tutti coloro che arrivano dall'Africa è dovuta a molte ragioni; ma la più cogente ed insindacabile delle quali è questa: i poveri clandestini provenienti dall'Africa, una volta arrivati in Libia, vengono tutti torturati. Se di sesso femminile, oltre alla tortura subiscono lo stupro".

Una persona presente chiede delucidazioni.

1°, chi, precisamente, torturerebbe i clandestini?

2°, dato che i clandestini arrivati e transitati dalla Libia sono stati, negli anni, decine e centinaia di migliaia, quanti torturatori sarebbero necessari per realizzare quel turpe progetto? E dove? Servirebbero gigantesche strutture destinate allo scopo. Dove sono, chi le ha viste?)

3°, soprattutto, perché? Perché turbe di libici infoiati, dovrebbero acchiappare i clandestini, tutti, si badi bene, segragarli e poi torturarli?

Le risposte, più o meno, sono state come qui riporto sinteticamente:

"I libici torturano i clandestini perché così a loro piace (esatto, ha risposto questo); e siccome questa cosa piace a moltissimi libici, ecco come mai tutti i clandestini vengono torturati. Di solito, la turpe attività si svolge nelle caserme della polizia, ma spesso un po' dovunque. La prova è che ne parlano i giornali; ma poi c'è anche una mia amica che ha visto coi suoi occhi delle persone appese. E siccome io sono sensibile, odio Salvini".

Bene, questa donna è laureata, e da quasi 40 anni (ne ha 65) lavora presso sedi diplomatiche in tutto il mondo. Lo giuro, potessi morire all'istante

Ma non finisce mica qui! Più appresso (lei che dichiaratamente vota PD) ha sostenuto che il vero nemico è il cartello finanziario che decide la politica degli Stati, e che è responsabile della crisi attuale.

Rimasi, ieri sera, senza parole, e ne sono a corto addesso.

P.s.

In questi molti anni, non ho avuto il piacere di una sola interlocuzione, o contestazione, con un umano (uno come questa signora-bomboniera di ieri sera). Quanto mi piacerebbe!

 

Modificato: da Satori
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Il 3/9/2019 alle 18:48 , Satori ha scritto:

Ascolta J-J, ti spiego con la semplicità della massaia

Ti ringrazio sentitamente per aver usato la cortesia, ma evidentemente le massaie di Satori sono comunque un passo avanti a JJ.. ma tu continua a insistere che prima o poi ci arriverò.

Mi chiedevo, come mai non hai commentato o mosso obiezioni all'idea di Pietro Ratto sul crocefisso? 

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9 ore fa, jackjoliet ha scritto:

Ti ringrazio sentitamente per aver usato la cortesia, ma evidentemente le massaie di Satori sono comunque un passo avanti a JJ.. ma tu continua a insistere che prima o poi ci arriverò.

Cosa non ti è chiaro? Se mi spieghi quale o quali punti non ti tornano, vedremo di convincerli a tornare.

Basicamente, una volta impostata correttamente, la questione mi pare semplice: la pluralità (ossia, il più  di uno) è il dominio della relatività. Difatti, perché relatività vi sia, occorrono almeno due elementi. Le relatività coprono l'intero spettro del predicabile e dell'esperibile. A partire da quelle basiche: io non-io; pieno vuoto; alto basso; acceso spento; ecc... Ci siamo fin qui? Do per scontato che certamente sì.

E ora dimmi: se è vero "che la pluralità (ossia, il più  di uno) è il dominio della relatività", in che condizione ci si trova allorché non v'è più di uno, ma solo uno? Oppure, ancora meglio, quando non v'è né singolare né plurale; né uno, nè più di uno? Ma se la seconda opzione ti appare complicata, limitiamoci al momento alla prima. Pensaci e poi dimmi la tua.

9 ore fa, jackjoliet ha scritto:

Mi chiedevo, come mai non hai commentato o mosso obiezioni all'idea di Pietro Ratto sul crocefisso? 

Veramente, ho commentato e mosso obiezioni, ti sarà sfuggito.

Comunque, Ratto è un bravo storico, fino a quando ha a che fare con fatti che rientrano nel suo paradigma; che, giusto per cambiare, è una delle tante varianti di quello relativista. Una mentalità simile non può comprendere il fenomeno religioso e non può che assimilarlo ad altri fenomeni del campionario storico. Ratto commete un duplice errore, che sembreranno delle intelligenti e profonde "verità" a tutti coloro che sono afflitti dalla medesima cecità di Ratto.

1°, attenendosi alla mera fattualità, come si può pensare di proporre un'analogia tra un fenomeno storico, tutto sommato, effimero come il comunismo (analogia da lui proposta) è la sostanza stessa di tutta la Storia occidentale (ed in parte mondiale) dall'anno 0  ad adesso? Noi viviamo ancora oggi nell'alveo che fu scavato dal figlio di un falegname 20 secoli fa. Un tizio che ebbe una vita pubblica brevissima, che non disponeva di giornali, nè tv, che predicava ai crocevia e nelle piazze di una remota provincia di un impero sterminato, che aveva come compagni pescatori e figli del popolo, e che finì ammazzato inchiodato ad un legno, come un malfattore. Non si chiede, Ratto, come possa aver fatto, il figlio del falegname, a far sì che a distanza di 20 secoli, ad una poveretta come la Cirinnà, scoppi la giugulare a sentir nominare il suo nome o quello di sua madre? Provi Ratto a tramandare memoria di sè tra 20 secoli!  Tutta la Storia, ossia tutta la memoria collettiva è segnata dall'opera di quell'uomo. Persino quelli che lo odiano debbono a lui il proprio odio. E Ratto, declassa la sua stessa storia personale (che tale non sarebbe, se non figlia della macrostoria di cui ho fatto cenno e di cui fa parte), assieme alla grande Storia sedimentata nelle epoche, ad un fatto, un simbolo (il crocefisso) tra tanti altri? Anche un mulo capirebbe che si sta facendo di tutto per imitarlo!

2°,

Ma sopra ciò, il crocefisso è un simbolo metafisico; il cui significato ci metterei mesi a spiegarlo a Ratto.

Ecco.

Modificato: da Satori
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Non è la prima volta che tocchi questo tema.. potrei dirti che mi sono perso sulla coscienza dei sassi, ma in realtà ricordo un tuo esempio fatto tanto tempo fa (si parlava anche allora di conoscenza) dello scienziato che poteva ben descrivere la formula chimica delle proteine che costituiscono una bistecca, ma conoscerà quella bistecca comunque meno del contadino che se la mangia.. e mi ero perso anche là. E come non ricordare poi quella volta in cui dicesti che i tedeschi (i filosofi tedeschi) sbagliano perché partono dalla premessa di Cartesio il quale inverte l'ordine delle cose con il suo cogito ergo sum?

Ma soprattutto, se la madre di tutti gli errori è questo benedetto relativismo, che senso ha sbatterci a parlare di Di Maio e Salvini?  Così facendo non rimaniamo sempre nella famosa caverna?

Ps: ho ricontrollato tra i commenti a quel video di Ratto, ma non ho visto niente che poteva provenire dalla tua penna..

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10 ore fa, jackjoliet ha scritto:

Ps: ho ricontrollato tra i commenti a quel video di Ratto, ma non ho visto niente che poteva provenire dalla tua penna..

Vero. Le ragioni per cui non comemnto mai su youtube, né Ratto né altri, è che il sistema dei commenti respinge i miei post. Non chiedermi il perché, ma è così. E non è il solo caso. Molto terrignamente, sono un cinefilo, scarico a manetta da CB01; ebbene, anche su questo sito il sistema Disqus mi impedisce di commentare. Ciò che scrivo resta perennemente in "attesa di moderazione".

Approfondisco, visto che ci siamo, ti spiego perché ho rinunciato a scrivere direttamente sul sito di Ratto. Ho già avuto due esperienze, entrambe su siti/blog di due filosofi, uno dei quali piuttosto noto, entrambi sostenitori di posizioni, apparentemente, non lontane dalle mie. Scrivo, apparentemente, perché, appunto si tratta solo di apparenza, Ebbene, in entrambi i casi, sono stato censurato e, di fatto (non ufficialmente) bannato. All'inizio, i miei interventi sono stati (in entrambi i casi) più che graditi; poi, piano piano, una volta sviluppati i (miei) punti di dissenso circa il valore di taluni mostri sacri (da me considerati semplici ragionieri della filosofia), le cose sono cambiate; fino alla sparizione di tutti i miei commenti!

Ebbene, la cosa non mi ha sorpreso più di tanto; difficile da credere quanto possano essere vanitosi i filosofi da tavolino. E siccome, col sottoscritto, di trippa per gatti ne rimaneva poca, ecco cosa è accaduto.

Tornando a noi, in un tu per tu su temi filosofici (in Storia non ho i mezzi per farlo), col manico del coltello dalla parte di Ratto, so già che non finirebbe bene; e sono quasi certo di non sbagliare. Per affrontare proficuamente interlocuzioni con personaggi noti, occorrerebbe, sia determinare le regole del dibattito, sia concordare su un moderatore che faccia rispettare tali regole. Difficile si verifichino entrambe la circostanze.

In passato, quando ne avevo ancora tempo e voglia, ho avuto pubblici scontri dialettici al calor bianco con personaggi di primissimo piano. Poi la voglia è andata passandomi, giacché, puntualmente, finiva nello stesso modo: o mi toglievano il microfono, oppure lo spegnevano.

Funziona così; parli se ti adegui; ti fanno ancora parlare se non ti adegui, ma non costituisci una minaccia; ma lasciare senza parole, ad una pubblica conferenza, una primissima donna della cultura, questo non viene tollerato.

Comunque, se ti interessa, c'è un blog - a mio parere di grande prestigio - sul quale, con qualche cautela, scrivo le mie lenzuolate. Se ti interessa, ti do, in privato, il link.

Per il resto, non mi pare tu abbia risposto alle questioni sollevate nel mio post precedente.

Modificato: da Satori
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Il 3/9/2019 alle 18:48 , Satori ha scritto:

E' questo il problema vero, J-J. Il primo vero passo per avviarsi in direzione dell'uscita dalla caverna è dato dalla comprensione dell'errore relativista

Ok provo ad essere più chiaro possibile: se la mente umana non può funzionare in modo relativistico, mi sfugge quale dovrebbe essere l'alternativa. Sono convinto al 90% che in passato mi avevi già fornito dei link interessanti sull'argomento, ma se ben ricordo mancavano di affrontare la questione con suggerimenti pratici di vita quotidiana.

 

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Il 6/9/2019 alle 16:00 , Satori ha scritto:

E ora dimmi: se è vero "che la pluralità (ossia, il più  di uno) è il dominio della relatività", in che condizione ci si trova allorché non v'è più di uno, ma solo uno? Oppure, ancora meglio, quando non v'è né singolare né plurale; né uno, nè più di uno? Ma se la seconda opzione ti appare complicata, limitiamoci al momento alla prima. Pensaci e poi dimmi la tua.

Questa è la questione.

Rifletti: cos'è che non è cambiato (in te; ma puoi anche tralasciare "in te"), dacché ricordi? Cos'è che non cambia (in te; ma puoi anche tralasciare "in te") ovunque ti trovi e qualsiasi cosa tu faccia? Qual è il "quid", in realtà indefinibile (ossia non-definibile), da cui non puoi "uscire", di cui non puoi liberarti (se non nel sonno profondo senza sogni) e che precede il tuo pensare?

Sai che che si possono cancellare ed impiantare ricordi (ossia, insiemi di tracce mnemoniche illusorie di fenomeni, altrettanto illusori)? Quel quid, cui mi riferivo, cambia?

P.s.

Addenda h21,50.

Tu sei J-J per me; ma non hai la più pallida idea di cosa sia "essere J-J per me". Invece, sai benissimo (o credi sapere) cosa sei tu e basta. Sinteticamente esperisci e senti questo essere J-J per te con il pronome "Io". Tu sei Io, giusto? Altrimenti, che senso avrebbe dichiarare "io sono J-J"? Hai la certezza di essere il centro di percezione e cognizione  del tuo mondo, hai tale certezza "direttamente", senza che tale certezza passi dalla riflessione; e che, ovviamente, il tuo mondo è tutto il mondo che hai. Nessuno potrà  mai capire davvero il tuo mal di denti. Ogni proposizione che formuli comincia con io. J-J = io.

Risolvi ora questo enigma: quante volte ti è capitato di sentir bussare al citofono? Chiedi "chi è?" e ti senti rispondere "io". La prova che non sei sveglio o coerente o entrambe le cose, o che c'è qualcosa che non va, è che non rispondi: "impossibile! Non puoi essere io!".

La riflessione approfondita su questo può aiutare la soluzione della nostra questione.

Modificato: da Satori
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3 ore fa, Satori ha scritto:

Risolvi ora questo enigma: quante volte ti è capitato di sentir bussare al citofono? Chiedi "chi è?" e ti senti rispondere "io". La prova che non sei sveglio o coerente o entrambe le cose, è che non rispondi: "impossibile! Non puoi essere io!".

La riflessione approfondita su questo può aiutare la soluzione della nostra questione.

 

Bastasse la riflessione.....vi darei una mano!

 

Ciao Satori,

è sempre un piacere leggere le tue argomentazioni a sfondo filosofico........

"Felice e di se stesso padrone l'uomo che per ogni giorno del suo tempo può dire: "Oggi ho vissuto; domani il dio stenda per noi un orizzonte di cupe nubi o inventi un mattino limpido di luce, non muterà il nostro povero passato, non farà un nulla senza memoria delle vicende che l'ora fuggente ci avrà assegnato" (III, 29 - Odi - Orazio)"

Ciascuno di noi è un processo complesso che riflette il mondo e ne elabora le informazioni in maniera strettamente integrata. Nel riflettere il mondo, lo organizziamo in enti: pensiamo il mondo raggruppando e spezzettando alla meglio un continuo di processi  più o meno uniformi e stabili, per meglio interagire con essi. Ci appropriamo del mondo facendolo a pezzi. É la struttura del nostro sistema nevoso  che funziona in questo modo. Riceve input sensoriali, elabora informazione in continuazione, generando comportamento. Lo fa attraverso reti di neuroni che formano sistemi dinamici flessibili che continuamente si modificano cercando di prevedere - per quanto possibile - il flusso di informazioni entranti. Per fare questo, le reti di neuroni evolvono associando punti fissi più o meno stabili della loro dinamica a pattern ricorrenti che trovano nell'informazione entrante, o indirettamente nelle procedure stesse di elaborazione (ci sono anche tutti gli ingredienti necessari per creare un buon sistema di gioco per la R 😉).

Quando pensiamo a noi come persona, credo che stiamo applicando a noi stessi i circuiti mentali che abbiamo sviluppato per trattare con i nostri simili. L'esperienza di pensarsi come soggetto non è un'esperienza primaria - ammesso che questo significhi qualcosa - è vedere il mondo attorno a me, non me stesso. Noi siamo un insieme di processi indipendenti, in momenti successivi legati dalla nostra memoria. Ed è proprio la memoria che salda tutti i nostri processi nel tempo di cui siamo costituiti. In questo senso noi esistiamo nel tempo. Per questo io sono lo stesso di quello di ieri. Capire noi stessi significa riflettere sul tempo. Ma capire il tempo ignifica riflettere su noi stessi. Ecco un "loop temporale"😂

Non credo che queste riflessioni vi possano aiutare a trovare la soluzione........o forse si?

Buon forum, Raf

Modificato: da Rafelnikov
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Ecco, se prima ero confuso..😂 ciao Raf, ben ritrovato.

Si, diciamo che il mio "Io" è qualcosa su cui posso contare e sono sicuro che sia sempre stato lì dov'è, sin da quando sono nato.. e quindi? Dobbiamo usare questa cosa come antidoto al relativismo? Il nostro Io vale di più dell'Io di tutte le altre persone?

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16 ore fa, Rafelnikov ha scritto:

Bastasse la riflessione.....vi darei una mano!

Infatti la riflessione, il cogito, non bastano; anzi, e non è un paradosso, la strada per comprendere la realtà è smettere di pensare. Ma questa è la fine, la conclusione del nostro discorso, mentre noi siamo ancora all'inizio alla pars destruens, all'eliminazione dei parassiti mentali che ostacolano la comprensione. Lavoro lungo, ma da qualche parte occorre cominciare.

Ben ritrovato caro Rafelnikov, sei un'assenza di peso e una presenza di significato.

Per il resto, quello che scrivi è sicuramente pertinente, ma sposta la prospettiva (del discorso come da me impostato con J-J) e ne muta il livello. Le tue sono questioni relative a ciò che oggi si chiama "filofofia della mente", che, certamente, hanno grande pregio e importanza; ma al momento costituiscono la classica "troppa carne al fuoco". Inoltre, nell'approccio alla filosofia della mente, in generale, c'è troppa Scienza, ossia troppo "come", e poca filosofia, ossia poco "perché". Mentre, a parer mio, ed in questo concordo con John Searle, la questione va prima correttamente inquadrata per via logico-filosofica, e dopo indagata coi mezzi delle neuroscienze. A monte di tutto, se non si comprende che la coscienza non è un fenomeno, si rischiano secoli di vicoli ciechi. Ora, che la coscienza non è un fenomeno ha, anche, valore di evidenza assiomatica. Basta verificare. Si neutralizzi quel flusso caotico di iperproduzione concettuale (ossia di astrazione) che si definisce "pensiero". Forse il mondo scompare? Forse si cessa di essere coscienti? La risposta è ovviamente no! E dunque la mente non è un fenomeno, e trattarla come tale è un errore di base.

Qui mi fermo, sto aggiungendo troppa carne.

5 ore fa, jackjoliet ha scritto:

Il nostro Io vale di più dell'Io di tutte le altre persone?

Nè più né meno. Un'illusione vale l'altra.

Riprova.

P.s.

Mi correggo, in verità esiste una gerarchia anche nelle illusioni; e quindi un'illusione non vale l'altra. Ricordo, però, di tener ben chiaro a mente il significato di illusione: illusione non è sinonimo di nulla, l'illusione ha una sua realtà, diversamente sarebbe niente e basta. L'illusione è una forma degradata (non in senso etico, ma ontologico) di realtà, cui partecipano errori di attribuzione (in senso causale e semantico, non psicologico). In altri termini, chi vede fischi per fiaschi qualcosa vede, ma vede qualcosa per qualcos'altro. Tornando a noi, sennò J-J soffre, l'errore sta nell'attribuire all'ego sostanzialità. Il fatto che "io" sia un processo convenzionale viene evidenziato proprio dal mio esempio del citofono, che, senza offesa e senza pretesa, l'ottimo J-J non ha capito (al momento). 

 

Modificato: da Satori
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5 ore fa, jackjoliet ha scritto:

Il nostro Io vale

Vale? In che senso? Al mercato, in borsa, per la mamma? E poi, scrivi: il "nostro" io; bene nostro è aggettivo possessivo, chi sarebbero i proprietari di questi io?

Modificato: da Satori
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Ora sento che sto per apparire ridicolo oltre l'inverosimile.. ma correrò il rischio precisando che non ho alcun intento di deridere o ridicolizzare la questione:

35 minuti fa, Satori ha scritto:

scrivi: il "nostro" io; bene nostro è aggettivo possessivo, chi sarebbero i proprietari di questi io?

Mi verrebbe di rispondere l'Io di me stesso, ma già intravedo il solito gioco di specchio contro specchio senza via d'uscita. Ma non saprei come altro risponderti.

 

4 ore fa, Satori ha scritto:

dal mio esempio del citofono, che, senza offesa e senza pretesa, l'ottimo J-J non ha capito

E infatti non ho capito. Se fosse possibile mi piacerebbe aggiungere all' "Io" anche un "Tu", di modo che non sorgano equivoci e paradossi come quello del citofono

È un errore della mente relativista?

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1 ora fa, jackjoliet ha scritto:

Mi verrebbe di rispondere l'Io di me stesso, ma già intravedo il solito gioco di specchio contro specchio senza via d'uscita. Ma non saprei come altro risponderti.

Caspita, in quanti siete? Nell'espressione "l'io di me stesso", parrebbe che un me stesso (piacere, me stesso di J-J!) possegga un io, l'io di J-J (che appartiene al me stesso di J-J).  Non ti viene curiosità per una questione del genere, e soprattutto per avere usato per tutta la vita espressioni senza senso, nella certezza che ne avessero uno? Anche quando Pippo dice "il mio corpo", la mia mente, in quanto sono? Parrebbe esserci un tale ente "Pippo" (Pippo propriamente detto o "Pippo stesso"?), che è utente (proprietario o in comodato d'uso) di un corpo e di una mente... 👌

1 ora fa, jackjoliet ha scritto:

È un errore della mente relativista?

La mente analitica non può che operare in modalità relativistica. Da due in poi di dischiude il mondo, il cosmo, la pluralità. Se vuoi far di conto, ad esempio, devi necessarianente usare la matematica, che si sa come principia e non si sa come finisce. Principia con l'operazione primordiale: la somma di uno più uno. Tutte le altre operazioni nascono da lì; fino ai frattali alla matematica del caos a Godel, Turing, e Cantor. Bene, ma chi pone tutto ciò? Esiste l'uno e il due, la matematica, il tempo, la causalità, in un mondo senza una mente? E può esistere una mente senza l'uno e il due, ecc...?

Ovviamente, la risposta alla prima domanda è no! Alla seconda è sì! Se è così, e lo è, il mondo (l'ho già scritto, ma pare che non sia stato compreso), ossia la molteplicità (di cui quella fenomenica è un aspetto) è una condizione del tutto accidentale della mente. Infatti, per esistere, la molteplicità presuppone una mente; ma non viceversa, visto che la mente sussiste anche senza che sia occupata dal molteplice. Questo stato della mente può essere definito assoluto, giacchè non è relativo a nulla (se lo fosse, saremmo nel molteplice, chiaro?); l'altro è relativistico nel modo di operare, ma rimane assoluto nella sostanza (giacché l'assoluto non è un abito che si mette ei toglie, ma una "proprietà" intrinseca).

Ecco la differenza principiale. Da questa deriva che il relativismo, di per sè, non è un errore; diventa una mostruosità nel momento in cui (con una lacerante assurdità) pretende di farsi assoluto.

Ci siamo? 

 

Modificato: da Satori
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2 ore fa, Satori ha scritto:

Caspita, in quanti siete? Nell'espressione "l'io di me stesso", parrebbe che un me stesso (piacere, me stesso di J-J!) possegga un io

E allora dimmi tu, come faccio a rispondere alla tua domanda "a chi appartiene l'IO"?

 

2 ore fa, Satori ha scritto:

Bene, ma chi pone tutto ciò? Esiste l'uno e il due, la matematica, il tempo, la causalità, in un mondo senza una mente? E può esistere una mente senza l'uno e il due, ecc...?

Questa la so. Non molto tempo fa, partendo da quella bellissima massima:  "un albero che cade nella foresta fa rumore anche se non c'è nessuno in ascolto?" ebbi modo di confrontarmi con alcune persone e in effetti io sostenni che no, non essendoci nessun orecchio in ascolto (cioè quello strumento che trasforma l'energia che ci circonda in rumori), non possono esistere i suoni senza qualcuno in ascolto.

mi sto avvicinando?

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48 minuti fa, jackjoliet ha scritto:

E allora dimmi tu, come faccio a rispondere alla tua domanda "a chi appartiene l'IO"?

No. Ti avevo indicato un libro da studiare, non solo leggere. Watts sostiene le stesse tesi mie; ma né lui né io siamo "pensatori originali". Watts espone l'essenza della filosofia buddista, che è la meno accademica che esista, ed ad un tempo una delle più illuminanti. Io, seppure da non buddista, faccio lo stesso. Se rispondo alla tua domanda, prima che nel tuo modo di pensare, con una specie di click, cambi qualcosa, nel migliore dei casi apprenderai una nozione, una cosa appena appiccicata, che non è comprensione.

In ogni caso, giusto per fare un passo avanti, hai fatto caso che stiamo parlando di qualcosa, "io", senza mai averlo definito? Errore! Uno dei più classici; ti chiederai perché te lo sto dicendo solo adesso. Sempre a scopo didattico, per mostrarti un errore madornale che avevi sotto gli occhi e che non vedevi.

Dunque, dimmi cosa sarebbe per te questo "io"? Per farlo, sicuramemte cercherai su internet, e già ti anticipo che leggerai delle definizioni che, nella stragrandissima parte dei casi sono inconsisteti o contraddittorie. Salvo che non indirizzi la tua ricerca verso le grandi Filosofie Tradizionali. Documentati, ad esempio, sul concetto di atma o atman (minuscolo) nel buddismo e nell'induismo; sarebbe un buon inizio.

48 minuti fa, jackjoliet ha scritto:

mi sto avvicinando?

Sì, fuocherello.

Modificato: da Satori
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Mi ero ripromesso di non parlare del Governo degli ottimi, per almeno 48 ore. Ne sono passate oltre 50!!! Dunque, senza dover fare penitenza, eccomi.

Ragazzi, davvero, non perdetevi questo video, fa ridere sul serio (su, provate a ridere sul serio...). Mah, che mondo complicato!

http://www.youtube.com/watch?v=Zhw-tGVaOi4

P.s.

Addenda h 21 e passa

La ministra Trenta ammette:

http://www.ilmessaggero.it/politica/trenta_governo_conte_salvini_oggi_ultime_notizie-4714490.html

Qualcuno commenta al posto mio?

 

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Ecco che cosa serve, tra molte altre cose, il traffico e la creazione di nuovi schiavi. Se penso che M5S si è alleato con questa gente, mi viene, mi viene...

http://altrarealta.blogspot.com/

Interessantissimo, nello stesso blog, anche l'articolo di Miclavez su Grillo.

P.s.

Se penso che ho scritto tutti questi post per mostrare che 2 + 2 = 4 (cosa, fra l'altro, assiomatica, e quindi non dimostrabile e non necessaria di dimostrazione), mi viene voglia di... mi viene voglia di...

 

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Ovviamente, Toninelli è stato fatto fuori. Mentre salta fuori la "statura" dell'ex e non ex Presidente del Consiglio. Di Renzi e di quelli della sua risma, qui, si occuperà la Storia; giù, se ne occuperanno i cornuti con coda e forcone (per modo di dire).

La morale di questa luridissima faccenda è che chi tocca i fili muore.

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Il 8/9/2019 alle 21:04 , Satori ha scritto:

hai fatto caso che stiamo parlando di qualcosa, "io", senza mai averlo definito? Errore! Uno dei più classici; ti chiederai perché te lo sto dicendo solo adesso. Sempre a scopo didattico, per mostrarti un errore madornale che avevi sotto gli occhi e che non vedevi.

Premetto che non ho fatto uso di google, quindi mi avvalgo solo delle mie cognizioni: io fino ad ora ho proceduto nel discorso considerando due tipi di "io": quello che indica la persona fisica, quello cioè a cui puoi stringere la mano e che usiamo nelle frasi con la "i" minuscola, tipo ad esempio "io prendo il bicchiere". E poi c'è quello con la "I" maiuscola che rappresenta la percezione che ognuno ha di se stesso.. direi difficile dare una definizione a quest'ultimo, pensavo fosse un ente fondamentale da prendere per vero e basta. Probabilmente l'ho sempre associato alla mente cioè a quell'ingarbuglio di pensieri che senza soluzione di continuità risuonano nella nostra testa.

Purtroppo non ho finito di leggere quel libro, non sono riuscito a trovare le motivazioni per andare avanti e la cosa mi disturba abbastanza.. pensa che ho sacrificato parte del volume del mio bagaglio per portarlo con me in vacanza, e poi mi sono ridotto a leggere un romanzo acquistato in autogrill (un'americanata pazzesca). Sinceramente non mi spiego il perché, in fondo gli argomenti di cui trattiamo sul forum li trovo sempre molto interessanti.

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Vedo che l'argomento ti intriga, ottima cosa, dato che esso è la madre e il padre di ogni altro argomento.

E allora, γνῶθι σαυτόν, gnōthi sautón, conosci te stesso.

Ce ne sono due letture; una exoterica, approssimativamente:"...conosci te stesso ed abbi la consapevolezza di essere inferiore a Zeus";

una esoterica: "...chi conosce se stesso conosce il proprio Signore."

Questa seconda lettura (contesto Sufi) è così commentata da René Guènon:

"Quando l'uomo conosce se stesso nella sua essenza profonda, ossia nel centro del proprio essere, allora conosce il suo Signore. E conoscendo il suo Signore, conosce al tempo stesso tutte le cose, che vengono da Lui e a Lui ritornano. Conosce tutte le cose nella suprema unità del Principio divino, fuori dal quale, secondo Mohyddin ibn 'Arabi, non c'è assolutamente niente che esista, perché niente può essere fuori dell'Infinito".

Entrambe le letture sono vere, perché riferentesi a prospettive diverse. La realizzazione del seconda, presuppone quella della prima.

La questione è che il "te stesso" J-J, o Satori, non sono neppure l'ombra dell'ombra dell'ombra della seconda lettura. Sono, più o meno, l'ombra della prima.

P.s.

Ecco, l'ombra dell'ombra dell'ombra (dell'ombra) J-J ha preferito leggere quella minchiata americana.

Modificato: da Satori
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Lasciando al futuro la soluzione della questione ego, torniamo al porcilaio.

Molto più semplice (della questione ego) è capire che la matrice di ogni identità è la famiglia;  davvero nessuno si è accorto che essa è il nemico numero 1 dei palingenetici del nuovo mondo?

Ne trovo un'ottima esposizione su questo sito

http://www.centrostudilivatino.it/uk-dopo-alfie-i-giudici-uccidono-anche-la-famiglia/

dove apprendo, fra l'altro, che la Svezia (avanzato laboratorio palingenetico) si avvia a legalizzare pedoliflia, incesto, necrofilia e zoofllia (hanno scordato la coprofilia). Ovviamente, l'imperativo categorico è sempre lo stesso: ognuno ha il diritto di amare come gli pare!!! E, ovviamente, lo capiscono tutti, solo i fascisti possono opporsi.

Bene: che sarebbe stato solo questione di tempo (Overton) la legalizzazione di queste forme d'amore, lo scrivente, Satori, lo aveva anticipato, qui sul Forum, credo, sette o otto anni fa.

Direi che merito un premio, o, in subordine, grandi quantità di cotillons. Alle strette, accetto omaggi in natura.

P.s.

Riaprono i porti, tornamo buoni.

http://www.panorama.it/news/esteri/arrivo-un-bastimento-carico-migranti/

 

 

Modificato: da Satori
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Il 13/9/2019 alle 16:07 , Satori ha scritto:

Lasciando al futuro la soluzione della questione ego, torniamo al porcilaio.

Se devo essere sincero è questo che non capisco. Come ricorderai ho cominciato a curiosare sul siginifcato della meditazione non più di un paio di mesi fa, e nella mia idea doveva essere un modo per trovare rifugio e riparo da tutto questo caos. Com'è  possibile che, dopo aver scrutato  nella pace interiore, si possa scegliere di perder ancora tempo con le piroette del mondo materiale?

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